
Cronaca
Scempio al cimitero, assolto in Appello l'ex sindaco Tarantini
Ridotte le condanne in secondo grado per gli altri tre imputati
Trani - sabato 19 marzo 2016
0.10
Si è chiuso con un'assoluzione, due condanne pecuniarie e una riduzione di pena il processo in Corte d'Appello per lo scempio del cimitero di Trani. In particolare è stato assolto perché il fatto non sussiste l'ex sindaco Giuseppe Tarantini, in primo grado condannato a quattro mesi; sostituite con condanne pecuniarie, a 1.140 euro ciascuno, le precedenti condanne detentive sempre a quattro mesi di Corrado Cisotti e Gabriele Dell'Oglio, ex responsabili della cooperativa Re Manfredi che si occupava dei servizi cimiteriali; ridotta da sei a quattro mesi la condanna per l'ex dirigente dell'ufficio tecnico del Comune, Giuseppe Affatato, in quanto risultano prescritte le condotte addebitategli fino al 20 marzo 2008.
L'inchiesta sullo scempio al cimitero prese le mosse, nel 2008, dalle denunce dei parenti di alcuni defunti, stanchi di assistere inermi al degrado dilagante nell'area del camposanto tranese. Bare e resti umani che fuoriuscivano dai loculi; resti di bare (compresa anche la parte in zinco) gettati in fosse, anziché essere smaltiti in apposite discariche, insieme anche a ossa umane; tombe scoperte. Per questo nel dicembre 2010 finirono a processo dieci persone tra amministratori, funzionari e dipendenti comunali, ritenuti responsabili del degrado cimiteriale: erano imputati, a vario titolo, per interruzione di pubblico servizio, inadempimento di contratti di pubbliche forniture, omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari, omissione di lavori su costruzioni in degrado, omissione in atti d'ufficio e falso ideologico. In quattro vennero condannati, mentre per gli altri sei il Tribunale di Trani dispose l'assoluzione.
La Procura di Trani non ha proposto appello, mentre lo hanno fatto tutti e quattro gli imputati condannati. Assoluzione piena per l'ex sindaco, difeso dagli avvocati Filiberto Palumbo e Rosita Petrelli.
L'inchiesta sullo scempio al cimitero prese le mosse, nel 2008, dalle denunce dei parenti di alcuni defunti, stanchi di assistere inermi al degrado dilagante nell'area del camposanto tranese. Bare e resti umani che fuoriuscivano dai loculi; resti di bare (compresa anche la parte in zinco) gettati in fosse, anziché essere smaltiti in apposite discariche, insieme anche a ossa umane; tombe scoperte. Per questo nel dicembre 2010 finirono a processo dieci persone tra amministratori, funzionari e dipendenti comunali, ritenuti responsabili del degrado cimiteriale: erano imputati, a vario titolo, per interruzione di pubblico servizio, inadempimento di contratti di pubbliche forniture, omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari, omissione di lavori su costruzioni in degrado, omissione in atti d'ufficio e falso ideologico. In quattro vennero condannati, mentre per gli altri sei il Tribunale di Trani dispose l'assoluzione.
La Procura di Trani non ha proposto appello, mentre lo hanno fatto tutti e quattro gli imputati condannati. Assoluzione piena per l'ex sindaco, difeso dagli avvocati Filiberto Palumbo e Rosita Petrelli.
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