
Enti locali
A giugno i referendum: spesa prevista 455mila euro
Si vota il 12 ed il 13 giugno. La giunta comunale di Trani ha approvato il piano organizzativo ed economico
Trani - mercoledì 13 aprile 2011
11.59
A giugno (il 12 ed il 13) gli italiani saranno chiamati a votare per esprimere favore o contrarietà a quattro quesiti referendari: due riguardano la privatizzazione dell'acqua (modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica; determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito), uno riguarda l'abrogazione parziale di una norma circa le nuove centrali per la produzione di energia nucleare e l'ultimo riguarda il legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei Ministri e dei ministri a comparire in udienza penale.
La giunta comunale di Trani ha approvato il piano organizzativo ed economico generale per la consultazione. Sulla scorta delle precedenti tornate elettorali ed in base ad una ricognizione di bisogni, è stata stimata una spesa di 455mila euro in previsione dei numerosi adempimenti tra cui (solo per citarne alcuni) l'acquisizione di beni di consumo (25mila euro), il noleggio delle attrezzature elettorali (12.500 euro) i compensi dei componenti dei seggi (55mila euro), le operazioni di facchinaggio (55mila euro), più le spese per il personale comunale che dovrà lavorare in quei giorni (250mila euro). La gran parte di queste spese sostenute dai Comuni sono rimborsabili, come ha spiegato in una circolare la Prefettura.
La giunta comunale di Trani ha approvato il piano organizzativo ed economico generale per la consultazione. Sulla scorta delle precedenti tornate elettorali ed in base ad una ricognizione di bisogni, è stata stimata una spesa di 455mila euro in previsione dei numerosi adempimenti tra cui (solo per citarne alcuni) l'acquisizione di beni di consumo (25mila euro), il noleggio delle attrezzature elettorali (12.500 euro) i compensi dei componenti dei seggi (55mila euro), le operazioni di facchinaggio (55mila euro), più le spese per il personale comunale che dovrà lavorare in quei giorni (250mila euro). La gran parte di queste spese sostenute dai Comuni sono rimborsabili, come ha spiegato in una circolare la Prefettura.
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