Vita di città

I Giovani IDV ricordano la strage di via D'Amelio

Scrive ilvia di Lernia, responsabile GIV Trani

«Erano le 16:47 di una domenica pomeriggio quando il 19 luglio di 14 anni fa 90 kg di tritolo fecero letteralmente saltare in aria il giudice del pool antimafia Paolo Borsellino con le due auto della scorta,i suoi angeli bianchi,travolgendo nell'esplosione circa duecento metri di manto stradale nonché gli edifici presenti nella zona tra cui quello della madre e della sorella dalle quali il magistrato si stava recando. Quella fu una strage angosciosamente attesa dallo stesso Borsellino che sapeva di "dover fare in fretta" e che ogni giorno poteva essere l'ultimo,in quanto solo 57 giorni prima, il 23 maggio, 500 kg di tritolo uccisero nella strage di Capaci il giudice Giovanni Falcone, con la moglie e la scorta al seguito. Per rendere l'idea della brutalità di quegli attentati dinamitardi, vorrei ricordare che son serviti solo 350 kg di esplosivo per abbattere alcuni blocchi di Punta Perotti! Ma Provenzano, Brusca e Riina non potevano rischiare di mancare l'obiettivo perché quei due giudici risultavano scomodi,infatti adempivano fin troppo bene al loro dovere. Erano uomini indissolubilmente legati da uno spiccato senso della giustizia, rispettosi delle istituzioni,anche se da queste abbandonati e traditi,ma nonostante ciò non volevano definirsi eroi bensì magistrati bramosi di impegnarsi in una missione:liberare la società civile dal fenomeno mafioso che espandendosi a macchia d'olio coinvolgeva a vario modo tutti,dai ragazzini dei quartieri degradati ai colletti bianchi. Quei due giudici e il loro maxiprocesso facevano paura,come tutt'oggi l'intera categoria della magistratura dà fastidio a non pochi. I giudici infatti detengono l'unico potere istituzionale in grado di contrastarne altri. Eppure si muovono sulla base di leggi e codici, e non secondo libero arbitrio;e allora perché delegittimarli e denigrarli quotidianamente? La verità è che l'illecito,di qualsiasi natura sia,fa comodo a molti e il problema si pone solo quando è la giustizia ad intercettarlo. Ciò nonostante son passati 14 anni e la vittoriosa impresa dei giudici palermitani è ancora viva,ne è un esempio la" Nave della legalità " con a bordo 1000 ragazzi,che il 23 maggio di quest'anno è partita da Civitavecchia per giungere a Palermo e ricordare Falcone. Borsellino diceva: "Si può fermare un uomo, ma la forza delle sue idee vive negli altri uomini"» Silvia di LerniaResponsabile GIV Trani
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