Scuola e Lavoro

«I disoccupati di Trani hanno di nuovo una loro lega»

E’ stata ricostituita su iniziativa dei Comunisti Italiani

I disoccupati di Trani hanno di nuovo una loro lega. E' stata ricostituita su iniziativa della locale sezione dei Comunisti Italiani e conta già diverse decine di iscritti.

Cosimo Nenna, segretario del PdCI, spiega il perché di questa iniziativa ripresa dopo alcuni decenni: «Ricostituire la Lega Disoccupati è stato necessario alla luce di quello che è il reale numero dei senza lavoro che a Trani, da qualche tempo a questa parte, ha quasi toccato le cinquemila unità, un dato altamente sconcertante e preoccupante e che la dice tutta sullo stato di crisi di questa città che, da diversi anni, sembra navigare a vista, ovvero con una politica che si basa sull'improvvisazione e non certo su una seria e avveduta programmazione. Già diversi mesi prima delle ultime competizioni elettorali, da parte di un sindacato cittadino era stato lanciato l'allarme sul dilagare della disoccupazione a Trani, ma qualcuno a Palazzo evidentemente non si è affatto preoccupato, salvo poi, durante le elezioni per la Bat, uscirsene con un manifesto aberrante con il quale gli imprenditori venivano invitati a far lavorare i tranesi. Un modo come un altro per accaparrarsi qualche altro voto, visto che l'appello lanciato dal Sindaco Tarantini e dall'allora assessore Visibelli, non ha sortito alcunché di positivo. Anzi».

Le cifre presentate da Nenna sulla disoccupazione, sono preoccupanti: a fronte di 50-55 mila abitanti si contano, per ora, ben 4.800 disoccupati, poco meno del 10% della popolazione laddove si consideri che non tutti quelli senza lavoro si sono iscritti presso l'ufficio di collocamento. La "mappa" della disoccupazione tranese abbraccia quasi tutti i settori lavorativi: la "fetta" più grossa è rappresentata dagli operai dei settori lapideo e calzaturiero, un tempo trainanti dell'economia cittadina. Poi vi sono gli operai generici e tantissimi giovani, soprattutto fra i neo laureati.

«Ogni giorno, sia presso la sede dei Comunisti italiani che di alcuni sindacati, si assiste ad un continuo andirivieni di gente disperata che non riesce a sbarcare il lunario. I vari cantieri edili espongono sempre il solito cartello "personale al completo", ma poi vai a scoprire che la maggior parte della mano d'opera non è locale, ma proviene dai paesi viciniori. Gli altri settori lavorativi non stanno meglio: esercizi commerciali che aprono e chiudono nel giro di qualche mese, di industrie neanche a parlarne, basta ricordarsi della San Marco Sud e, recentemente della Filatura. Lo stato di precarietà in cui si vive a Trani è dimostrabile anche dalle richieste di sussidio che pervengono giornalmente ai servizi sociali, impossibilitati peraltro a venire incontro alle esigenze dei richiedenti per mancanza di disponibilità economica.

Ripristinare la lega disoccupati è stato il primo passo necessario per formare per un nucleo compatto di lavoratori, capaci tutti insieme, di rappresentare una forza nelle sedi istituzionali. Andare a pietire il contributo comunale, massimo 100 Euro una tantum, ammesso sempre che poi venga elargito, non serve a niente. Così si i calpesta solo la dignità delle persone che cercano altre strade per trovare il modo di sopravvivere. I recenti casi di indigenza conclamata venuti alla cronaca dimostrano quanto pesante sia la situazione di Trani».
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