
Associazioni
Trani, il terzo settore si ribella
«Ritirate le gare del piano di zona». Invito a riprendere la strada intrapresa nei tavoli di concertazione
Trani - sabato 1 ottobre 2011
Il terzo settore di Trani non ci sta ed a chiare invita la dirigente dell'ufficio di piano di zona a ritirare le gare indette ed a rivederne i meccanismi. A San Luigi, davanti al presidente del Consiglio comunale Giuseppe Di Marzio, ed al consigliere comunale, Beppe Corrado (seduti in platea) i rappresentanti delle associazioni e delle cooperative tranesi hanno chiesto un intervento forte della politica per «rimediare ad uno scempio e ad un sistema di appaltare le gare da Medioevo».
Un po' tutti i presenti intervengono al dibattito. «Aver scoperto da Internet di essere stati spazzati via dopo aver scritto la storia sociale della città è stato un colpo duro da digerire» dice Daniele Ciliento a nome delle associazioni che hanno convocato l'assemblea. «Non ne facciamo una questione di soldi, ma l'essere stati ignorati è stata una mortificazione soprattutto se si considera il lavoro sviluppato durante i tavoli di concertazione. Così non si va da nessuna parte, bisogna ripartire da quel percorso intrapreso tempo fa».
«In Italia - ha spiegato Felice Di Lernia - vige il principio diritto alla continuità assistenziale per rispettare il quale lo Stato, le Asl e gli Enti locali devono garantire la continuità dei servizi. Né il quadro normativo, né le scienze sociali, né alcun codice deontologico fa riferimento al fantomatico principio della rotazione. Ciò detto, auspichiamo sinceramente che si ristabilisca quanto prima un clima di correttezza nel quale, per esempio, chi chiede soltanto di essere invitato a una procedura pubblica possa farlo senza essere linciato mediaticamente. Proprio per il raggiungimento di questo scopo abbiamo, insieme ad altre cooperative ed associazioni, convocato questo incontro».
Salvatore Venditti ha sottolineato il ruolo del terzo settore tranese. «Abbiamo saputo offrire in passato spunti di grande innovazione, distinguendoci per la capacità proposita e di cooperazione. Il tezro settore dinnanzi a quanto è stato fatto non può restar zitto, ha il dovere di vigilare e di opporsi come in questo caso. La dirigente dell'ufficio di piano riveda le procedure e vada verso la logica della trasparenza e di una stategia di sviluppo dei servizi a livello territoriale».
Un po' tutti i presenti intervengono al dibattito. «Aver scoperto da Internet di essere stati spazzati via dopo aver scritto la storia sociale della città è stato un colpo duro da digerire» dice Daniele Ciliento a nome delle associazioni che hanno convocato l'assemblea. «Non ne facciamo una questione di soldi, ma l'essere stati ignorati è stata una mortificazione soprattutto se si considera il lavoro sviluppato durante i tavoli di concertazione. Così non si va da nessuna parte, bisogna ripartire da quel percorso intrapreso tempo fa».
«In Italia - ha spiegato Felice Di Lernia - vige il principio diritto alla continuità assistenziale per rispettare il quale lo Stato, le Asl e gli Enti locali devono garantire la continuità dei servizi. Né il quadro normativo, né le scienze sociali, né alcun codice deontologico fa riferimento al fantomatico principio della rotazione. Ciò detto, auspichiamo sinceramente che si ristabilisca quanto prima un clima di correttezza nel quale, per esempio, chi chiede soltanto di essere invitato a una procedura pubblica possa farlo senza essere linciato mediaticamente. Proprio per il raggiungimento di questo scopo abbiamo, insieme ad altre cooperative ed associazioni, convocato questo incontro».
Salvatore Venditti ha sottolineato il ruolo del terzo settore tranese. «Abbiamo saputo offrire in passato spunti di grande innovazione, distinguendoci per la capacità proposita e di cooperazione. Il tezro settore dinnanzi a quanto è stato fatto non può restar zitto, ha il dovere di vigilare e di opporsi come in questo caso. La dirigente dell'ufficio di piano riveda le procedure e vada verso la logica della trasparenza e di una stategia di sviluppo dei servizi a livello territoriale».
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