
Enti locali
Conti pubblici, si accende la spia anche ad Amet
Il Comune non paga e ci sono alcuni contenziosi ad alto rischio. I conti dell'ex municipalizzata sono in rosso
Trani - giovedì 20 ottobre 2011
I conti dell'Amet sono in rosso e la colpa è anche del Comune che non ha ancora quantificato l'esatta entità dei debiti accumulati nei confronti dell'azienda. I revisori nel parere sugli equilibri lo fanno ben presente invitando l'Ente a porre in essere le procedure idonee per il riconoscimento dei debiti ed il finanziamento. Sul bilancio dell'Amet la cifra spettante ammonterebbe a 639mila euro, somma che i revisori chiedono al Comune di controllare e verificare.
Sulla stabilità dell'Amet pesano anche diversi contenziosi con differenziato grado di rischio per i quali allo stato attuale non è quantificabile una passività potenziale su basi oggettive. Fra questi una causa di lavoro per mobbing promossa da un ex dipendente (che ha chiesto 2,5 milioni di euro), una causa per violazione dei diritti di proprietà industriale ed intellettuale promossa da alcune società di software per l'utilizzo di dispositivi privi di licenza, un verbale di accertamento con relativa cartella esattoriale conseguente alla verifiche scaturite dal procedimento aperto dalla magistratura per l'Estate tranese e l'atto di citazione da parte della Gerseb per risarcimento danni per l'acquisto della nuova sede, poi sfumata.
Sulla vicenda, il Collegio solleva buona parte degli interrogativi che abbiamo già letto sulla rubrica del dr. Hauze di Roberto Visibelli. I revisori, rivolgendosi agli organi competenti, chiedono quali siano stati gli atti deliberativi assunti per avviare l'operazione, se sia stata acquistata una perizia estimativa circa l'effettivo valore dell'immobile risultato aggiudicato e se siano state correttamente attivate tutte le procedure di indizione della gara e di assegnazione.
Sulla stabilità dell'Amet pesano anche diversi contenziosi con differenziato grado di rischio per i quali allo stato attuale non è quantificabile una passività potenziale su basi oggettive. Fra questi una causa di lavoro per mobbing promossa da un ex dipendente (che ha chiesto 2,5 milioni di euro), una causa per violazione dei diritti di proprietà industriale ed intellettuale promossa da alcune società di software per l'utilizzo di dispositivi privi di licenza, un verbale di accertamento con relativa cartella esattoriale conseguente alla verifiche scaturite dal procedimento aperto dalla magistratura per l'Estate tranese e l'atto di citazione da parte della Gerseb per risarcimento danni per l'acquisto della nuova sede, poi sfumata.
Sulla vicenda, il Collegio solleva buona parte degli interrogativi che abbiamo già letto sulla rubrica del dr. Hauze di Roberto Visibelli. I revisori, rivolgendosi agli organi competenti, chiedono quali siano stati gli atti deliberativi assunti per avviare l'operazione, se sia stata acquistata una perizia estimativa circa l'effettivo valore dell'immobile risultato aggiudicato e se siano state correttamente attivate tutte le procedure di indizione della gara e di assegnazione.
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