Cronaca
Contratti derivati, la Procura di Trani indaga anche su Bnl
Notifica del sostituto procuratore Michele Ruggiero a 16 responsabili della banca
Italia - giovedì 23 gennaio 2014
20.39
Dopo Banca Intesa anche per numerosi colletti bianchi della Banca Nazionale del Lavoro suona la campanella della verosimile richiesta di rinvio a giudizio per il collocamento di prodotti finanziari cosiddetti derivati. Il sostituto procuratore della Repubblica di Trani Michele Ruggiero ha notificato l'avviso di chiusura inchiesta per i reati, a vario titolo, di truffa pluriaggravata e continuata a 16 responsabili della Bnl, istituto del Gruppo BNP Paribas.
Anche questo filone d'indagine riguarda i contratti "Interest Rate Swap" (IRS) che sarebbero stati piazzati in modo truffaldino a danno della denunciante Srl MA.LO. (società che si occupa di restituzione) in occasione di un mutuo di 3 milioni di euro chiesto nel 2008 alla filiale della Bnl di Corato. Secondo le risultanze investigative della Guardia di Finanza anche gli swap della Bnl così come quelli di Banca Intesa (costituiti da contratti o titoli il cui prezzo è basato sul valore di mercato di altri beni) sarebbero stati molto gravosi. Avrebbero avuto natura "speculativa, cioè di vere e proprie scommesse sui tassi, sempre sbilanciata in favore della Banca". Il danno per la società ammonterebbe a 591 milioni di euro, con relativo profitto per la Bnl. Sulla carta gli swaps avrebbero dovuto tutelare la società dalle pericolose fluttuazioni degli interessi passivi ed invece sarebbero stati vantaggiosi solo per l'istituto di credito che avrebbe avuto un forte interesse a che venissero sottoscritti quei prodotti finanziari.
L'avviso di chiusura inchiesta è stato destinato al presidente del consiglio d'amministrazione della Bnl Luigi Abete, al vice presidente Sergio Pietro Erede, all'amministratore delegato e direttore generale Fabio Gallia, il consigliere del CdA e responsabile per l'Italia dell'International Retail Banking and Financial Services Pierre Paul Francois Mariani, al vice direttore generale Angelo Novati, al direttore della divisione "Corporate" Paolo Alberto De Angelis, al responsabile della divisone "Retail e Private" Stefano Calderano, al responsabile del mercato privato Roberto Fredella, al responsabile delle rete territoriale, da ottobre 2012 direttore generale Marco Tarantola, al responsabile del "mercato retail" Alessandro D'Agata, al responsabile della divisione "corporate ed investment banking" Nicola D'Anselmo, al manager responsabile della divisione commerciale nonché direttore rischi e membro del comitato di direzione della Bnl Massimo Bonciani, al direttore di aria territoriale di Puglia Nord e Molise Antonio Zagari, al quadro-direttivo responsabile della clientela business dell'area "retail & private" Puglia Nord e Molise-direzione territoriale Sud Bnl Vincenzo Pirro, al responsabile, nel 2008, del "custode desk" di Barletta Sud "gestore imprese Bnl" Pietro Augusto Esposito ed alla direttrice della filiale di Corato, dove fu sottoscritta l'operazione che ha scoperchiato il vaso di Pandora, Isa Ernestina Sciscioli.
Secondo la Procura tranese le figure apicali della Bnl ed il management della Bnl erano consapevoli che i contratti swap non assolvevano alla funzione attesa bensì ad una funzione speculativa. Una struttura nettamente sbilanciata a favore della banca che coscientemente e volontariamente predetrminava le condizioni per la negoziazione dei contratti derivati di natura truffaldina, poiché solo apparentemente idonei alle esigenze della cliente ma effettivamente speculativi, rischiosi/dannosi per il cliente e favorevoli per la Banca. Le censure di BankItalia e Consob non sarebbero sfociate in opportuni e tempestivi provvedimenti a beneficio dei clienti della Bnl.
Anche questo filone d'indagine riguarda i contratti "Interest Rate Swap" (IRS) che sarebbero stati piazzati in modo truffaldino a danno della denunciante Srl MA.LO. (società che si occupa di restituzione) in occasione di un mutuo di 3 milioni di euro chiesto nel 2008 alla filiale della Bnl di Corato. Secondo le risultanze investigative della Guardia di Finanza anche gli swap della Bnl così come quelli di Banca Intesa (costituiti da contratti o titoli il cui prezzo è basato sul valore di mercato di altri beni) sarebbero stati molto gravosi. Avrebbero avuto natura "speculativa, cioè di vere e proprie scommesse sui tassi, sempre sbilanciata in favore della Banca". Il danno per la società ammonterebbe a 591 milioni di euro, con relativo profitto per la Bnl. Sulla carta gli swaps avrebbero dovuto tutelare la società dalle pericolose fluttuazioni degli interessi passivi ed invece sarebbero stati vantaggiosi solo per l'istituto di credito che avrebbe avuto un forte interesse a che venissero sottoscritti quei prodotti finanziari.
L'avviso di chiusura inchiesta è stato destinato al presidente del consiglio d'amministrazione della Bnl Luigi Abete, al vice presidente Sergio Pietro Erede, all'amministratore delegato e direttore generale Fabio Gallia, il consigliere del CdA e responsabile per l'Italia dell'International Retail Banking and Financial Services Pierre Paul Francois Mariani, al vice direttore generale Angelo Novati, al direttore della divisione "Corporate" Paolo Alberto De Angelis, al responsabile della divisone "Retail e Private" Stefano Calderano, al responsabile del mercato privato Roberto Fredella, al responsabile delle rete territoriale, da ottobre 2012 direttore generale Marco Tarantola, al responsabile del "mercato retail" Alessandro D'Agata, al responsabile della divisione "corporate ed investment banking" Nicola D'Anselmo, al manager responsabile della divisione commerciale nonché direttore rischi e membro del comitato di direzione della Bnl Massimo Bonciani, al direttore di aria territoriale di Puglia Nord e Molise Antonio Zagari, al quadro-direttivo responsabile della clientela business dell'area "retail & private" Puglia Nord e Molise-direzione territoriale Sud Bnl Vincenzo Pirro, al responsabile, nel 2008, del "custode desk" di Barletta Sud "gestore imprese Bnl" Pietro Augusto Esposito ed alla direttrice della filiale di Corato, dove fu sottoscritta l'operazione che ha scoperchiato il vaso di Pandora, Isa Ernestina Sciscioli.
Secondo la Procura tranese le figure apicali della Bnl ed il management della Bnl erano consapevoli che i contratti swap non assolvevano alla funzione attesa bensì ad una funzione speculativa. Una struttura nettamente sbilanciata a favore della banca che coscientemente e volontariamente predetrminava le condizioni per la negoziazione dei contratti derivati di natura truffaldina, poiché solo apparentemente idonei alle esigenze della cliente ma effettivamente speculativi, rischiosi/dannosi per il cliente e favorevoli per la Banca. Le censure di BankItalia e Consob non sarebbero sfociate in opportuni e tempestivi provvedimenti a beneficio dei clienti della Bnl.