
Enti locali
«Ho pensato di lasciare. Non l'ho fatto, ecco perché»
L’assessore Nicola Pappolla si confessa. «Non sono mancati i momenti di difficoltà e di forte scoramento»
Trani - domenica 6 marzo 2011
Nicola Pappolla è senz'altro l'assessore più mediatico del momento. In attesa di una seconda risposta al capogruppo della Democrazia cristiana Domenico Triminì, l'esponente in giunta della Puglia prima di tutto, commenta le argomentazioni, pubblicate sul nostro portale, del segretario dei Repubblicani, Vito Cialdella, ritenute da Pappolla «parzialmente condivisibili e non peregrine».
Sulle eventuali dimissioni, Pappolla confessa che «non sono mancati i momenti di difficoltà e di forte scoramento, ma alla fine ha prevalso la voglia di lottare fino in fondo, non per restare legato ad una poltrona (scomoda) come si è facilmente portati a pensare ma per le seguenti ragioni: per non darla vinta ai soliti noti che lavorano alacremente per convincere il sindaco a revocarmi le deleghe e che, nelle more, stanno letteralmente contando i giorni che mancano alla scadenza naturale dell'amministrazione guidata da Giuseppe Tarantini».
«Convinto e presuntuoso come sono - prosegue Pappolla - credo di aver comunque creato un argine, nella mia ripartizione, al dilagare di scelte sbagliate. Le mie istanze di indirizzo e controllo con relativi inviti a revocare in autotutela gli atti censurati dal sottoscritto, erano, evidentemente, indirizzati al dirigente competente e responsabile della gestione, ed inviate per conoscenza al nostro sindaco. Sia per i tempi della politica e sia per le opportune verifiche e valutazioni sulle scelte gestionali, un giudizio sereno lo si può dare solo a consuntivo. In quest'ottica, la risposta del primo cittadino è stata eloquente, puntuale decisa e soddisfacente, nel non confermare e nel non prorogare l'incarico all'ex dirigente della terza ripartizione. Di tanto lo ringrazio pubblicamente, consapevole che la scelta sarà stata sofferta, non fosse altro per il valore, non trascurabile, della continuità».
Infine, Pappolla sottolinea la peculiarità del suo assessorato che spesso lo porta spesso in contrapposizione con colleghi di giunta, sindaco in testa. «Loro sono portati, per dar lustro e risalto al loro mandato, a spendere in maniera sicuramente responsabile, a differenza del sottoscritto che, per lo stesso identico fine, tende a risparmiare e a stringere i cordoni della borsa».
Sulle eventuali dimissioni, Pappolla confessa che «non sono mancati i momenti di difficoltà e di forte scoramento, ma alla fine ha prevalso la voglia di lottare fino in fondo, non per restare legato ad una poltrona (scomoda) come si è facilmente portati a pensare ma per le seguenti ragioni: per non darla vinta ai soliti noti che lavorano alacremente per convincere il sindaco a revocarmi le deleghe e che, nelle more, stanno letteralmente contando i giorni che mancano alla scadenza naturale dell'amministrazione guidata da Giuseppe Tarantini».
«Convinto e presuntuoso come sono - prosegue Pappolla - credo di aver comunque creato un argine, nella mia ripartizione, al dilagare di scelte sbagliate. Le mie istanze di indirizzo e controllo con relativi inviti a revocare in autotutela gli atti censurati dal sottoscritto, erano, evidentemente, indirizzati al dirigente competente e responsabile della gestione, ed inviate per conoscenza al nostro sindaco. Sia per i tempi della politica e sia per le opportune verifiche e valutazioni sulle scelte gestionali, un giudizio sereno lo si può dare solo a consuntivo. In quest'ottica, la risposta del primo cittadino è stata eloquente, puntuale decisa e soddisfacente, nel non confermare e nel non prorogare l'incarico all'ex dirigente della terza ripartizione. Di tanto lo ringrazio pubblicamente, consapevole che la scelta sarà stata sofferta, non fosse altro per il valore, non trascurabile, della continuità».
Infine, Pappolla sottolinea la peculiarità del suo assessorato che spesso lo porta spesso in contrapposizione con colleghi di giunta, sindaco in testa. «Loro sono portati, per dar lustro e risalto al loro mandato, a spendere in maniera sicuramente responsabile, a differenza del sottoscritto che, per lo stesso identico fine, tende a risparmiare e a stringere i cordoni della borsa».
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