Monitor
Fabrizio Ferrante replica all'ultimo Monitor
Nessuna candidatura a sindaco. Con o senza primarie.
mercoledì 21 giugno 2006
Nel pomeriggio di Martedì 20 Giugno ho ricevuto una cortese telefonata da Fabrizio Ferrante, giovane esponente politico dell'area di centro sinistra tranese, che era comparso in una serie di nomi papabili, nell'ultimo numero di Monitor, come candidato sindaco per le prossime elezioni amministrative che si terranno tra meno di due anni. Ferrante ha inteso smentire la sua probabile candidatura, con o senza primarie. Lo stesso si è detto interessato a lavorare unicamente per la coalizione di centro - sinistra, non avendo ambizioni personali, in nessun modo per la candidatura a Primo cittadino. Anzi, nell'occasione Ferrante ha approfittatto per dire la sua sulla questione Primarie, dichiarando:" Non credo in questo strumento: alle primarie si dovrebbe ricorrere, a mio modo di vedere, solo in casi estremi, in cui non ci sia un accordo preciso, da parte della coalizione, su di un nome. Ecco quindi che in quel caso si ricorre all'intervento poplare per definire la stessa candidatura che quindi non deve essere sottoposta, a prescindere, all'esame Primarie."
Ringrazio Ferrante per il cortese chiarimento e a mia volta preciso che la voce sulla sua possibile candidatura era giunta da una fonte interna alla sua coalizione. A tal punto mi era sembrata attendibile. sulle primarie abbiamo però un punto di vista differente: Lei ragiona nell'ottica del politico vuole che i conti tornino, in tutti i sensi già dall'inizio all'interno della coalizione. Io ragiono da cittadino - uomo della strada, o almeno cerco d'immedesimarmi in questa categoria, pur essendo giornalista, e ritengo le Primarie non un "ripiego" in caso di mancato accordo tra politci, ma una chance effettiva di coinvolgimento popolare e partecipazione che rappresenta un atto dovuto ai cittadini che, mi permetta un po' di sano qualunquismo, pagando le tasse e di riflesso lo stipendio ai polici, hanno il diritto di partecipare attivamente e non farsescamente, dipendendo sempre dalle decisioni di una piccola oligarchia.
Se è poi come dice Lei, con le Primarie da tenersi in caso di mancato accordo, allora credo che al momento, vista l'intenzione di molti di candidarsi nella sua area, allora si faranno in ogni caso. E saremo contenti, penso, entrambi. A meno che non si trovi un vero candidato di "sfondamento" che sia ritenuto talmente forte da superare ogni ostacolo, compreso il doppio, anzi triplo ostacolo di gradimento: i politici della coalizione, il popolo delle primarie, e ancora il popolo in sede di votazioni definitive. Come è successo per Prodi e Vendola.
Giovanni Ronco
Ringrazio Ferrante per il cortese chiarimento e a mia volta preciso che la voce sulla sua possibile candidatura era giunta da una fonte interna alla sua coalizione. A tal punto mi era sembrata attendibile. sulle primarie abbiamo però un punto di vista differente: Lei ragiona nell'ottica del politico vuole che i conti tornino, in tutti i sensi già dall'inizio all'interno della coalizione. Io ragiono da cittadino - uomo della strada, o almeno cerco d'immedesimarmi in questa categoria, pur essendo giornalista, e ritengo le Primarie non un "ripiego" in caso di mancato accordo tra politci, ma una chance effettiva di coinvolgimento popolare e partecipazione che rappresenta un atto dovuto ai cittadini che, mi permetta un po' di sano qualunquismo, pagando le tasse e di riflesso lo stipendio ai polici, hanno il diritto di partecipare attivamente e non farsescamente, dipendendo sempre dalle decisioni di una piccola oligarchia.
Se è poi come dice Lei, con le Primarie da tenersi in caso di mancato accordo, allora credo che al momento, vista l'intenzione di molti di candidarsi nella sua area, allora si faranno in ogni caso. E saremo contenti, penso, entrambi. A meno che non si trovi un vero candidato di "sfondamento" che sia ritenuto talmente forte da superare ogni ostacolo, compreso il doppio, anzi triplo ostacolo di gradimento: i politici della coalizione, il popolo delle primarie, e ancora il popolo in sede di votazioni definitive. Come è successo per Prodi e Vendola.
Giovanni Ronco

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