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I ragazzi dell’ACR dal Papa: il racconto del tranese Andrea Di Filippo
L’emozione dell’udienza in Vaticano e l’invito del Pontefice: «Siate artigiani di pace con piccoli gesti quotidiani»
Trani - venerdì 26 dicembre 2025
19.42
Un incontro che affonda le sue radici nella storia dell'Azione Cattolica Italiana e che, ancora oggi, continua a parlare con la voce limpida dei più piccoli. Si è rinnovata anche quest'anno la tradizionale udienza natalizia tra il Santo Padre e i bambini e ragazzi dell'A.C.R. (Azione Cattolica dei Ragazzi), una consuetudine avviata nel 1974 per volontà di Papa San Paolo VI. A raccontarne il significato profondo è Andrea Di Filippo, giovane tranese e membro dell'ufficio centrale dell'Azione Cattolica Italiana, tra i responsabili che hanno seguito da vicino la preparazione dell'incontro.
«Questo momento – spiega – non è una semplice visita, ma un gesto simbolico fortissimo: sono i bambini a portare gli auguri di Natale al Papa, facendosi voce di tutta l'Azione Cattolica e, idealmente, di tutti i bambini del mondo». Ogni anno dodici diocesi italiane, rappresentative delle diverse aree del Paese, vengono coinvolte nell'iniziativa. Ciascuna individua due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, dai più piccoli fino ai quattordicenni, accompagnati da un educatore, chiamati a vivere l'udienza in Vaticano.
La preparazione inizia settimane prima. «Chiediamo ai ragazzi – racconta Di Filippo – di scrivere un pensiero da rivolgere al Santo Padre. Tutti i messaggi arrivano all'ufficio centrale e vengono uniti in un unico testo, segno di una voce corale che nasce dalle esperienze quotidiane dei più piccoli».
I ragazzi sono arrivati a Roma il 18 dicembre, accolti presso il Centro nazionale dell'Azione Cattolica. «Si è creato subito un clima di fraternità autentica – sottolinea Di Filippo – nonostante provenissero da diocesi e regioni diverse. Un'unità vera, tutt'altro che scontata».
Accanto all'incontro con il Papa, anche quest'anno non è mancato un gesto concreto di solidarietà. Su richiesta della Nunziatura Apostolica, sono stati raccolti sacchi a pelo e tende da campeggio, destinati ai senza tetto e alle persone più fragili, poi consegnati alla Elemosineria Vaticana.
Dopo la celebrazione della Messa al Centro nazionale, il gruppo si è diretto in Vaticano. Nella Sala Clementina, tra canti e sorrisi, l'attesa si è trasformata in festa. All'ingresso di Papa Leone XIV, i ragazzi lo hanno accolto con la tradizionale canzone dell'Azione Cattolica: "Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, ciao!"
Nel suo intervento, il Santo Padre ha voluto rivolgere un messaggio semplice ma profondo, ponendo al centro il tema della pace. Una pace che, ha spiegato, «non è solo assenza di guerra, ma capacità di costruire amicizia, legami buoni e relazioni di bene ogni giorno». Rivolgendosi ai ragazzi, il Papa li ha invitati a essere artigiani di pace nei piccoli gesti quotidiani, a scuola, in famiglia e nei gruppi associativi, ricordando loro che «ogni sorriso, ogni parola gentile, ogni gesto di attenzione può cambiare il mondo». Non è mancato un riferimento diretto all'Azione Cattolica, definendo la pace una vera e propria "Azione Cattolica vissuta", un impegno concreto affidato a ciascuno.
Particolarmente toccante il momento dei saluti personali. Oltre ai 24 ragazzi delle dodici diocesi, erano presenti anche alcuni bambini segnalati dall'Azione Cattolica per situazioni di fragilità. Tra loro Bianca, una bambina in carrozzina proveniente da Fossano: l'immagine del Papa inginocchiato davanti a lei, per guardarla negli occhi e parlarle, ha segnato profondamente l'intera assemblea.
«È stato un gesto che dice molto – conclude Andrea Di Filippo – dell'attenzione del Papa verso ogni persona, soprattutto verso chi è più fragile. In pochi istanti, ha saputo far sentire ciascuno accolto, visto e importante».
A distanza di giorni, resta vivo il ricordo di un incontro che ha lasciato il segno. «Ho ancora il cuore colmo di emozione per aver potuto stringere la mano al Pontefice, guardarlo negli occhi e scambiare con lui poche parole», racconta Andrea Di Filippo. Ma l'emozione più grande, sottolinea, nasce dall'aver visto bambini e ragazzi capaci di raccontare qualcosa di sé con una spontaneità e una verità che spesso gli adulti hanno smarrito, davanti al successore di Pietro, figura centrale e fondamentale per ogni cattolico.
Con questo racconto, l'intento è quello di restituire la bellezza autentica di un incontro che ha reso ancora più luminoso il Natale, portando davanti al Papa le storie, le fragilità e le sofferenze dei più piccoli. Un gesto che si intreccia con la preghiera silenziosa per tutti i bambini che soffrono, in particolare per quelli segnati dalle guerre e dalle violenze, da Gaza alle tante altre parti del mondo che restano lontane dai riflettori dei media.
Una preghiera fatta di dolore, ma anche di speranza, che – ne è certo Di Filippo – era presente anche nel cuore del Santo Padre. Ed è proprio in questa direzione che si è mossa la benedizione rivolta dal Papa ai bambini dell'Azione Cattolica: un abbraccio ideale che, attraverso loro, ha voluto raggiungere tutti i bambini del mondo, affidandoli a un Natale di pace, dignità e futuro.
«Questo momento – spiega – non è una semplice visita, ma un gesto simbolico fortissimo: sono i bambini a portare gli auguri di Natale al Papa, facendosi voce di tutta l'Azione Cattolica e, idealmente, di tutti i bambini del mondo». Ogni anno dodici diocesi italiane, rappresentative delle diverse aree del Paese, vengono coinvolte nell'iniziativa. Ciascuna individua due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, dai più piccoli fino ai quattordicenni, accompagnati da un educatore, chiamati a vivere l'udienza in Vaticano.
La preparazione inizia settimane prima. «Chiediamo ai ragazzi – racconta Di Filippo – di scrivere un pensiero da rivolgere al Santo Padre. Tutti i messaggi arrivano all'ufficio centrale e vengono uniti in un unico testo, segno di una voce corale che nasce dalle esperienze quotidiane dei più piccoli».
I ragazzi sono arrivati a Roma il 18 dicembre, accolti presso il Centro nazionale dell'Azione Cattolica. «Si è creato subito un clima di fraternità autentica – sottolinea Di Filippo – nonostante provenissero da diocesi e regioni diverse. Un'unità vera, tutt'altro che scontata».
Accanto all'incontro con il Papa, anche quest'anno non è mancato un gesto concreto di solidarietà. Su richiesta della Nunziatura Apostolica, sono stati raccolti sacchi a pelo e tende da campeggio, destinati ai senza tetto e alle persone più fragili, poi consegnati alla Elemosineria Vaticana.
Dopo la celebrazione della Messa al Centro nazionale, il gruppo si è diretto in Vaticano. Nella Sala Clementina, tra canti e sorrisi, l'attesa si è trasformata in festa. All'ingresso di Papa Leone XIV, i ragazzi lo hanno accolto con la tradizionale canzone dell'Azione Cattolica: "Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, ciao!"
Nel suo intervento, il Santo Padre ha voluto rivolgere un messaggio semplice ma profondo, ponendo al centro il tema della pace. Una pace che, ha spiegato, «non è solo assenza di guerra, ma capacità di costruire amicizia, legami buoni e relazioni di bene ogni giorno». Rivolgendosi ai ragazzi, il Papa li ha invitati a essere artigiani di pace nei piccoli gesti quotidiani, a scuola, in famiglia e nei gruppi associativi, ricordando loro che «ogni sorriso, ogni parola gentile, ogni gesto di attenzione può cambiare il mondo». Non è mancato un riferimento diretto all'Azione Cattolica, definendo la pace una vera e propria "Azione Cattolica vissuta", un impegno concreto affidato a ciascuno.
Particolarmente toccante il momento dei saluti personali. Oltre ai 24 ragazzi delle dodici diocesi, erano presenti anche alcuni bambini segnalati dall'Azione Cattolica per situazioni di fragilità. Tra loro Bianca, una bambina in carrozzina proveniente da Fossano: l'immagine del Papa inginocchiato davanti a lei, per guardarla negli occhi e parlarle, ha segnato profondamente l'intera assemblea.
«È stato un gesto che dice molto – conclude Andrea Di Filippo – dell'attenzione del Papa verso ogni persona, soprattutto verso chi è più fragile. In pochi istanti, ha saputo far sentire ciascuno accolto, visto e importante».
A distanza di giorni, resta vivo il ricordo di un incontro che ha lasciato il segno. «Ho ancora il cuore colmo di emozione per aver potuto stringere la mano al Pontefice, guardarlo negli occhi e scambiare con lui poche parole», racconta Andrea Di Filippo. Ma l'emozione più grande, sottolinea, nasce dall'aver visto bambini e ragazzi capaci di raccontare qualcosa di sé con una spontaneità e una verità che spesso gli adulti hanno smarrito, davanti al successore di Pietro, figura centrale e fondamentale per ogni cattolico.
Con questo racconto, l'intento è quello di restituire la bellezza autentica di un incontro che ha reso ancora più luminoso il Natale, portando davanti al Papa le storie, le fragilità e le sofferenze dei più piccoli. Un gesto che si intreccia con la preghiera silenziosa per tutti i bambini che soffrono, in particolare per quelli segnati dalle guerre e dalle violenze, da Gaza alle tante altre parti del mondo che restano lontane dai riflettori dei media.
Una preghiera fatta di dolore, ma anche di speranza, che – ne è certo Di Filippo – era presente anche nel cuore del Santo Padre. Ed è proprio in questa direzione che si è mossa la benedizione rivolta dal Papa ai bambini dell'Azione Cattolica: un abbraccio ideale che, attraverso loro, ha voluto raggiungere tutti i bambini del mondo, affidandoli a un Natale di pace, dignità e futuro.
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