Ospedale, niente più visite ortopediche a domicilio per i disabili

«Per quanto assurda e complessa la vita è perfetta, sono le parole di una nota canzone, io aggiungerei che a volte, la vita diventa anche insostenibile. Diventa insostenibile quando a Trani, in un ospedale ormai fantasma, in un ospedale defraudato di tutto, dove ci hanno lasciato solo le briciole, vogliono portarlo al collasso totale,portar via anche quelle piccole briciole». Così si apre la nota a firma della consigliera Anna Maria Barresi ed indirizzata al Presidente Michele Emiliano e al direttore generale dell'assessore Bt, Ottavio Narracci.

L'esponente in Consiglio comunale spiega che «nel reparto ortopedia di Trani, dopo che il dottor Pasquale Giacomo che si occupava delle visite a domicilio sul territorio, è andato in pensione, non abbiamo più un ortopedico che svolga le visite a casa dei disabili e degli invalidi gravi al posto suo. Le famiglie che hanno bisogno di supporti come: sedie a rotelle, carrelli e tutto ciò che serve ad alleviare le sofferenze di persone che purtroppo vivono la condizione di disabilità, si vedono costrette ad acquistarle o ad affittare gli attrezzi che servono».

«Tutto questo disagio - sottolinea la consigliera - si poteva evitare sin dal momento del pensionamento del dottore (non dico pensandoci anticipatamente e prevenendo il problema, sarebbe stato veramente un atto che ci avrebbe scioccato in positivo) e cioè da dicembre 2016, bastava distaccare un medico ortopedico da città di Bisceglie, dove da informazioni assunte, c'è un numero considerevole di ortopedici, e autorizzare il dott. Di Leo a svolgere il lavoro sul territorio, quindi le visite a domicilio dei disabili. Mi sono trovata in ospedale con il personale che non sapeva come comportarsi con una nonnina di 100 anni, che non poteva muoversi da casa. Ora il piano oscuro e diabolico che c'è dietro tutto questo non lo capisco (anche perché a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca). Non sono riuscita a risolvere il problema nelle sedi opportune, ecco perché mi rivolgo a Voi e alla stampa, quindi sollecito l'assessore regionale alla Sanità Emiliano e il dg della Asl Bt, Narracci, a risolvere al più presto il problema».

Barresi invita a risolvere al più presto il disagio, «al massimo entro 10 giorni». «Qui la gente soffre - dice - aspetta da quattro lunghi mesi e questo non è più tollerabile. Trascorso questo tempo, agirò con atti eclatanti perché abbiamo capito che in Italia per ottenere quello che ci spetta devi ricorrere ad estremi rimedi. Questo sigg. Amministratori non la leggete come una minaccia, non è nel mio stile, ma come una promessa ed io le promesse le mantengo. Certa della vostra sensibilità, sono sicura - conclude - che prenderete a cuore questo piccolo problema di Trani e riuscirete a risolverlo per il bene della comunità più indifesa».