
Eventi e cultura
Trani accoglierà Nichi Vendola: "Sacro queer", un viaggio tra poesia e rigenerazione umana in vista dei "Dialoghi"
L'ex Governatore presenterà il suo nuovo libro alla Biblioteca "G. Bovio", anticipando i temi di "Umanità" che animeranno i "Dialoghi di Trani" a settembre
Trani - martedì 3 giugno 2025
12.29
Venerdì 13 giugno, la città di Trani avrà l'onore di ospitare Nichi Vendola per la presentazione del suo nuovo libro, "Sacro queer" (Manni Editori). L'appuntamento è fissato per le ore 18:30 presso la Biblioteca Comunale "G. Bovio", dove l'autore dialogherà con Francesca Savino, giornalista di Repubblica-Bari, e Francesca Zitoli, docente. Questa iniziativa si inserisce idealmente nel percorso che condurrà ai prossimi "Dialoghi di Trani" a settembre, la cui tela tematica sarà "Umanità", un concetto che risuona profondamente nell'opera di Vendola.
"Sacro queer" non è una semplice raccolta di versi, è un itinerario profondo della ragione e delle passioni, un cammino che punta alla fraternità, al riconoscimento della ricchezza della diversità e all'urgenza politica della lotta per l'eguaglianza. L'opera si propone come uno strumento per ritrovare sé stessi e la propria identità, nella consapevolezza di un destino comune dell'umanità.
Il libro, dedicato "alla cara memoria di don Marco Bisceglia, prete operaio e fondatore di Arcigay", uscito in libreria il 14 marzo 2025 è ritenuto lo scritto più consapevole di Nichi Vendola in cui si espone con la passione di sempre. Nella prefazione, Vendola, autentico intellettuale, denuncia con forza: "le parole sono le prime vittime dell'abuso di potere, che non a caso sempre cerca di silenziarle o manipolarle, svuotandole di significato." Le sue liriche, come la struggente "Madonna di Cutro" o il ritratto di "Un muratore", affrontano tematiche complesse con una densità e una credibilità letteraria che richiamano la profonda indagine umana da cui nascono.
L'opera non è una "chiamata alle armi", ma una "supplica a seppellirle". È un monito sentito e doloroso per richiamare l'umanità a responsabilità spesso dimenticate, come il riconoscimento della diversità non solo a livello legale, ma come una risorsa culturale inestimabile. Vendola critica un Paese che ha "ricusato la propria storia" e "aggredito la conoscenza", come dimostrano episodi di intolleranza e l'auspicio di una "mobilitazione del mondo della scuola contro la militarizzazione dell'ignoranza".
In "Sacro queer" emerge un Nichi Vendola marito, padre, militante e indignato, ma soprattutto poeta. Un intellettuale che accetta la missione, la 'infelicità' e la vigoria che essa impone, facendosi carico di temi universali. I testi, a volte semplici ma capaci di affrontare argomenti complessi, altre volte elevatissimi nella struttura filologica, si trasformano in "testamenti popolari", accessibili a tutti, come testimonia la lirica dedicata al fratello Gianni. Il titolo stesso, "Sacro queer", neologismo di "purezza vendoliana", è una dichiarazione di intenti: una raccolta per chi non vuole smettere di misurarsi con la speranza e con l'inquietudine generata dalla passione civica. Un libro che smonta giudizi e pregiudizi, offrendo spazio a pensatori come Adorno, don Tonino Bello, Cristina Campo e Pino Daniele. Un'opera severamente d'avanguardia ed elegantemente pop, che invita a non temere il confronto con il "queer" per non scoprire di essere rimasti indietro.
"Sacro queer" non è una semplice raccolta di versi, è un itinerario profondo della ragione e delle passioni, un cammino che punta alla fraternità, al riconoscimento della ricchezza della diversità e all'urgenza politica della lotta per l'eguaglianza. L'opera si propone come uno strumento per ritrovare sé stessi e la propria identità, nella consapevolezza di un destino comune dell'umanità.
Il libro, dedicato "alla cara memoria di don Marco Bisceglia, prete operaio e fondatore di Arcigay", uscito in libreria il 14 marzo 2025 è ritenuto lo scritto più consapevole di Nichi Vendola in cui si espone con la passione di sempre. Nella prefazione, Vendola, autentico intellettuale, denuncia con forza: "le parole sono le prime vittime dell'abuso di potere, che non a caso sempre cerca di silenziarle o manipolarle, svuotandole di significato." Le sue liriche, come la struggente "Madonna di Cutro" o il ritratto di "Un muratore", affrontano tematiche complesse con una densità e una credibilità letteraria che richiamano la profonda indagine umana da cui nascono.
L'opera non è una "chiamata alle armi", ma una "supplica a seppellirle". È un monito sentito e doloroso per richiamare l'umanità a responsabilità spesso dimenticate, come il riconoscimento della diversità non solo a livello legale, ma come una risorsa culturale inestimabile. Vendola critica un Paese che ha "ricusato la propria storia" e "aggredito la conoscenza", come dimostrano episodi di intolleranza e l'auspicio di una "mobilitazione del mondo della scuola contro la militarizzazione dell'ignoranza".
In "Sacro queer" emerge un Nichi Vendola marito, padre, militante e indignato, ma soprattutto poeta. Un intellettuale che accetta la missione, la 'infelicità' e la vigoria che essa impone, facendosi carico di temi universali. I testi, a volte semplici ma capaci di affrontare argomenti complessi, altre volte elevatissimi nella struttura filologica, si trasformano in "testamenti popolari", accessibili a tutti, come testimonia la lirica dedicata al fratello Gianni. Il titolo stesso, "Sacro queer", neologismo di "purezza vendoliana", è una dichiarazione di intenti: una raccolta per chi non vuole smettere di misurarsi con la speranza e con l'inquietudine generata dalla passione civica. Un libro che smonta giudizi e pregiudizi, offrendo spazio a pensatori come Adorno, don Tonino Bello, Cristina Campo e Pino Daniele. Un'opera severamente d'avanguardia ed elegantemente pop, che invita a non temere il confronto con il "queer" per non scoprire di essere rimasti indietro.