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Politica

Di Leo (Lega): "Anche la nuova illuminazione pubblica è uno scempio per la Città"

Il Consigliere di opposizione rimprovera anni di parole e zero interventi pubblici, tanto da vantarsi degli investimenti, ma solo quelli effettuati privati

La severa critica del consigliere della Lega Giovanni di Leo all'Amministrazione prende il via dalla constatazione di una illuminazione pubblica rinnovata nella gestione ma, a suo dire e dal confronto con molti cittadini, inadeguata alla Città non solo per l'estetica ma anche per questioni di sicurezza. Pubblichiamo integralmente il comunicato inviato in redazione.

Ascoltando i cittadini da anni, e verificandolo personalmente quasi ogni giorno, ho più volte denunciato l'aspetto da masseria che la nostra amata Trani ha assunto.
Quella che un tempo era una città elegante, affascinante, pulita e ordinata, oggi appare sciatta e, oserei dire, molto impoverita sotto l'aspetto estetico.
L'ultimo colpo di grazia alla estetica sembra essere la famigerata nuova illuminazione pubblica, che in molte zone, a detta dei miei concittadini, è più adatta a garantire la sicurezza al passaggio di un gregge di pecore sul tratturo, piuttosto che la circolazione stradale di auto, pedoni e mezzi elettrici.
Onestamente non mi pare che sia stata garantita dalla società privata, scelta dal dirigente dell'ufficio tecnico, la medesima illuminazione al suolo di quella precedente, fattore che avrebbe dovuto essere una oggettiva condizione necessaria e doverosa per affidare l'appalto.
Far cambiare le lampade con altre con potenza inferiore, ma lasciando inalterata la distanza fra i pali della pubblica illuminazione, ha oggettivamente portato ad una complessiva riduzione del fattore sicurezza, che l'amministrazione comunale invece ha l'obbligo di assicurare.
Non credo che questo impoverimento luminoso della città sia casuale, in quanto perfettamente coerente con la metodologia delle scelte compiute dal primo cittadino nel corso di questi anni, scelte basate sulla improvvisazione, sulla mancanza di buon gusto e sulla superficialità, sui proclami FARÒ- FAREMO e sui selfie.
Otto anni di parole e zero interventi pubblici, tanto che si vanta degli investimenti, ma solo quelli effettuati (meno male) dei privati.
Insomma, la visione agro-silvo-pastorale della città, che il sindaco, circondato dai suoi valletti e cortigiani, ha dato a Trani, a me assolutamente non piace e mi pare che non piaccia a moltissimi miei concittadini, salvo agli innamorati ultras che difendono il suo operato a prescindere, nonostante qualsiasi omissione e per qualsiasi bruttura realizzi.
Peraltro questo totale fallimento percepito dalla cittadinanza, non sembra preoccupare il primo cittadino, il quale, piuttosto che pensare di ritornare a tempo pieno alla professione, ritiene di poter continuare a svolgere in futuro un ruolo pubblico profumatamente pagato dai cittadini, perché spera di essere votato da migliaia di tranesi quale consigliere regionale.
Quando ero bambino le favole iniziavano con "C'era una volta...", oggi iniziano con "Se sarò eletto, FARÒ..."
  • di leo
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