Politica

Termovalorizzatore / 2

Intervento dei Verdi sulla decisione di Vendola.

«La notizia dell'aggiudicazione, avvenuta mercoledì scorso, da parte della Cogeam (consorzio del quale fa parte il gruppo Mercegaglia) della gara per la costruzione di un impianto per la produzione del CDR (combustibile da rifiuti) nell'ambito del bacino Ba/1 e precisamente nel territorio di Molfetta, per quanto ci riguarda, lascia con l'amaro in bocca.

Da un lato c'è la soddisfazione che tante discussioni, tante manifestazioni, tanti incontri di approfondimento, tanti confronti-scontri sono serviti a qualcosa, almeno fino alla decisione definitiva della Magistratura Amministrativa, attesa a giorni, dall'altro invece la convinzione ancora più ferma che il decreto n. 303 del 13.12.2003 con il quale l'ex Governatore Fitto aveva indetto i bandi per "affidamento del pubblico servizio di gestione del sistema impiantistico per il recupero energetico dei rifiuti urbani costituito da linea di produzione CDR e/o di termovalorizzazione.." è stato un atto assolutamente sbagliato e dannoso per la collettività pugliese.

Noi certamente siamo contenti, come tantissimi cittadini tranesi (almeno i cinquemila che hanno sottoscritto la richiesta del referendum nei mesi scorsi), che l'inceneritore non si farà a Trani ( incrociando le dita sino alla sentenza dei Giudici amministrativi), perché come detto in tantissime occasioni inutile, dannoso ed antieconomico; tuttavia come ambientalisti o ecologisti che dir si voglia, che si battono veramente per il rispetto del territorio e dell'ambiente riteniamo assolutamente ingiusto che un'altra comunità (Molfetta) si veda calare dall'alto, senza il benché minimo coinvolgimento della comunità locale, ma solo perché una impresa privata lo ha deciso un grosso impianto industriale per la produzione del CDR.

Questo è il risultato della politica autoritaria e decisionista del vecchio governo regionale che tanti guasti continua a produrre in Puglia, grazie anche al "scimiottamento" negativo della nostra amministrazione locale che a capofitto ha deciso di abbracciare la scelta di realizzare un inceneritore nella città di Trani, senza alcuna minima preliminare valutazione tecnico, economica, giuridica.

Anzi le dichiarazioni del Presidente dell'Amet (già distintosi per aver impedito che nella propria città si svolgesse un democratico referendum votato all'unanimità, sindaco compreso, sulla vicenda dell'inceneritore) dei giorni scorsi ci confermano l'enorme stato confusionale in cui si trovano quelli che sono i principali attori (purtroppo per noi) della vicenda.

Il suddetto parlava di CDR come rifiuto solido urbano, cosa assolutamente non vera, (basta vedere l'art. 6 del c.d. Decreto Ronchi) difendendo, ancora una volta con un ricorso giudiziario, questa volta avverso il Nuovo Piano Regionale di gestione dei rifiuti, la scelta nefasta già assunta di investire risorse pubbliche (Amet appartiene ai cittadini di Trani) nell'inceneritore Tranese.

E' evidente che l'ottica aziendalista ed in nefasto gemellaggio con l'azienda di Bergamo, operante nel campo dell'incenerimento, pervade oramai ogni atto di questo gioiello tranese.
Queste scelte inducono l'Amet di Trani a finanziare consulenti ed avvocati con i soldi dei cittadini tranesi, per difendere scelte del tutto discutibili, sulle quali gli stessi cittadini-proprietari avevano chiesto di discutere con il referendum.

Non è possibile che una azienda pubblica persegua con inutile pervicacia scelte strategiche e fondamentali per la nostra città, assunte all'interno di un Consiglio di amministrazione pagato da tutti i cittadini, anche da quelli che avevano chiesto il referendum sull'inceneritore.

Ora basta è arrivato il momento che l'Amet, finalmente, pianifichi e si doti di un vero e proprio piano industriale che la porti ad investire nel campo delle energie rinnovabili, abbandonando scelte che si stanno dimostrando o che si sono dimostrate , anche economicamente sbagliate (la Germania sta dimettendo tutti i propri inceneritori!). Le esperienze ad esempio della vicina Molfetta dove L'ENEA ha deciso di investire nel campo del rispetto ambientale con il progetto SIAM (Modello area industriale sostenibile) teso a ridurre l'impatto ambientale che deriva dalla presenza, in un territorio, di aree industriali, spingendo le azienda ad investire nelle tecnologie pulite, è un modello da seguire.
E' ora di dire basta agli affari, o meglio è tempo di fare affari rispettosi dell'ambiente e dei cittadini (perché si può) ed occorre abbandonare la strada che ha portato alla brutta scelta dell'inceneritore di Trani (almeno fino alla prossima sentenza dei Giudici Amministrativi).»Michele di Gregorio
Capogruppo consiliare dei Verdi di Trani
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