Politica
De Toma: «Il Tar dimostra che il nostro pug era buono»
«Annullate le modifiche apportate dalla Regione. La Barbanente non era l'oracolo»
Trani - giovedì 23 dicembre 2010
«Le sentenze emesse dal Tar Puglia e pubblicate oggi riguardanti i ricorsi presentati da persone fisiche e giuridiche hanno purtroppo dimostrato che la delibera di giunta regionale numero 1480 dell'1 agosto 2008 con la quale si respingeva per incompatibilità con le normative regionali il pug di Trani era sostenuta da tesi senza fondamento e prive di idonei presupposti giuridici. In pratica, al tempo, avevamo ragione noi dell'amministrazione comunale, noi dell'ufficio tecnico comunale.
All'epoca scegliemmo di comune accordo la strada del dialogo e del capo chino invece di intraprendere la strada del ricorso. Lo avremmo vinto! Con il senno di poi, però, è facile parlare. Il rischio era di lasciare la città di una regolamentazione urbanistica che oggi c'è. Il pug non è stato annullato in quanto struttura. Il Tar ha annullato (inter partes) solo alcune sfaccettature del pug, quarda caso modificate a seguito di quella delibera della giunta regionale che dette seguito alla famosa conferenza di servizi che modificò il piano adeguandolo ai dettami dell'assessore regionale all'urbanistica, attualmente in carica. Ricordo le litigate in conferenza di servizi con chi aveva il coltello dalla parte del manico. Avevamo ragione noi anche in quella sede. Purtroppo.
Oggi di questa ragione non sappiamo che farcene se non aspettarci il mea culpa da tutti quei personaggi e da quei partiti politici che all'epoca non persero tempo ed occasione per denigrarci sostenendo le ragioni dell'assessore regionale Barbanente, Deus ex machina dell'urbanistica regionale. Invece no, il Tar dice che non era cosi. Ma lo dice oggi, dopo due anni e mezzo.
Ricordo ancora quei testi di giornale che qualcuno dei nostri denigratori portò sulla scrivania dell'assessore regionale. In particolare ricordo le mie dichiarazioni: "La Barbanente non è l'oracolo". Molti, i più attenti, le ricorderanno. Avevamo ragione noi a dire che gli indici di fabbricabilità erano ad esclusiva discrezione del Comune e non rientravano nelle competenze regionali e cosi le pertinenze.
Mi auguro che gli ambientalisti pronti sempre ad assurgere a protagonisti del non fare o del non far fare, quelli che spesso definisco radical chic, si cospargano il capo di cenere e, le prossime volte, prima di scrivere insulsaggini, riflettano».
Ninni De Toma
Già assessore all'urbanistica
All'epoca scegliemmo di comune accordo la strada del dialogo e del capo chino invece di intraprendere la strada del ricorso. Lo avremmo vinto! Con il senno di poi, però, è facile parlare. Il rischio era di lasciare la città di una regolamentazione urbanistica che oggi c'è. Il pug non è stato annullato in quanto struttura. Il Tar ha annullato (inter partes) solo alcune sfaccettature del pug, quarda caso modificate a seguito di quella delibera della giunta regionale che dette seguito alla famosa conferenza di servizi che modificò il piano adeguandolo ai dettami dell'assessore regionale all'urbanistica, attualmente in carica. Ricordo le litigate in conferenza di servizi con chi aveva il coltello dalla parte del manico. Avevamo ragione noi anche in quella sede. Purtroppo.
Oggi di questa ragione non sappiamo che farcene se non aspettarci il mea culpa da tutti quei personaggi e da quei partiti politici che all'epoca non persero tempo ed occasione per denigrarci sostenendo le ragioni dell'assessore regionale Barbanente, Deus ex machina dell'urbanistica regionale. Invece no, il Tar dice che non era cosi. Ma lo dice oggi, dopo due anni e mezzo.
Ricordo ancora quei testi di giornale che qualcuno dei nostri denigratori portò sulla scrivania dell'assessore regionale. In particolare ricordo le mie dichiarazioni: "La Barbanente non è l'oracolo". Molti, i più attenti, le ricorderanno. Avevamo ragione noi a dire che gli indici di fabbricabilità erano ad esclusiva discrezione del Comune e non rientravano nelle competenze regionali e cosi le pertinenze.
Mi auguro che gli ambientalisti pronti sempre ad assurgere a protagonisti del non fare o del non far fare, quelli che spesso definisco radical chic, si cospargano il capo di cenere e, le prossime volte, prima di scrivere insulsaggini, riflettano».
Ninni De Toma
Già assessore all'urbanistica
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