Politica
«L’Amet ha venduto nel 2008 un terreno, ma rinuncia ad avere il dovuto»
I Verdi denunciano la strana cessione di un sito in corso Imbriani
Trani - martedì 21 dicembre 2010
«Il 10 agosto 2008, l'Amet bandiva un'asta pubblica relativa per vendere la proprietà all'incroci tra corso Imbriani e via Tisci, vicino alla vecchia fabbrica di campane Giustozzi. Nel bando veniva specificato che ciascun partecipante avrebbe dovuto cedere all'Amet un immobile al piano terra, da trasferire entro e non oltre 24 mesi dalla consegna dell'immobile di proprietà dell'Amet. Non si comprende per quale ragione la gara venne aggiudicata a una società che non era in possesso dell'immobile, così come richiesto dal bando, che si impegnava a cedere all'Amet un locale dell'edificando palazzo per un offerta complessiva di oltre un milione di euro.
In effetti l'Amet vendeva il proprio immobile il 14 dicembre 2006 per 1,36 milioni di euro oltre Iva alla società aggiudicataria. Quest'ultima a sua volta si impegnava con un atto preliminare a cedere all'Amet un immobile al piano terra di 198 metri quadrati da destinarsi a ufficio per un prezzo di 384mila euro oltre Iva. Il prezzo convenuto sarebbe stato quindi pagato dalla società aggiudicataria all'Amet, in parte in contanti e in parte con l'immobile al piano terra del valore di 384mila euro oltre Iva. A tal fine quale garanzia la società aggiudicataria costituiva in favore di Amet un deposito cauzionale di 384mila euro. Successivamente nell'anno 2007 la società aggiudicataria otteneva il permesso di costruire e le costruzioni ivi esistenti venivano demolite. Nel frattempo il Tribunale di Trani sottoponeva per vari motivi a sequestro tutto l'immobile oggetto di compravendita. Per tale motivo la società aggiudicataria, evidenziando eventuali responsabilità sulla correttezza della procedura di gara in capo all'Amet, preannunciava un'azione giudiziaria per ottenere la risoluzione del contratto di compravendita e la restituzione della parte di prezzo di 1,36 milioni di euro versato in contanti all'Amet.
Di fronte a tale ipotesi, il cda dell'Amet nel corso della seduta del 28 ottobre 2008, autorizzava il presidente alla sottoscrizione di una transazione con la società aggiudicataria con la quale, in cambio della rinuncia a eventuali azioni di risoluzione del contratto, rinunciava all'immobile al piano terra promesso e accettava il pagamento della compravendita di 1,36 milioni di euro in contanti. In sostanza l'Amet ha rinunciato ad acquisire un immobile di circa 200 metri quadrati, tra l'altro requisito di partecipazione al bando di gara.
In considerazione della rilevanza della vicenda e dei soldi, pubblici, in ballo chiediamo, innanzitutto, se il comitato di sorveglianza all'interno dell'Amet abbia dato il proprio parere sulla transazione e, soprattutto, se il Comune di Trani, proprietario dell'Amet, fosse a conoscenza di tale decisione. Infine: quali vantaggi ha avuto l'Amet dalla transazione considerato che ha rinunciato ad un immobile che avrebbe potuto utilizzare per le proprie esigenze aziendali o comunque vendere e ricavare una eventuale plusvalenza?».
Michele Di Gregorio e Francesco Laurora
Verdi Trani
In effetti l'Amet vendeva il proprio immobile il 14 dicembre 2006 per 1,36 milioni di euro oltre Iva alla società aggiudicataria. Quest'ultima a sua volta si impegnava con un atto preliminare a cedere all'Amet un immobile al piano terra di 198 metri quadrati da destinarsi a ufficio per un prezzo di 384mila euro oltre Iva. Il prezzo convenuto sarebbe stato quindi pagato dalla società aggiudicataria all'Amet, in parte in contanti e in parte con l'immobile al piano terra del valore di 384mila euro oltre Iva. A tal fine quale garanzia la società aggiudicataria costituiva in favore di Amet un deposito cauzionale di 384mila euro. Successivamente nell'anno 2007 la società aggiudicataria otteneva il permesso di costruire e le costruzioni ivi esistenti venivano demolite. Nel frattempo il Tribunale di Trani sottoponeva per vari motivi a sequestro tutto l'immobile oggetto di compravendita. Per tale motivo la società aggiudicataria, evidenziando eventuali responsabilità sulla correttezza della procedura di gara in capo all'Amet, preannunciava un'azione giudiziaria per ottenere la risoluzione del contratto di compravendita e la restituzione della parte di prezzo di 1,36 milioni di euro versato in contanti all'Amet.
Di fronte a tale ipotesi, il cda dell'Amet nel corso della seduta del 28 ottobre 2008, autorizzava il presidente alla sottoscrizione di una transazione con la società aggiudicataria con la quale, in cambio della rinuncia a eventuali azioni di risoluzione del contratto, rinunciava all'immobile al piano terra promesso e accettava il pagamento della compravendita di 1,36 milioni di euro in contanti. In sostanza l'Amet ha rinunciato ad acquisire un immobile di circa 200 metri quadrati, tra l'altro requisito di partecipazione al bando di gara.
In considerazione della rilevanza della vicenda e dei soldi, pubblici, in ballo chiediamo, innanzitutto, se il comitato di sorveglianza all'interno dell'Amet abbia dato il proprio parere sulla transazione e, soprattutto, se il Comune di Trani, proprietario dell'Amet, fosse a conoscenza di tale decisione. Infine: quali vantaggi ha avuto l'Amet dalla transazione considerato che ha rinunciato ad un immobile che avrebbe potuto utilizzare per le proprie esigenze aziendali o comunque vendere e ricavare una eventuale plusvalenza?».
Michele Di Gregorio e Francesco Laurora
Verdi Trani
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