Francesco Giannella
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Vita di città

Palazzo Torres, l'addio dell'ex procuratore aggiunto Francesco Giannella

Il monito: «I magistrati non rimangano troppo a lungo nello stesso posto»

Da martedì è giè operativo in via Nazariantz a Bari, come coordinatore della Direzione distrettuale antimafia. Ma oggi l'ormai procuratore aggiunto di Bari, Francesco Giannella, ha salutato colleghi, dipendenti e avvocati nell'aula di Corte d'Assise del Tribunale di Trani. A Palazzo Torres Giannella è stato per più di otto anni come vice procuratore; ma prima ancora vi ha lavorato come sostituto. Nell'ultimo anno, dopo il trasferimento a Taranto di Carlo Maria Capristo, ha retto le sorti della Procura tranese fino all'insediamento di Antonino Di Maio, avvenuto il 19 giugno scorso. E c'era anche il neo procuratore oggi a salutare Giannella.

L'ex aggiunto ha parlato del nuovo capo come di "un buon acquisto". Ma ha motivato soprattutto la scelta del nuovo incarico nella procura di Bari. «Una procura abbastanza grande, in un capoluogo con traffici internazionali di ogni genere, di immigrati, clandestini e anche poteziali terroristi, traffici stupefacenti», ha sottolineato. «A Bari c'è una realtà criminale e sociale completamente diversa. Il lavoro che mi aspetta è quello di avere un orizzonte più ampio». Ma ha rimarcato anche la diversità tra il lavoro da poco iniziato negli uffici baresi e quello a Trani. «Il mio lavoro per 8 anni - ha spiegato - è stato quello di sostenere il procuratore della Repubblica nel suo incarico e di occuparmi di tuttio. In una procura più grande un aggiunto può speciaizzarsi su certi aspetti».

Ma soprattutto Giannella ha sottolineato la necessità di "cambiare". «E' giusto non rimanere ancorati allo stesso posto, allo stesso Tribunale, alla stessa città», ha detto. «Perchè quando passano troppi anni per un magistrato nello stesso tribunale si cominia a diventare come lungodegenti, ci si ammala di dinamiche che a volte non sono nemmeno troppo trasparenti».

Riguardo all'anno di reggenza ha detto, poi, che «è stato tostissimo» soprattutto per l'inchiesta sulla strage della Ferrotramviaria del 12 luglio 2016. «Una tragedia - ha rimarcato - che ha colpito noi tutti come uomini prima di tutto e anche come magistrati, perché abbiamo lavorato al massimo per raccogliere gli elementi per sostenere l'accusa in giudizio. Ci manca ancora poco e spero di poter continuare a contribuire anche da Bari ancora a questo lavoro».

Ma ha soprattutto ringraziato i suoi collaboratori della polizia giudiziaria e delle cancellerie che più lo hanno supportato nel suo lavoro di questi anni e tra tutti i colleghi la pm Silvia Curione, che con lui ha lavorato all'inchiesta sulla Casa Divina Provvidenza, conclusasi proprio ieri con il rinvio a giudizio di 14 persone.

La Procura di Bari è un ritorno a casa per il barese Giannella, che qui è stato sostituto e ha sostenuto l'accusa nel processo di primo grado per il rogo doloso del teatro Petruzzelli e, come magistrato della Dda, ha condotto anche indagini contro i clan mafiosi Anemolo, Capriati e Anacondia.
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