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Ospedale: via chirurgia, rianimazione, ematologia e cardiologia

Lo ha detto Gorgoni al Partito Democratico. La Mastromauro vuole vedere Attolini

L'onorevole Margherita Mastromauro ha richiesto un incontro urgente all'assessore alla sanità della Regione Puglia Ettore Attolini. La richiesta parte all'indomani di un incontro che la deputata tranese ha avuto con il direttore generale della Asl Bat Giovanni Gorgoni, a cui hanno partecipato anche i consiglieri regionali del Pd Ruggiero Mennea e Filippo Caracciolo e i consiglieri comunali tranesi del Partito Democratico Carlo Avantario e Mimmo De Laurentis.

Il direttore generale ha confermato agli esponenti democratici la decisione, presa in accordo con l'assessorato regionale, di procedere a brevissimo al trasferimento del reparto di chirurgia dall'ospedale di Trani a quello di Bisceglie, con conseguente chiusura della rianimazione, oltre che dei reparti di ematologia e cardiologia. Le ragioni del trasferimento della chirurgia sarebbero ufficialmente da addebitarsi alla difficoltà di assumere medici anestesisti, da cui deriva la necessità di unire la chirurgia ai reparti di ostetricia e ginecologia e di ortopedia, attualmente tutti a Bisceglie. A Trani, invece, resterebbero solo la medicina, la lungodegenza e la gastroenterologia.

«E' evidente che stiamo continuando a pagare la scellerata decisione presa nel 2004 dal governo regionale di centrodestra che decise di chiudere l'ostetricia ginecologia di Trani» sottolinea la Mastromauro. «Non comprendiamo come con tanta facilità all'epoca si chiuse quel reparto, che produceva mille parti all'anno, mentre oggi pare impossibile trasferire quel reparto da Bisceglie a Trani ai fini del necessario accorpamento alla chirurgia. Ma al di là di questo, pur ammettendo che la soluzione proposta dalla direzione generale e dall'assessorato regionale sia la più facile e la più logica anche ai fini della razionalizzazione richiesta dal piano di rientro, non possiamo non rimarcare come tale decisione calpesti la dignità di una città co-capoluogo di Provincia, ma soprattutto il diritto ad un servizio sanitario che si rispetti per i cittadini tranesi».

Per la Mastromauro è arrivato il momento che la Regione parli chiaro sul futuro del San Nicola Pellegrino. «Pretendiamo di avere conferma intanto che l'ospedale resterà aperto nonostante i pochi reparti che vi rimarranno e che, come ci ha riferito il direttore della Asl, sarà dotato di nuovi servizi, come il poliambulatorio, la casa del parto e i medici di base h 24. Oppure ci dicano con chiarezza se questo ulteriore depauperamento è l'anticamera della chiusura definitiva. I cittadini tranesi hanno il diritto di conoscere la verità, ma soprattutto hanno diritto ad avere un servizio sanitario che si rispetti. Ci allontaniamo sempre più da questo obiettivo».

La deputata tranese esclude che Bisceglie possa rappresentare una soluzione. «L'ospedale non è attrezzato a ricevere i nuovi reparti e, soprattutto, un'utenza pressoché raddoppiata. Ha molte carenze, a partire ad esempio dalla presenza di camere prive di bagni, e adeguare la strutture richiederà investimenti importanti. Piuttosto che spostare reparti e sprecare così altri soldi, non sarebbe più opportuno investire tutto e subito sul nuovo ospedale da realizzare tra Trani, Andria, Bisceglie e Corato, così come previsto dalla Regione, creando un nuovo polo di eccellenza e non obbligando i cittadini ad arrangiarsi in strutture non adeguate? Abbiamo bisogno non di accorpamenti, ma di progetti seri, all'altezza delle aspettative di cura del nostro territorio».

«Pur comprendendo a pieno le difficoltà di questo governo regionale - conclude la Mastromauro - ci aspettiamo una risposta all'altezza delle nostre aspettative. Si dia subito il via libera ad un nuovo ospedale di eccellenza, commisurato ai bisogni del territorio, e dopo si eliminino tutte le strutture non adeguate che si vuole. Questo ci si aspetta da una gestione corretta e rispettosa del bene e della salute dei nostri cittadini. Mi auguro che il presidente Vendola inviti l'assessore e il direttore generale a procedere in questa direzione. Diversamente non ci troverà d'accordo e prenderemo con nettezza le distanze da simili decisioni».
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