
Cronaca
Processi rating, oggi la sentenza dei giudici di Trani
La Procura accusa S&P e Fitch per le manipolazioni del mercato tra 2011 e 2012
Puglia - giovedì 30 marzo 2017
In ogni caso saranno sentenze storiche. Perché per la prima volta in Italia un Tribunale si pronuncerà sull'operato delle agenzie di rating. Due i processi - uno a figure apicali di Standard & Poor's, l'altro ad un analista di Fitch - che oggi sfoceranno nelle rispettive sentenze di primo grado del Tribunale di Trani: entrambi i collegi sono presieduti da Giulia Pavese. Tutti gli imputati sono accusati di manipolazione del mercato.
Nel processo Standard & Poor's il pubblico ministero Michele Ruggiero (nella foto) ha puntato l'indice sui quattro report che tra, maggio 2011 e gennaio 2012, avrebbero contenuto informazioni distorte sull'affidabilità creditizia italiana. La requisitoria ha portato alla richiesta di condanne a 2 due anni di reclusione e a 300 mila euro di multa per il presidente di S&P Deven Sharma; a 3 anni e 500mila euro di multa ciascuno per Yann Le Pallec, responsabile per l'Europa, e per gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill Moritz Kraemer; nonché alla richiesta di una sanzione pecuniaria di 4 milioni e 647mila euro per S&P quale persona giuridica. I difensori degli imputati hanno criticato fermamente l'ipotesi accusatoria e le richieste di pena, concludendo per l'assoluzione.
Così come avvenuto nel processo Fitch, da parte della difesa dell'analista David Michael Willmoth Riley, capo rating sovrano della sede di Londra. Nei suoi confronti il pm ha chiesto la condanna a 9 mesi di reclusione e a 16mila euro di multa. Gli sono contestate le presunte irrituali anticipazioni fatte a mercati aperti nei giorni precedenti il formale declassamento dell'Italia, avvenuto il 27 gennaio 2012. Secondo l'accusa, il report anticipatorio di Fitch avrebbe provocato "effetti di turbolenza, volatilità e negatività dei titoli italiani ancor prima dell'ufficiale retrocessione".
Nel processo sono costituti parti civili investitori che lamentarono perdite in borsa per le anticipazioni contestate, nonché le associazioni di consumatori Adusbef, Acu e Federcosumatori.
Nel processo Standard & Poor's il pubblico ministero Michele Ruggiero (nella foto) ha puntato l'indice sui quattro report che tra, maggio 2011 e gennaio 2012, avrebbero contenuto informazioni distorte sull'affidabilità creditizia italiana. La requisitoria ha portato alla richiesta di condanne a 2 due anni di reclusione e a 300 mila euro di multa per il presidente di S&P Deven Sharma; a 3 anni e 500mila euro di multa ciascuno per Yann Le Pallec, responsabile per l'Europa, e per gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill Moritz Kraemer; nonché alla richiesta di una sanzione pecuniaria di 4 milioni e 647mila euro per S&P quale persona giuridica. I difensori degli imputati hanno criticato fermamente l'ipotesi accusatoria e le richieste di pena, concludendo per l'assoluzione.
Così come avvenuto nel processo Fitch, da parte della difesa dell'analista David Michael Willmoth Riley, capo rating sovrano della sede di Londra. Nei suoi confronti il pm ha chiesto la condanna a 9 mesi di reclusione e a 16mila euro di multa. Gli sono contestate le presunte irrituali anticipazioni fatte a mercati aperti nei giorni precedenti il formale declassamento dell'Italia, avvenuto il 27 gennaio 2012. Secondo l'accusa, il report anticipatorio di Fitch avrebbe provocato "effetti di turbolenza, volatilità e negatività dei titoli italiani ancor prima dell'ufficiale retrocessione".
Nel processo sono costituti parti civili investitori che lamentarono perdite in borsa per le anticipazioni contestate, nonché le associazioni di consumatori Adusbef, Acu e Federcosumatori.
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