Lima e Tomasicchio
Lima e Tomasicchio
Politica

Opere di metanizzazione, Fratelli d'Italia denuncia: «Provvedimento illegittimo»

E Tomasicchio: «Come cittadino diffiderò l'amministrazione comunale a rimuoverle»

L'installazione degli impianti di metanizzazione è un atto illegittimo. Lo sostengono Emanuele Tomasicchio e Raimondo Lima, consiglieri comunali di Fratelli d'Italia, nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina. «Avevo proposto di comprare il tapiro d'oro e consegnarlo al sindaco Bottaro», ha ironizzato Tomasicchio. «Il provvedimento totalmente illegittimo che è stato adottato è di una pagina e ci sono almeno una decina di violazioni di legge», ha denunciato. «Hanno preso le cabine del gas che erano interrate e le hanno messe fuori suolo. Per poter fare questo ci vuole - ha spiegato - il permesso a costruire perché trattasi di modifica stabile del territorio. L'Ufficio tecnico non ha rilasciato nessun permesso, ma ha solamente dato una autorizzazione pura e semplice. Il che non si può fare. Dopo di che ci vuole il parere della Soprintendenza perché quelle piazze sono regolate dal Codice dei Beni culturali e sono anche assoggettate all'obbligo preventivo del parere della Soprintendenza dalle norme tecniche di attuazione del nostro Pug».

Ma c'è di più secondo Tomasicchio. «Abbiamo l'obbligo di ritornare in Consiglio comunale perché è una variante al piano regolatore», ha aggiunto. «Il piano di rete metanifera fu approvato dal Consiglio comunale nel 1980 e, per modificarlo, occorre tornare in Consiglio comunale. Dopo di che - ha proseguito - c'è la questione relativa al subappalto: la ditta che esegue i lavori non è la stessa che ha chiesto l'autorizzazione ad effettuare questi lavori. Qui siamo in tema di concessione di lavori pubblici e quindi anche di applicabilità della legge antimafia. Chi è questa ditta che oggi ci chiede di effettuare questi lavori? E perché non c'è la segnalazione al Comune, che doveva autorizzare o quanto meno prendere atto, dei lavori in subappalto? Questa è una violazione grave. Nell'autorizzazione rilasciata dal Comune si dice esplicitamente di indicare la ditta - ha rimarcato - che effettuerà i lavori in subappalto ai fini dell'approvazione del Comune stesso».

Tra le altre violazioni, Tomasicchio ha citato anche il fatto che «la legge prevede che se il concessionario dei Lavori pubblici cambia, si deve fare la comunicazione al Comune e quest'ultimo deve approvare. Che titolo hanno queste ditte a fare questi lavori?». Inoltre, c'è un dato politico non trascurabile, secondo l'ex candidato sindaco di centrodestra: «Le piazze in questione - ha detto - sono quelle a cui i cittadini sono più affezionati: piazza Sant'Agostino, piazza della Repubblica e piazza San Michele. Io cittadino devo decidere come devono essere trattate queste piazze. Non può venire un ingegnere da non so dove o la multinazionale francese o americana a decidere come cambiare queste piazze. Sono i cittadini che devono deciderlo. E, invece, deleghiamo tutto e consentiamo che vengano effettuati questi obbrobri affetti da illegittimità gravissime».

Raimondo Lima aggiunge che «è un colpo al cuore al centro storico della città». «Vogliamo vedere - precisa Lima - se c'è una concessione della Soprintendenza. Fa sorridere pensare al muro di Villa Bini, per il quale la Soprintendenza ci ha fatto penare per rilasciare un'autorizzazione per smontare e rimontare quel muretto, nell'ambito dei lavori per il sottopasso di via De Robertis che il quartiere Stadio sta ancora aspettando. In virtù di quale concessione l'amministrazione comunale - ha chiesto Lima - ha autorizzato questi lavori? E la Soprintendenza cosa ne pensa? Anche perché siamo di fronte a piazze storiche, che avrebbero meritato miglior sorte. Penso a piazza Gradenico, trattata anche come parcheggio per un periodo. Noi vorremmo sottolineare - ha concluso - anche la questione inerente l'arredo urbano della piazza, che sicuramente meriterebbe miglior sorte che vedersi montare queste cabine».

Infine, Tomasicchio, ha annunciato che ("in qualità di cittadino e non di consigliere comunale") presenterà «una diffida nei confronti dell'amministrazione comunale per la demolizione di quei manufatti, perché sono privi di titolo legittimante».
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