Bottaro
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Riordino ospedaliero, per Trani una rete di assistenza territoriale e il ripristino del pronto soccorso

Le richieste del sindaco in commissione Sanità

Una rete di assistenza territoriale che abbia una valenza per tutta la Asl Bt e il ripristino del pronto soccorso i cui lavori sono praticamente conclusi. Sono le richieste che il sindaco Amedeo Bottaro ha fatto ieri in III commissione Sanità, in via Capruzzi.

Bottaro è stato categorico soprattutto sulla questione pronto soccorso. «Non è possibile - ha spiegato - pensare di avere un unico pronto soccorso per due città, Trani e Bisceglie, che hanno in tutto 120 mila abitanti e che, in estate, superano i 200 mila. Inoltre non è pensabile averne solo uno a Bisceglie, tanto più che a Trani - ha concluso - sono in corso i lavori per la realizzazione di un pronto soccorso avveniristico, che ho definito all'americana».

Quella di ieri è stata l'ultima tornata per le audizioni sul riordino della rete ospedaliera. Da oggi i consiglieri regionali potranno presentare gli emendamenti al piano, così come proposto dal presidente della commissione Pino Romano. Il termine di scadenza degli stessi è per lunedì 4 aprile alle ore 12. Martedì 5 avrà luogo la commissione Sanità in cui saranno esaminati, alla presenza del direttore del dipartimento Salute Giovanni Gorgoni, in vista dell'audizione presso il Ministero della salute che si svolgerà il 7 aprile prossimo.

Nella lunga giornata di audizioni, ieri, è stata critica la posizione dei sindacati di comparto (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) che vedono un provvedimento condotto in una logica di risparmio, con tagli lineari che porteranno a un aumento della mobilità sanitaria passiva e ad una maggiore disomogeneità nell'applicazione dei Lea nel territorio pugliese. «Balza agli occhi – secondo la Uil – la discrasia tra i posti letto previsti nei provvedimenti della giunta regionale (12.998) e i 14.783 che dovrebbero spettare alla Puglia in base allo standard nazionale di 3,7 posti letto/1000 abitanti per acuti. Una perdita secca di 1.785 posti letto che, unitamente ai 20.000 operatori del settore in meno che la regione presenta rispetto all'Emilia Romagna (che a parità di popolazione usufruisce di un finanziamento di 1,6 miliardi in più), penalizza fortemente la sanità pugliese».

Aspetto rimarcato successivamente anche dalla Federazione medici di famiglia, che ha parlato di indicatori di assistenza su cui inevitabilmente si scarica il definanziamento del sistema: fasce di popolazione che non si curano, aumento della mortalità, aumento delle liste d'attesa, etc. Anche secondo la Cisl su personale e riparto del fondo sanitario va aperto con urgenza un confronto serrato e di merito con il Governo nazionale. Inoltre – ad avviso del sindacato – mancano nei provvedimenti di riordino l'integrazione tra i servizi sanitari e quelli socio assistenziali e il richiamo agli indicatori epidemiologici.

L'UGL ha lamentato il mancato confronto preventivo e si è chiesta quale reale capacità puo' avere il riordino in discussione di intervenire sulla effettiva e duratura riduzione della spesa sanitaria, senza depotenziare i servizi e senza aumentare i costi a carico dei cittadini e la mobilità passiva. Secondo la Cigl il riordino è un'operazione di cassa che in fase di applicazione porterà a un assetto assistenziale insufficiente. Peraltro non rispetta neanche i parametri fissati dal D.M. n. 70/2015. Si poteva fare meglio – secondo la Cgil -, prevedendo, ad esempio, la chiusura dell'ospedale di Lucera. Due le richieste del sindacato: investire sul personale e sui presidi ospedalieri di secondo livello.

Secondo la Fassid (sindacato medico del territorio e dei servizi di radiologia e laboratorio analisi degli ospedali) occorre prevedere nel piano la creazione di strutture poliambulatoriali pubbliche in sinergia con la rete ospedaliera, che possa offrire al paziente la certezza della continuità assistenziale sia in entrata (da domicilio all'ospedale) che in uscita (dall'ospedale al domicilio).

A seguire sono stati ascoltati i rappresentanti dei Comuni di San Severo (chiesta la riassegnazione del Laboratorio di Emodinamica e l'attivazione di posti letto di Pediatria e Terapia intensiva); Trani (richiesta una rete di assistenza territoriale che abbia una valenza per tutta la Asl Bt e il ripristino del pronto soccorso i cui lavori sono già in fase di esecuzione); Noci e Alberobello (il presidio ospedaliero di riferimento è quello di Putignano di cui si chiede che venga confermata l'operatività anche per il futuro, visto che serve un bacino di utenza di più di 200.000 persone che devono fare i conti con la particolare conformazione orografica del territorio e con un sistema di trasporto pubblico inadeguato).

Giudizio critico dell'Usppi medici sul riordino che non modifica la sostenibilità del sistema, mantiene gli attuali insoddisfacenti rapporti tra i livelli assistenziali (prevenzione, territorio e ospedale) e sottrae risorse a quest'ultimo, considerato, ad esempio, che il 60% delle prestazioni nei P.S. dovrebbero essere svolto dalle strutture territoriali.
Sono stati ascoltati anche i rappresentanti delle associazioni scientifiche (Sige, Aigo e Sied in materia di Gastroenterologia): i ricoveri per questa specialità sono i secondi per numero subito dopo la Cardiologia. Di qui la necessità di ridurre i posti letto di Medicina anzichè quelli di Gastroenterologia, con conseguenti rilevanti risparmi di spesa.

Infine sono stati ascoltati i rappresentanti dell'Aforp (fornitori ospedalieri) e dei comitati Alto Tavoliere San Severo e Civico per la salute Molfetta, l'Associazione Difesa strutture sanitarie cittadine Molfetta e del Comitato L 328 Trani.
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