Manifestazione ospedale
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Politica

Ospedale, si mobilitano le forze politiche

Udc e Liberamente democratici puntano sul Trani-Bisceglie-Andria. Le domande a Gorgoni di Dino Marinaro e Nicola Cuccovillo

L'appello a non disertare l'assemblea cittadina sull'ospedale arriva da più fronti. C'è chi sta facendo girare per le vie della città una macchina con megafono (è il caso di Briguglio), c'è chi attraverso comunicati stampa chiama i tranesi alla mobilitazione in vista dell'incontro con il direttore generale della Asl che si terrà sabato mattina a San Luigi.

Liberamente Democratici sottolinea l'importanza dell'iniziativa per ribadire «l'assenso alla proposta di costruzione di un nuovo grande ospedale che, per garantire maggiore efficienza e razionalizzare la spese pubblica, accorpi i presidi di Trani, Bisceglie ed Andria, e che sia collocato sulla direttrice Trani-Andria-Bisceglie, in modo da servire la zona sud della provincia (che comprende oltre 220.000 abitanti), anziché nella zona nord tra Andria e Canosa, già servita dall'ospedale di Barletta». «Nell'attesa che il piano veda la luce - scrivono gli esponenti dell'associazione - esprimiamo la ferma contrarietà alla chiusura dell'ospedale di Trani, che è dotato di reparti recentemente ristrutturati, in favore di quello di Bisceglie, che presenta invece una struttura non a norma che dovrebbe essere adeguata con dispendio di risorse pubbliche. Deve tenersi conto che l'ospedale di Trani, presenta, sale operatorie e rianimazione a norma e con spazi ampi, il che comporterebbe per la Asl Bat un vero e proprio risparmio di risorse ove il polo chirurgico fosse incentrato a Trani e quello medico a Bisceglie, in modo da ridistribuire equamente i reparti tra le due strutture e potenziare i singoli reparti, nell'attesa del nuovo presidio unico, che in tempi ristretti potrebbe realizzarsi nel giro di circa 6 anni».

Anche la sezione dell'Udc di Trani (con la responsabile provinciale del dipartimento medicina e salute, Maria Coniglio, ematologa, dirigente medico della sezione trasfusionale del presidio ospedaliero di Trani) accoglie l'invito delle forze politiche, delle associazoni del volontariato, degli ammalati e della cittadinanza a ricercare presso gli organi competenti le migliori soluzioni per il mantenimento dello stabilimento ospedaliero di Trani. L'Udc propone «l'accorpamento dei due stabilimenti di Trani e Bisceglie nel presidio unico Trani Bisceglie eliminando di fatto i reparti doppioni». In alternativa si indica come soluzione «la edificazione del nuovo ospedale di Andria sulla direttiva sud e più precisamente sulla strada provinciale Andria-Bisceglie all'altezza dello svincolo di Trani. Queste proposte necessitano di uno sforzo culturale e politico finalizzato unicamente all'innalzamento della qualità dell'assistenza sanitaria e alla tutela della salute dei cittadini tranesi».

Non sarà presente a San Luigi per motivi strettamente familiari e per impegni improcrastinabili già assunti il consigliere comunale Dino Marinaro (Fli) che rende nota la sua posizione: «La città di Trani, capoluogo di provincia, non può non avere un'assistenza ospedaliera decente e presente quanto meno nella branche di base, compreso il reparto di ostetricia. A Trani ed ai suoi cittadini devono essere garantiti i livelli essenziali di assistenza ed il diritto alla salute. L'inerzia di qualcuno e la forza politica di altri non può e non deve danneggiare i cittadini di Trani». Marinaro esplicita le domande che avrebbe posto al direttore generale della Asl: «La proposta fatta ai tranesi di chiusura immediata dell'ospedale con il trasferimento di tutti i reparti nella città vicina è stata rivolta anche agli amministratori della città di Bisceglie? Con quale logica la proposta di chiusura viene fatta a Trani e non a Bisceglie pur sapendo che il plesso di Trani ha ambienti più ampi ed a norma, ha il reparto di rianimazione ed alcuni reparti finiti e rifiniti solo pochi mesi or sono mentre a Bisceglie, per esempio la sala operatoria è angusta e non a norma ed alcuni reparti sono situati in ambienti vecchi, fatiscenti e non a norma tanto da poter dire che non potrebbero essere a disposizione dei cittadini bisognosi di cure? Vi è la necessità di risparmiare, di razionalizzare, siamo d'accordo. Si può fare senza danneggiare le comunità di Trani e di Bisceglie e nello stesso tempo ottenere servizi migliori e più efficienti; è appena sufficiente accorpare alcuni reparti uguali per avere più produttività e servizi migliori. Infine per quanto riguarda il nuovo erigendo ospedale di Andria ripeto ciò che, prima io e poi tutti insieme, abbiamo ritenuto valido: sono facilmente intuibili i motivi per i quali sarebbe più opportuno che venisse realizzato sulla direttrice e strada provinciale Andria Bisceglie, poiché sarebbe vicino e fruibile dalle comunità di Andria, Bisceglie e Trani che messe insieme superano una popolazione di oltre 200.000 abitanti (così come vuole la nuova normativa). Se il terreno già di proprietà dell'Asl Bat non fosse ritenuto idoneo alla realizzazione del nuovo ospedale, la spesa milionaria per la sua costruzione può anche contenere la spesa per l'acquisto per pubblica utilità di un terreno agricolo esistente su quella direttrice».

Nicola Cuccovillo (responsabile del Partito Socialista di Trani) formula in anticipo dieci domande secche per il funzionario della Asl che sarà ospite nell'assemblea a San Luigi: «E' vero che da un raffronto dei posti letto fra le varie Asl in Puglia, la Asl Bat detiene la percentuale più bassa rispetto al numero degli abitanti? E' vero che confrontando Asl simili come quelle della Bat (abitanti 390.000) e quella di Brindisi (abitanti 41.000) c'è una differenza enorme di posti letto e più precisamente di 760 a 1300? Quindi perchè ridurre ancora i posti letto nella nostra Asl e non invece fare equiparazionio tra Provincie? Concordando che il nuovo grande ospedale che si vuole costruire deve accorpare i presidi di Andria,Bisceglie e Trani, qual è il motivo che spingerebbe a costruire non su quest'asse ma fra Andria e Canosa? In questo caso è vero che si servirebbe una popolazione di pochissimo più della metà rispetto alla zona sud di oltre 110.000 abitanti comprendendo anche Trani? E' vero che la decisione dell'ubicazione è prerogativa della commissione regionale alla aanità e dell'assessore Fiore e quindi il pronunciamento dell'assessore all'edilizia Amati è solo una voce dal sen fuggita? Nel frattempo che sia costruito il nuovo ospedale, risulta vero che - ad oggi - i reparti maggiormente a norma si trovano a Trani e quindi sarebbe più semplice ed economicamente più vantaggioso non chiudere l'ospedale di Trani? E' vero che i reparti che comportano maggiori spese di allestimento sono la rianimazione e le sale operatorie? E' vero che la rianimazione esiste solo a Trani e che la sala operatoria di Trani ha maggiori spazi anche in previsione di un ampliamento? E' vero che a Bisceglie ci sono più posti letto di Trani (150 contro 110) ma che i reparti sono sovraffollati in virtù di locali spesso angusti? Nell'ipotesi che venga chiuso l'ospedale di Trani, è vero che per accogliere anche i nostri posti letto bisognerebbe costruire una nuova palazzina presso il plesso di Risceglie con un altissimo aggravio di spesa? Si è tenuto conto nelle valutazioni che si stan facendo che a Trani è ubicato anche un carcere femminile ed un supercarcere affollato?». «Ci basta avere risposte a queste domande - conclude Cuccovillo - per comprendere se esiste buon senso e giustizia dichiarando, ancora una volta, che non esistono colori sulla salute del cittadino».

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