Cronaca

Ristoratori di Trani sul piede di guerra dopo i sequestri dello scorso settembre.

In 3 mesi perso un milione di euro

L'estate scorsa è finita male, l'inverno sta andando malissimo, ma la primavera e l'estate del 2008 rischiano di andare persino peggio. E' davvero un brutto momento per i ristoratori dell'area portuale, forse il peggiore nella storia del settore. Tutto è cominciato a settembre, a stagione ancora in corso: ricorderete il maxi sequestro di pedane, tavolini, ombrelloni e gazebo operato dalla Guardia di Finanza su disposizione della Procura di Trani. I ristoratori furono accusati, a vario titolo, di aver realizzato manufatti senza l'autorizzazione della Soprintendenza, di non avere le autorizzazioni della Capitaneria di Porto, in alcuni casi di aver occupato aree pubbliche in assenza di autorizzazione dell'ufficio tributi e senza aver pagato la Tosap e in altri casi di aver occupato più spazio rispetto a quello effettivamente concesso dal Comune. L'inchiesta della magistratura sta andando avanti, intanto però chi ha smontato le pedane ha ottenuto il dissequestro. Sul fronte amministrativo il sindaco Pinuccio Tarantini qualche giorno dopo il sequestro firmò un'ordinanza con cui disponeva l'obbligo di pulizia delle strutture esterne da parte dei gestori dei locali, un provvedimento che, come fu lasciato intendere nel corso di una conferenza stampa, doveva essere finalizzato ad ottenere dalla Procura la facoltà d'uso delle strutture in questione. In realtà questo non è mai avvenuto.



Come anche la stesura del regolamento che avrebbe dovuto risolvere in modo definitivo i problemi. "Il sindaco disse che sarebbe stato pronto entro la fine dell'anno", spiega Mario Petrocelli, segretario della neonata Associazione Ristoratori Tranesi. "Il problema è che il 31 dicembre scadono tutte le autorizzazioni e nessuno ha presentato domanda di rinnovo proprio perché non si conoscono le nuove regole".

Questo significa che dal 1° gennaio qualsiasi struttura esterna è da considerarsi abusiva? "Questa volta sì". Quindi dovrete aspettarvi nuove sanzioni? "Ormai ci abbiamo fatto l'abitudine. Nelle scorse settimane abbiamo subito una raffica di multe dalla Capitaneria di Porto per mancato rispetto della dirigenziale del Comune". Piove sul bagnato. "Già, come se non bastassero le spese legali che abbiamo finora sostenuto e i danni provocati dai mancati incassi".

A proposito, come sono andate le cose negli ultimi tre mesi. "Malissimo. Pensi che qualche collega ha deciso di anticipare le ferie a dicembre, che è un mese notoriamente positivo per i nostri affari. Quest'anno il porto è un mortorio. Stiamo registrando il 70% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso".
Facciamo qualche conto. "Consideri una media di 300 euro in meno al giorno, che moltiplicati per un mese fanno circa 10.000 euro, per 30 locali, per 3 mesi sono grossomodo 1.000.000 di euro in meno. Un danno che a cascata si riversa anche sui nostri fornitori e sui nostri dipendenti".

Torniamo al regolamento: quindi fin quando non sarà pronto non potrete lavorare all'esterno? "Se il giorno della Befana ci sono 20° gradi nessuno di noi potrà lavorare fuori. A questo punto speriamo che la Primavera tardi il più possibile".

Cosa chiedete? "Di poter lavorare 12 mesi l'anno, come succede in tutte le città turistiche. Invitiamo l'amministrazione a darsi da fare, a risolvere in fretta il problema e a risolverlo in modo che la città possa crescere. Noi rappresentiamo una parte importante dell'economia cittadina: bloccare noi significa bloccare flusso di denaro e, se vogliamo, bloccare anche il turismo".

Antonio Procacci
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