Cronaca
Carcere di Trani, il disagio degli agenti penitenziari
Parla Mastrulli, del sindacato Coosp: «Sotto organico di ben 80 unità»
Trani - mercoledì 18 dicembre 2013
15.37
«Ci troviamo in uno stato di concreto disagio. Chiediamo un cambio al reparto». Non vivono una situazione positiva gli agenti penitenziari che lavorano all'interno della casa circondariale di Trani. E, tramite il sindacato Coosp, parlano di una condizione poco serena. Da tempo i poliziotti sono vittime di episodi di violenza da parte dei detenuti: l'ultimo si è registrato proprio ieri quando un agente - secondo il Sappe - sarebbe stato preso a calci e pugni. Ma scene simile si ripetono spesso a Trani così come in molte realtà d'Italia.
«Nella nostra struttura operano 270 agenti tra la struttura maschile e quella femminile - spiega Mimmo Mastrulli, segretario generale nazionale Coosp - ma siamo sotto organico di ben 80 unità. Un dato che purtroppo nella nostra nazione rientra nella norma». Così diventa difficile gestire i comportamenti e i malcontenti dei detenuti. Che a Trani non sembrano essere - a detta di Mastrulli - vittime di "intolleranza governativa". I problemi riguardano l'operare quotidiano degli agenti: «Addebitiamo le difficoltà - spiega il vice segretario del sindacato degli agenti - al comando del reparto: ci vorrebbe, come accade per le altre forze dell'ordine ogni anno, un cambio di guardia che dia nuova linfa e una pianificazione rinnovata. Per questo, viste le condizioni di disagio, abbiamo chiesto un'ispezione ministeriale».
Intanto, proprio dal ministero della giustizia è arrivato ieri, approvato dal governo Letta, il decreto carceri. Un provvedimento che non piace tanto a Mastrulli: «Sul piano nazionale, lo vedo come una montagna che partorisce un topolino. Lo ritengo insufficiente: il nuovo decreto prevede l'uscita dalle celle di circa 1700 detenuti, una cifra che non risolve i problemi visto che, su una capienza delle carceri italiane di 43mila persone, ce ne sono ben 63mila. Non è solo con misure come la libertà anticipata o il braccialetto elettronico che si opera sulla sicurezza delle case circondariali». Intanto per Trani sembra arrivare una boccata d'ossigeno. E' prevista, infatti, la costruzione, entro due anni, di un padiglione all'interno della struttura che potrà ospitare trai 200 e i 250 detenuti. Stessa circostanza interesserà le strutture di Lecce e Foggia. E poi dovrebbe arrivare, nell'istituto di via Andria, un reparto femminile che andrebbe a sostituire il ruolo dell'edificio posto a ridosso della Villa Comunale.
«Nella nostra struttura operano 270 agenti tra la struttura maschile e quella femminile - spiega Mimmo Mastrulli, segretario generale nazionale Coosp - ma siamo sotto organico di ben 80 unità. Un dato che purtroppo nella nostra nazione rientra nella norma». Così diventa difficile gestire i comportamenti e i malcontenti dei detenuti. Che a Trani non sembrano essere - a detta di Mastrulli - vittime di "intolleranza governativa". I problemi riguardano l'operare quotidiano degli agenti: «Addebitiamo le difficoltà - spiega il vice segretario del sindacato degli agenti - al comando del reparto: ci vorrebbe, come accade per le altre forze dell'ordine ogni anno, un cambio di guardia che dia nuova linfa e una pianificazione rinnovata. Per questo, viste le condizioni di disagio, abbiamo chiesto un'ispezione ministeriale».
Intanto, proprio dal ministero della giustizia è arrivato ieri, approvato dal governo Letta, il decreto carceri. Un provvedimento che non piace tanto a Mastrulli: «Sul piano nazionale, lo vedo come una montagna che partorisce un topolino. Lo ritengo insufficiente: il nuovo decreto prevede l'uscita dalle celle di circa 1700 detenuti, una cifra che non risolve i problemi visto che, su una capienza delle carceri italiane di 43mila persone, ce ne sono ben 63mila. Non è solo con misure come la libertà anticipata o il braccialetto elettronico che si opera sulla sicurezza delle case circondariali». Intanto per Trani sembra arrivare una boccata d'ossigeno. E' prevista, infatti, la costruzione, entro due anni, di un padiglione all'interno della struttura che potrà ospitare trai 200 e i 250 detenuti. Stessa circostanza interesserà le strutture di Lecce e Foggia. E poi dovrebbe arrivare, nell'istituto di via Andria, un reparto femminile che andrebbe a sostituire il ruolo dell'edificio posto a ridosso della Villa Comunale.