
Cronaca
Manipolazione di mercato, Deutsche Bank indagata dalla Procura di Trani
Due mesi fa perquisizioni nella sede milanese dell'istituto di credito
Trani - venerdì 6 maggio 2016
11.21
Una nuova inchiesta della Procura di Trani scuote il mondo della finanza internazionale, dopo quelle su agenzie di rating, American Express e derivati bancari. Il sostituto procuratore Michele Ruggiero indaga a carico di Deutsche Bank di Francoforte per manipolazione di mercato. La contestazione (la stessa addebitata alle agenzie di rating, i cui analisti e manager sono già sotto a processo) sarebbe relativa alla vendita, per un ammontare complessivo di sette miliardi di euro, di titoli di Stato italiani avvenuta nei primi mesi del 2011. Per questo, circa due mesi fa, i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Bari hanno sequestrato, nella sede milanese di Deutsche Bank, atti e mail oltre ad ascoltare alcune persone. Cinque gli indagati, tutti appartenenti all'ex management dell'istituto di credito tedesco, tra cui l'ex presidente Josef Ackermann.
Gli stessi – secondo la ricostruzione del pm – sarebbero responsabili di aver comunicato ai mercati finanziari la sostenibilità del debito sovrano italiano, ma di aver nascosto agli stessi e al Mef l'intenzione dell'istituto di credito di ridurre a breve, in maniera drastica, il possesso di titoli del debito italiano in portafoglio. Questi ultimi, alla fine del 2010, ammontavano a otto miliardi di euro. La vendita massiccia, entro il primo semestre del 2011, avrebbe alterato il valore dei titoli stessi perché avvenuta in violazione della normativa vigente.
La competenza della Procura di Trani nell'inchiesta, come nel caso di altre indagini similari portate avanti dal pm Ruggiero, è da collegare al fatto che il magistrato avrebbe iscritto per primo nel fascicolo d'inchiesta la notizia di reato commessa da stranieri residenti all'estero.
Gli stessi – secondo la ricostruzione del pm – sarebbero responsabili di aver comunicato ai mercati finanziari la sostenibilità del debito sovrano italiano, ma di aver nascosto agli stessi e al Mef l'intenzione dell'istituto di credito di ridurre a breve, in maniera drastica, il possesso di titoli del debito italiano in portafoglio. Questi ultimi, alla fine del 2010, ammontavano a otto miliardi di euro. La vendita massiccia, entro il primo semestre del 2011, avrebbe alterato il valore dei titoli stessi perché avvenuta in violazione della normativa vigente.
La competenza della Procura di Trani nell'inchiesta, come nel caso di altre indagini similari portate avanti dal pm Ruggiero, è da collegare al fatto che il magistrato avrebbe iscritto per primo nel fascicolo d'inchiesta la notizia di reato commessa da stranieri residenti all'estero.
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