Religioni
Dramma ad Haiti, parla la sorella dell'Arcivescovo Pichierri
Suor Matilde: «Tornerò a febbraio per pregare e scavare tra le macerie»
Trani - mercoledì 20 gennaio 2010
Ha lo sguardo buono e dolce. Anche il sorriso contagioso. Parla sotto lo sguardo sereno di suo fratello, Monsignor Giovanni Battista Pichierri, Arcivescovo di Trani. Ci riferiamo a suor Matilde Pichierri, vincenziana nativa di Sava, in provincia di Taranto. E' missionaria ad Haiti. Ma, per mero caso, ha chiesto il congedo il 23 novembre ed ora vive con suo fratello a Trani: «Me lo rimprovero. E non mi sento miracolata come si potrebbe pensare. Anzi, torno subito dalle mie consorelle ad Haiti, pronta a pregare e a scavare con le mani. Ho il volo di rientro per il giorno 8 febbraio. Opero ad Hait da sei anni ed ogni tre mi tocca il congedo. Fortunatamente mi tengo in contatto via mail con la nostra casa Provinciale di Haiti che non é stata del tutto devastata. Dalle notizie che ho, si tratta di una carneficina che avrà conseguenze catastrofiche».
Davanti ad eventi del genere la prima domanda è: ma Dio dov'era in quel momento? «Dio non permette mai il male - dice suor Matilde - essendo bontà infinita per eccellenza. Purtoppo esiste un saggio proverbio: aiutati che Dio ti aiuta e bisognerebbe nei limiti del possibile, prevenire queste sciagure. La prova che Dio esiste è il fatto che Haiti, squassata da vari eventi tragici, ha sempre saputo rialzarsi e penso che avverrà lo stesso anche stavolta. Abbiamo bisogno di preghiere, ma anche di carità attiva, di gente disposta a scavare con le mani».
Come é potuto avvenire una catastrofe tanto drammatica? «Bisogna conoscere la realtà di quel posto. Alcune parti, specie quelle centrali, sono fatte di case molto fatiscienti, una vicina all'altra. Alla caduta dell'una è seguita quella dell'altra, con un tragico e devastante effetto domino. Nelle campagne, dove le abitazioni sono maggiormente distanziate, credo che i lutti siano di meno».
Bruno Volpe
http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/24-interviste-ai-religiosi/3492-io-missionaria-sorella-di-vescovo-e-scampata-al-terremoto-di-haiti-ci-torno-subito-talvolta-mi-sento-indegna-davanti-ai-problemi-della-gente-comune-e-di-madri-di-famiglia
Davanti ad eventi del genere la prima domanda è: ma Dio dov'era in quel momento? «Dio non permette mai il male - dice suor Matilde - essendo bontà infinita per eccellenza. Purtoppo esiste un saggio proverbio: aiutati che Dio ti aiuta e bisognerebbe nei limiti del possibile, prevenire queste sciagure. La prova che Dio esiste è il fatto che Haiti, squassata da vari eventi tragici, ha sempre saputo rialzarsi e penso che avverrà lo stesso anche stavolta. Abbiamo bisogno di preghiere, ma anche di carità attiva, di gente disposta a scavare con le mani».
Come é potuto avvenire una catastrofe tanto drammatica? «Bisogna conoscere la realtà di quel posto. Alcune parti, specie quelle centrali, sono fatte di case molto fatiscienti, una vicina all'altra. Alla caduta dell'una è seguita quella dell'altra, con un tragico e devastante effetto domino. Nelle campagne, dove le abitazioni sono maggiormente distanziate, credo che i lutti siano di meno».
Bruno Volpe
http://www.pontifex.roma.it/index.php/interviste/24-interviste-ai-religiosi/3492-io-missionaria-sorella-di-vescovo-e-scampata-al-terremoto-di-haiti-ci-torno-subito-talvolta-mi-sento-indegna-davanti-ai-problemi-della-gente-comune-e-di-madri-di-famiglia
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