
Cronaca
Villa Turrisana, si finisce davanti al Tar
Il Comune di Trani sarà difeso da un avvocato molfettese. L'immobile è stato sequestrato mentre erano in corso lavori
Trani - lunedì 10 dicembre 2012
16.42
Villa Turrisana, a distanza di 2 mesi esatti dal sequestro, si finisce davanti al Tar. La società Gavetone ha notificato al Comune il ricorso presentato per l'annullamento (previa sospensione) del provvedimento dirigenziale con cui è stato disposto il rigetto della richiesta di permesso di costruire in sanatoria. Il Comune ha affidato l'incarico difensivo ad un avvocato molfettese, Domenico Colella, impegnando una spesa di 5 mila euro.
L'immobile, una delle ultime dimore storiche della campagna tranese, è stato sequestrato mentre erano in corso lavori di demolizione. Il procedimento del pm Ettore Cardinali vede indagate quattro persone, a cominciare dal direttore dei lavori e progettista, l'ingegner Ugo Betti (all'epoca anche assessore all'urbanistica). Nel registro degli indagati sono stati iscritti anche Angelo Antonio Iannelli (con cui Betti condivideva l'incarico), il committente dei lavori, Erica Ann Raguseo (titolare della Gavetone srl) e Leonardo Curci, titolare della Tecnogest, l'impresa esecutrice dei lavori.
Secondo l'accusa, i lavori sarebbero stati eseguiti in difformità rispetto al permesso di costruire rilasciato dal Comune e, di fatto, l'intero immobile sarebbe stato demolito ad eccezione della facciata principale. A portare a galla la vicenda erano stati gli attivisti di Legambiente.
L'immobile, una delle ultime dimore storiche della campagna tranese, è stato sequestrato mentre erano in corso lavori di demolizione. Il procedimento del pm Ettore Cardinali vede indagate quattro persone, a cominciare dal direttore dei lavori e progettista, l'ingegner Ugo Betti (all'epoca anche assessore all'urbanistica). Nel registro degli indagati sono stati iscritti anche Angelo Antonio Iannelli (con cui Betti condivideva l'incarico), il committente dei lavori, Erica Ann Raguseo (titolare della Gavetone srl) e Leonardo Curci, titolare della Tecnogest, l'impresa esecutrice dei lavori.
Secondo l'accusa, i lavori sarebbero stati eseguiti in difformità rispetto al permesso di costruire rilasciato dal Comune e, di fatto, l'intero immobile sarebbe stato demolito ad eccezione della facciata principale. A portare a galla la vicenda erano stati gli attivisti di Legambiente.




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