Palazzo Carcano
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Cronaca

Il Tribunale di Trani rischia di chiudere: la denuncia degli avvocati

Il presidente Bertolino: «Accadrà se il Comune non cede Palazzo Carcano al Demanio»

L'annoso problema dell'edilizia giudiziaria rischia concretamente di portare alla soppressione del Tribunale di Trani, che potrebbe esser smantellato tra gli uffici giudiziari di Bari e Foggia. Sulla vicenda, in una lotta contro il tempo, interviene il presidente dell'ordine degli avvocati di Trani, Tullio Bertolino.

«E' assolutamente necessario ed urgente - sostiene Bertolino - che la pubblica amministrazione locale adotti determinati provvedimenti al fine di scongiurare lo smembramento del Tribunale. Con l'arrivo del nuovo Presidente del Tribunale, Antonio de Luce, la questione è stata affrontata con una nuova visione, avendo soprattutto di mira una soluzione definitiva del problema: l'ultimazione dei lavori di ristrutturazione di Palazzo Carcano (iniziati nel 1992) ed il ripristino dell'utilizzo dell'intera superficie di Palazzo Gadaleta. Quest'impostazione ha subito incontrato il parere favorevole dell'Avvocatura, che da sempre sostiene come la soluzione migliore e più facilmente realizzabile sia quella della concentrazione degli immobili nel centro storico. Per realizzare questo "nuovo" progetto (che rappresenta la continuità della scelta compiuta fatta dagli avvocati nel 1980), il Presidente de Luce ed esponenti dell'Avvocatura si sono interfacciati coi vertici del Ministero della Giustizia e del Demanio, ottenendo da quest'ultimo la disponibilità a procedere nell'ultimazione dei lavori di restauro e ripristino di Palazzo Carcano, all'unica condizione che l'immobile divenga di proprietà demaniale».

Bertolino sostiene che «a questo punto, la fase esecutiva del progetto è tutta nelle mani della politica tranese: dev'essere adottata una delibera con cui il Comune ceda al Demanio la proprietà di Palazzo Carcano, onde consentire lo stanziamento dei fondi e la realizzazione del progetto. L'operazione non costituirebbe danno per le casse comunali, in quanto oggi l'immobile non è produttivo di alcuna entrata (essendo parzialmente adibito ad uffici giudiziari, senza che venga percepito alcun canone) ed è esclusivamente fonte di possibili costi, dovendo intervenire l'Ente proprietario ogni qual volta ci sia la necessità di riparare o ripristinare qualche locale. La cessione al Demanio, quindi, non solo non comporterebbe alcun depauperamento delle casse comunali ma, anzi, nell'immediato futuro consentirebbe una riduzione dei costi per i palazzi di Giustizia».

Il problema, già affrontato nei giorni scorsi dal movimento Trani#aCapo, sarebbe tutto concentrato nelle mani dell'amministrazione comunale. «Il punto fondamentale è che il provvedimento amministrativo del Comune dev'essere inoltrato al Demanio entro e non oltre il 31 maggio, di modo che quest'ultimo ufficio possa inserire nel bilancio triennale 2017/19 la spesa per l'opera. Dopo quella data, la ristrutturazione edilizia potrebbe essere finanziata solo col successivo piano triennale. Per motivi sconosciuti, la delibera non è ancora stata adottata. Si sappia – prosegue Bertolino – che se non si dovesse risolvere una volta per tutte il problema dell'edilizia giudiziaria, il rischio serio è la soppressione del Tribunale. Di tanto ne devono essere consapevoli sia la maggioranza politica, sia l'opposizione. Per una volta collaborino per un progetto a tutela di un patrimonio giudiziario che da oltre 800 anni dà lustro a questa città e che oggi rappresenta uno dei punti di forza della comunità cittadina. Perdere il palazzo di giustizia o, peggio, la funzione giudiziaria costituirebbe una sconfitta clamorosa per tutta la politica tranese. Di ciò ne devono essere consapevoli tutti i cittadini. L'avvocatura - conclude - è sempre pronta ad intervenire per attuare la soluzione, come ha dimostrato sino ad ora, ma non può sostituirsi in tutto e per tutto ad altri».
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