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Piano di zona, la Cianti fa dietrofront sulle gare

Il consigliere Beppe Corrado rispedisce al mittente le accuse. «Mai interferito negli atti dei dirigenti»

Dopo la rivolta della politica e delle associazioni, la dirigente dell'ufficio del piano di zona, Anna Maria Cianti, in una nota espone il suo punto di vista circa la scelta della procedura da seguire ai fini dell'affidamento dei servizi di gestione del centro polivalente per minori, del centro polivalente per anziani, dello sportello per l'integrazione socio-culturale degli immigrati, del servizio di pronto intervento sociale, del centro sociale rieducativo e della porta unica di accesso.

«Nell'evidenziare – scrive la dirigente - che il mio operato è stato sempre indirizzato al conseguimento del supremo interesse pubblico, desidero fornire alcune fondamentali precisazioni. La scelta della procedura da seguire per i bandi di gara è quella in economia, prevista dal decreto legislativo numero 163/2006 così come specificato all'articolo numero 125. Questa scelta è stata adottata per due ordini di ragioni: ottimizzare i tempi per l'avviamento di servizi indispensabili per i cittadini e destinare maggiori risorse agli stessi servizi». «Tuttavia – dice la Cianti - nel prendere atto delle osservazioni avanzate dal mondo politico ed associazionistico, garantisco che sarà mia premura procedere all'applicazione pedissequa di quanto previsto dalle normative nazionali e regionali di riferimento». Letta così, la nota lascia supporre un dietrofront sulle procedure da applicare sulle gare.

Intanto anche Beppe Corrado è tornato sull'argomento. Corrado ammette candidamente che mai avrebbe pensato di scatenare un putiferio di queste dimensioni. «Il mio unico intento - spiega - era quello di chiedere al dirigente dell'ufficio di piano, poiché aveva fatto una serie di bandi di gare a trattativa negoziata, di allargare la partecipazione a tutte le aziende-cooperative del terzo settore di Trani in quanto i servizi oggetto dei bandi necessitano di elevata competenza e professionalità».

Corrado ripete un concetto già evidenziato più volte in passato: «Il dirigente gode di piena autonomia gestionale che gli viene conferita dalla legge. Lungi da me l'idea di condizionare scelte che sono di sua esclusiva competenza oltre al fatto che nella fattispecie non ho mai messo in discussione la legittimità degli atti espeltati dal dirigente dell'ufficio di piano. Alcune considerazioni politiche però andavano espresse visto che il mio ruolo è d'indirizzo e di controllo. Nel mio precedente intervento evidenziavo la necessità di alllargare a tutti la possibilità di partecipare con l'unico obiettivo di privilegiare la qualità e la professionalità. L'oggetto di alcune gare come ad esempio quella della gestione dello sportello per l'integrazione sociosanitaria e culturale degli immigrati necessita evidentemente di un elevato grado di competenza ed esperienza e facevo addirittura riferimento all'Oasi 2 che non è certo una cooperativa vicina all'area politica del centrodestra. Utilizzando la procedura della trattativa negoziata si limita la possibilità di partecipare al bando: questa è stata la mia unica obiezione e la conferenza stampa indetta nei prossimi giorni da dodici associazioni è la conferma che avevo ragione sull'aspetto politico della vicenda».

Corrado si rivolge (senza nominarlo) a De Noia: «In questi anni in cui ho avuto l'onore di espletare le funzioni di consigliere comunale non ho mai interferito negli atti gestionali dei Dirigenti né tanto meno ho influenzato le loro scelte. Spiace constatare che vi sia stato chi si sia adombrato per le mie puntualizzazioni ed abbia reagito, come se le mie censure lo riguardassero direttamente, sparando nel mucchio e tentando di addossarmi presunte responsabilità omissive su affidamenti e determine, ovviamente non ascrivibili a me, in relazione ai quali non ho mai avuto alcun potere d'ingerenza e influenza, né mai avrei potuto averlo. Spiace, poi, verificare che se si era a conoscenza di situazioni anomale si sia taciuto fino ad oggi per dolersi di tali affidamenti e determine solo come reazione a mie osservazioni critiche assolutamente scevre da qualsiasi personalismo».

Per il consigliere comunale e provinciale del PdL è dunque legittima la richiesta di alcuni consiglieri di opposizione nel voler richiedere spiegazioni su alcune determine dirigenziali degli ultimi anni. «Anche io - dice - ho già protocollato la richiesta di accesso agli atti per le determine richiamate sulla stampa. È necessario oggi far chiarezza e sgombrare il campo da ogni dubbio. Il mio intento non è quello di entrare in polemica con nessuno né tanto meno con il collega di maggioranza ma le accuse lanciate sono gravi. Verificherò con attenzione tutti gli atti gestionali a cui il collega ha fatto riferimento. In conclusione rimango dell'idea che purtoppo oggi la gente si allontana sempre di più dalla politica anche per colpa di interventi come l'ulitimo in cui si cade nell'offesa gratuita e personale. Ma questa è un'altra storia».
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