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Politica
Crisi in giunta, parla l'ex assessore Giuseppe Tempesta
«Assenza di confronto e condivisione alla base della mia decisione»
Trani - domenica 17 gennaio 2016
Comunicato Stampa
Pubblichiamo di seguito un'intervista inviataci dall'ex assessore Giuseppe Tempesta, che riportiamo integralmente.
Le sue dimissioni sono state improvvise e "silenziose": ha preferito non spiegare, almeno finora, i reali motivi che l'hanno indotta a questa non facile decisione
«Improvvise per la città, ma non per i colleghi in giunta e in consiglio, che hanno avuto modo nelle settimane precedenti di assistere ai miei atti di dissenso. Ho ricoperto deleghe assessorili pregnanti per l'attività amministrativa del comune di Trani e in questi sei mesi ho preso consapevolezza dell'importanza del ruolo dell'amministratore pubblico, convincendomi ancora di più della scelta di lasciare le funzioni di consigliere comunale per rimboccarmi le maniche assumendo l'incarico di assessore. Ma, come ho già precisato nelle mie dimissioni, ho preso atto di una serie di decisioni assunte, malgrado i miei atti di dissenso, senza lo spirito collegiale sul quale il sindaco aveva fondato il suo programma. Decisioni che, soprattutto, sono in contrasto con i miei più intimi convincimenti sul piano politico e tecnico/amministrativo. Le dimissioni fondano su questi motivi reali senza che vi siano altre ragioni non palesi».
Ma sei mesi non le sembrano un periodo breve per decidere di "lasciare"?
«No, se i sei mesi li misuriamo sul piano tecnico della fase di impostazione dei lavori. Ai fini di una corretta metodologia per affrontare le numerose e complicate questioni aperte sul tavolo della giunta, sei mesi sono un periodo sufficientemente ampio durante il quale, mio malgrado, ho dovuto accorgermi dell'efficacia limitata della metodologia seguita ai fini della spinta riformatrice e della fase di "cura" della città e dell'apparato amministrativo, principi ispiratori del programma presentato agli elettori. Sino ad alcune decisioni non condivisibili nel metodo e nel merito e non in linea con quanto promesso ai miei elettori, il cui mandato ho voluto rispettare fino in fondo».
Alcune decisioni? Alcuni dicono che lei si è dimesso per la questione Amiu …
«L'indirizzo assunto in ordine alla ricapitalizzazione dell'Amiu, e soprattutto come si è arrivati a questa decisione, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Si è trattato di una questione che avrebbe meritato una riflessione ed un confronto approfondito e ampiamente supportato dalla giusta e adeguata documentazione – su cui confrontarsi anche con la comunità locale – senza trascurare le linee che emergono dagli ultimi orientamenti legislativi nazionali tesi al contenimento delle spese derivanti dalle società partecipate degli enti locali».
Quindi anche il piano di razionalizzazione non l'ha condiviso?
«L'assenza di collegialità e di confronto sui percorsi decisionali insieme alla mancata condivisione e comunicazione alla comunità locale di determinazioni di notevole impatto sulla vita della città (per esempio l'aumento della Tari) hanno indirizzato la mia decisione, nella quale ho dovuto tener conto, altresì, della difficoltà di impostare ed attuare la pianificazione strategica, di cui il piano di razionalizzazione è figlio. Io ritengo che le determinazioni in ordine alla pianificazione strategica avrebbero dovuto essere il presupposto di un'azione di governo realmente riformatrice».
Che consigli darebbe al sindaco?
«Non mi sembra il momento opportuno per fornire consigli al sindaco. Forse preferirei suggerire alla città di essere più proattiva, augurandomi che si recuperi l'azione partecipativa del cittadino alla vita politica in una prospettiva di stimolo e di controllo dell'attività degli amministratori».
Queste dimissioni sono un addio alla politica?
«La cura migliore dell'interesse generale della comunità locale è e resta l'obiettivo principale ed irrinunciabile anche nella mia prossima attività. Le dimissioni dalla carica di Assessore non sono una manifestazione di disimpegno e di sconfitta, perché, da un lato, sono la dimostrazione della coerenza con le proprie idee, dall'altro, stimolo per chi mi sostituirà nel lavoro amministrativo del comune di Trani a perseguire gli obiettivi che hanno consentito il successo nell'ultima tornata elettorale».
Le sue dimissioni sono state improvvise e "silenziose": ha preferito non spiegare, almeno finora, i reali motivi che l'hanno indotta a questa non facile decisione
«Improvvise per la città, ma non per i colleghi in giunta e in consiglio, che hanno avuto modo nelle settimane precedenti di assistere ai miei atti di dissenso. Ho ricoperto deleghe assessorili pregnanti per l'attività amministrativa del comune di Trani e in questi sei mesi ho preso consapevolezza dell'importanza del ruolo dell'amministratore pubblico, convincendomi ancora di più della scelta di lasciare le funzioni di consigliere comunale per rimboccarmi le maniche assumendo l'incarico di assessore. Ma, come ho già precisato nelle mie dimissioni, ho preso atto di una serie di decisioni assunte, malgrado i miei atti di dissenso, senza lo spirito collegiale sul quale il sindaco aveva fondato il suo programma. Decisioni che, soprattutto, sono in contrasto con i miei più intimi convincimenti sul piano politico e tecnico/amministrativo. Le dimissioni fondano su questi motivi reali senza che vi siano altre ragioni non palesi».
Ma sei mesi non le sembrano un periodo breve per decidere di "lasciare"?
«No, se i sei mesi li misuriamo sul piano tecnico della fase di impostazione dei lavori. Ai fini di una corretta metodologia per affrontare le numerose e complicate questioni aperte sul tavolo della giunta, sei mesi sono un periodo sufficientemente ampio durante il quale, mio malgrado, ho dovuto accorgermi dell'efficacia limitata della metodologia seguita ai fini della spinta riformatrice e della fase di "cura" della città e dell'apparato amministrativo, principi ispiratori del programma presentato agli elettori. Sino ad alcune decisioni non condivisibili nel metodo e nel merito e non in linea con quanto promesso ai miei elettori, il cui mandato ho voluto rispettare fino in fondo».
Alcune decisioni? Alcuni dicono che lei si è dimesso per la questione Amiu …
«L'indirizzo assunto in ordine alla ricapitalizzazione dell'Amiu, e soprattutto come si è arrivati a questa decisione, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Si è trattato di una questione che avrebbe meritato una riflessione ed un confronto approfondito e ampiamente supportato dalla giusta e adeguata documentazione – su cui confrontarsi anche con la comunità locale – senza trascurare le linee che emergono dagli ultimi orientamenti legislativi nazionali tesi al contenimento delle spese derivanti dalle società partecipate degli enti locali».
Quindi anche il piano di razionalizzazione non l'ha condiviso?
«L'assenza di collegialità e di confronto sui percorsi decisionali insieme alla mancata condivisione e comunicazione alla comunità locale di determinazioni di notevole impatto sulla vita della città (per esempio l'aumento della Tari) hanno indirizzato la mia decisione, nella quale ho dovuto tener conto, altresì, della difficoltà di impostare ed attuare la pianificazione strategica, di cui il piano di razionalizzazione è figlio. Io ritengo che le determinazioni in ordine alla pianificazione strategica avrebbero dovuto essere il presupposto di un'azione di governo realmente riformatrice».
Che consigli darebbe al sindaco?
«Non mi sembra il momento opportuno per fornire consigli al sindaco. Forse preferirei suggerire alla città di essere più proattiva, augurandomi che si recuperi l'azione partecipativa del cittadino alla vita politica in una prospettiva di stimolo e di controllo dell'attività degli amministratori».
Queste dimissioni sono un addio alla politica?
«La cura migliore dell'interesse generale della comunità locale è e resta l'obiettivo principale ed irrinunciabile anche nella mia prossima attività. Le dimissioni dalla carica di Assessore non sono una manifestazione di disimpegno e di sconfitta, perché, da un lato, sono la dimostrazione della coerenza con le proprie idee, dall'altro, stimolo per chi mi sostituirà nel lavoro amministrativo del comune di Trani a perseguire gli obiettivi che hanno consentito il successo nell'ultima tornata elettorale».
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