Monitor
Signori, Big Bang ha detto: "PUG"
L'editoriale di Giovanni Ronco
martedì 4 luglio 2006
Signori tranesi, ci siamo, il prossimo 26 Luglio, o dentro o fuori. Noi ci auguriamo sempre dentro. Dentro un' occasione di sviluppo e sblocco per nuovi posti di lavoro. Quasi sicuramente sarà quello il giorno in cui si riunirà il Consiglio Comunale cittadino per discutere ed approvare il PUG, il nuovo piano regolatore cittadino, per intenderci. I rilievi dell'opposizione ci sono già stati, ci saranno in quella sede, come è naturale che sia. Naturale per un fatto politico, certo, ma non tanto per un fatto, come dire, di "mano tesa" alla città. Di cooperazione per la crescita di Trani. Molti dei nostri cittadini, addetti ai lavori e non, si sono spesso lamentati col sottoscritto (perché poi lo si facesse presente sulla stampa) che il mercato edile era fermo, che il settore delle costruzione languiva in una fase di stallo che durava da troppi anni. E poi, l'altro grande problema: i prezzi esorbitanti delle poche case disponibili. Un giro d'affari ignobile per tanta gente, a danno soprattutto di svariate giovani coppie impossibilitate a sposarsi per la penuria d'appartamenti a buon prezzo. Ho raccolto testimonianze relative a storiacce di approfittatori in giacca e cravatta, delinquenti legalizzati, che con un appartamento e la sua quotazione ci "giocavano" per mesi e mesi.
Un gioco al rimpiattino, con proprietario consenziente, che portava la quotazione dell'appartamento in questione a salire da un mese all'altro, di circa trenta, cinquanta milioni di vecchie lire. Un appartamento passava da trecento a cinquecento milioni nel giro di poco tempo. Uno sporco gioco al rialzo favorito dalle necessità dei compratori, che il più delle volte o rinunciavano (i più giovani) o si piegavano all'indebitamento e alla presa per il culo. Per queste e molte altre ragioni, una volta tanto, il centro – sinistra non dovrebbe fare ostruzione, in alcuni casi anche circostanziata per rilievi sulle procedure (legittimi e in fondo, sulla coscienza di chi effettivamente sbaglia) o sulla penuria di verde nelle previsioni dello stesso PUG. Rinunciando ad approvare, a prescindere, solo perché la matrice del Piano è quella della destra. Lo sblocco del PUG è un'occasione grande, in termini di pragmatismo pro Trani, per risolvere un bel po' di nodi che attanagliano la nostra città.
Ma anche in termini politici, un po' machiavellici, diciamolo, il no al Pug sarebbe un brutto autogol in prospettiva futura per la sinistra: con quale faccia si andranno a chiedere voti ad imprenditori del settore edile, costruttori e resto dell'indotto professionale e famiglie annesse? Questo detto in soldoni. E senza un candidato unitario, che metta tutti d'accordo, lo ribadiamo, e che abbia il giusto carisma sulla gente, non solo tra le parrocchiette dei partiti, insomma non la solita parata di segretari di partito a fare utopistica corsa, dove va la compagine di centro – sinistra? Che futuro l'aspetta? Spiace rilevarlo: ma meglio analizzare ora certi gap, che leccarsi profonde e croniche ferite dopo.
Un gioco al rimpiattino, con proprietario consenziente, che portava la quotazione dell'appartamento in questione a salire da un mese all'altro, di circa trenta, cinquanta milioni di vecchie lire. Un appartamento passava da trecento a cinquecento milioni nel giro di poco tempo. Uno sporco gioco al rialzo favorito dalle necessità dei compratori, che il più delle volte o rinunciavano (i più giovani) o si piegavano all'indebitamento e alla presa per il culo. Per queste e molte altre ragioni, una volta tanto, il centro – sinistra non dovrebbe fare ostruzione, in alcuni casi anche circostanziata per rilievi sulle procedure (legittimi e in fondo, sulla coscienza di chi effettivamente sbaglia) o sulla penuria di verde nelle previsioni dello stesso PUG. Rinunciando ad approvare, a prescindere, solo perché la matrice del Piano è quella della destra. Lo sblocco del PUG è un'occasione grande, in termini di pragmatismo pro Trani, per risolvere un bel po' di nodi che attanagliano la nostra città.
Ma anche in termini politici, un po' machiavellici, diciamolo, il no al Pug sarebbe un brutto autogol in prospettiva futura per la sinistra: con quale faccia si andranno a chiedere voti ad imprenditori del settore edile, costruttori e resto dell'indotto professionale e famiglie annesse? Questo detto in soldoni. E senza un candidato unitario, che metta tutti d'accordo, lo ribadiamo, e che abbia il giusto carisma sulla gente, non solo tra le parrocchiette dei partiti, insomma non la solita parata di segretari di partito a fare utopistica corsa, dove va la compagine di centro – sinistra? Che futuro l'aspetta? Spiace rilevarlo: ma meglio analizzare ora certi gap, che leccarsi profonde e croniche ferite dopo.