Cronaca
Immigrazione, tre arresti fra Trani ed Andria
Avrebbero favorito lo sbarco in Puglia di 51 clandestini. In preparazione un ulteriore sbarco di 127 egiziani e palestinesi
Trani - martedì 7 agosto 2012
12.54
Lunedì, ad Andria e Trani, i Carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo del Comando provinciale di Bari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari, nei confronti del 53enne Michele Di Bisceglie, del 20enne Antonio Di Bisceglie e di un 57enne, tutti andriesi, i primi due già noti alle forze dell'ordine, ritenuti responsabili a vario titolo di sequestro di persona a scopo di estorsione e di violazione delle disposizioni di legge in materia di immigrazione.
La proficua collaborazione tra la Dda di Bari e Catania ha consentito agli investigatori di documentare che i tre arrestati, in concorso con i 5 cittadini di nazionalità egiziana già sottoposti a fermo il 7 giugno scorso, avrebbero sovrinteso, dietro il corrispettivo di 1000 euro a persona (compresi gli scafisti che hanno dovuto abbandonare l'imbarcazione in avaria) al trasferimento – dal natante salpato dal porto di Rachid (Egitto) e giunto in acque nazionali ai gommoni utilizzati per raggiungere le coste pugliesi - di 51 cittadini di nazionalità egiziana e somala, favorendone l'ingresso clandestino nel territorio italiano intorno al 20 maggio.
Successivamente avrebbero fornito la disponibilità di un casolare di campagna ove gli indagati egiziani - approfittando del loro stato di necessità – avrebbero tenuto segregati i clandestini in attesa che i rispettivi parenti corrispondessero all'articolazione dell'organizzazione malavitosa presente in Egitto il pagamento di ulteriori somme di denaro per la loro liberazione (circa 40.000 lire egiziane per ciascun clandestino). Quindi avrebbero trasportato in auto, dai ricoveri di fortuna alla stazione ferroviaria di Trinitapoli, i clandestini di volta in volta liberati. I tre avrebbero dovuto sovrintendere anche ad un ulteriore sbarco clandestino di 127 cittadini egiziani e palestinesi, non portato a termine perché l'imbarcazione è stata intercettata il 16 luglio scorso nelle acque costiere antistanti il Comune di Giovinazzo, da una motovedetta della Guardia di Finanza di Bari.
La proficua collaborazione tra la Dda di Bari e Catania ha consentito agli investigatori di documentare che i tre arrestati, in concorso con i 5 cittadini di nazionalità egiziana già sottoposti a fermo il 7 giugno scorso, avrebbero sovrinteso, dietro il corrispettivo di 1000 euro a persona (compresi gli scafisti che hanno dovuto abbandonare l'imbarcazione in avaria) al trasferimento – dal natante salpato dal porto di Rachid (Egitto) e giunto in acque nazionali ai gommoni utilizzati per raggiungere le coste pugliesi - di 51 cittadini di nazionalità egiziana e somala, favorendone l'ingresso clandestino nel territorio italiano intorno al 20 maggio.
Successivamente avrebbero fornito la disponibilità di un casolare di campagna ove gli indagati egiziani - approfittando del loro stato di necessità – avrebbero tenuto segregati i clandestini in attesa che i rispettivi parenti corrispondessero all'articolazione dell'organizzazione malavitosa presente in Egitto il pagamento di ulteriori somme di denaro per la loro liberazione (circa 40.000 lire egiziane per ciascun clandestino). Quindi avrebbero trasportato in auto, dai ricoveri di fortuna alla stazione ferroviaria di Trinitapoli, i clandestini di volta in volta liberati. I tre avrebbero dovuto sovrintendere anche ad un ulteriore sbarco clandestino di 127 cittadini egiziani e palestinesi, non portato a termine perché l'imbarcazione è stata intercettata il 16 luglio scorso nelle acque costiere antistanti il Comune di Giovinazzo, da una motovedetta della Guardia di Finanza di Bari.