Politica

Perché la Regione ha bocciato il PUG di Trani?

Sull'argomento interviene Rifondazione Comunista.

«E' l'argomento principe delle ultime settimane: Il PUG della Città di Trani. Come sempre accade per argomenti che riguardano la vita delle persone e gli interessi di pochi si utilizzano acronimi e termini per far si che nessuno ci capisca nulla. Uno strumento che i grandi palazzinari e le lobby immobiliari preferiscono non venga a conoscenza di coloro i quali (tantissimi) sono costretti a pagare affitti e rate di mutuo esagerate o di coloro i quali sono costretti a far giocare i propri figli nell'unica zona verde rimasta a disposizione dei tranesi, la villa comunale, visto che tutte le aree non edificate sono ormai ridotte al lumicino e con questo piano regolatore sono destinate a scomparire o a concentrarsi nelle estreme periferie. Ne è dimostrazione il fatto che in questi giorni la stampa locale pullulava di comunicati stampa su questo documento, senza che quasi nessuno abbia provato a far capire e spiegare quale stravolgimento in negativo dal punto di vista della qualità della vita per i poveri cristi, e quali guadagni per pochi possa portare questo nuovo strumento realizzato dalla destra della nostra città. Ma cos'è questo documento e perché la Regione Puglia lo ha bocciato?

Il PUG è qualcosa di simile al "piano regolatore", uno strumento che regola l'attività edificatoria e contiene indicazioni sul possibile utilizzo o tutela di parte del territorio. E' lo strumento che indica se ci saranno zone verdi e dove localizzarle, se ci sono zone da preservare perché storiche, se nel centro storico è possibile costruire, individua le zone in cui insediare le aziende o quelle dove concentrare gli alberghi, dove realizzare edilizia popolare e convenzionale (case popolari e cooperative), i metri cubi di cemento ancora necessari per i prossimi anni in base all'andamento demografico. Insomma questo strumento definisce le strategie di sviluppo dell'intera città per i prossimi decenni e forse per sempre. Perché la Regione lo ha bocciato?

Per l'ennesima volta, la Regione Puglia, cerca di salvare la nostra città da una classe politica che a parole dice di amare Trani ma che nei fatti la sta affossando definitivamente. Infatti dopo aver bloccato l'inceneritore, la Regione Puglia cerca di impedire che la bella Trani venga sommersa per sempre dal cemento, un uragano che la seppellirà definitivamente dopo che i nostri avi hanno fatto di tutto per donarcela ordinata e vivibile. Ma cerchiamo di tradurre in linguaggio più semplice alcune delle osservazioni della Regione.

1. All'interno delle zone agricole sono previsti interventi e opere di ogni genere, da impianti industriali a impianti sportivi, da impianti produttivi energetici a studi professionali, che in parole povere stravolgeranno il territorio comportando notevoli costi per l'economia agricola della nostra città. Ancora una volta mentre nelle altre città ci si muove verso la valorizzazione e la tutela del l'ambiente naturale e del paesaggio, nella nostra città si pensa a come cancellare l'ultimo lembo di campagna tranese ricco di pregi naturalistici ed ambientali e di un paesaggio agrario ancora intatto;

2. Non bastasse, si introduce una nuova area sempre agricola, ma denominata "speciale", in cui è possibile costruire quasi tutto. Se fino a qualche anno fa i nostri padri andavano a Capirro per respirare un poco di aria pura, ai nostri figli toccherà andare sulla Murgia;

3. Anche nel centro storico l'assenza di vincoli ben precisi può portare allo stravolgimento del paesaggio contrastando gli obiettivi di tutela dei valori ambientali, storici e culturali. Saranno consentite sopraelevazioni nel centro storico e ricostruzioni nel borgo ottocentesco in assenza di valutazioni di impatto paesaggistico;

4. Non vengono previste forme di tutela del paesaggio costiero sia in direzione Bisceglie che in direzione Barletta;

5. Vengono considerate inidonee molte costruzioni delle aree del centro città, per giustificare un aumento generalizzato di vani. Anche le pietre sanno che tutte le zone del centro storico e le sue immediate vicinanze sono interessate da un marcato fenomeno di recupero delle residenze; 6. Il Piano non fornisce alcuna informazione sulla programmazione riguardante il settore commerciale, il settore energetico e la mobilità urbana. Inevitabile a questo punto la convinzione che sia solo un operazione speculativa che serve a determinati interessi imprenditoriali e non alla collettività. Dobbiamo evitare oggi, e siamo ancora in tempo, un danno irreversibile alla bellezza della nostra città. Conservare e tutelare il paesaggio ed il centro storico è la nostra vera ricchezza che corrisponde ad un interesse pubblico. Il PUG così come presentato dal centrodestra non lo è.»

Rifondazione Comunista Trani
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