Vita di città
Trani-Casertana, dopo il buio Caffarella chiede i fari
Il consigliere suggerisce di ripescare un progetto del 2002. «Unica città nel circondario a non disporre di un impianto di illuminazione»
Trani - lunedì 7 novembre 2011
9.35
Lui allo stadio c'era, come accade d'altronde ad ogni gara casalinga della Fortis. Franco Caffarella ha assistito come noi al secondo tempo di Trani-Casertana, giocata praticamente al buio a causa del maltempo e soprattutto dell'assenza dell'impianto d'illuminazione. E così, poche ore dopo la fine della gara, il consigliere ha inviato un'interrogazione (con risposta scritta) all'assessore allo sport per chiedere cosa intende fare l'amministrazione per installare i fari allo stadio, «unica città nel circondario – sottolinea amaramente Caffarella - a non disporre di un impianto di illuminazione».
«Alla luce del recente dibattito consiliare con il quale si sono esaminati i bilanci di Amet e Comune di Trani – scrive Caffarella – e rilevando una serie di partite di credito pendenti, da ambo le parti, ritengo che questa occasione possa essere sfruttata dall'azionista unico, Comune di Trani, per inserire la richiesta di illuminare lo stadio comunale ampliando il contratto di servizio con Amet che andrà a stipularsi, prevedendo espressamente una nuova voce, l'illuminazione sportiva, che andrebbe ad aggiungersi all'illuminazione pubblica e semaforica, già da tempo inseriti nei vecchi contratti».
Caffarella ricorda come già nel maggio 2002, l'allora sindaco Carlo Avantario e l'amministratore delegato di Amet dell'epoca avevano raggiunto una intesa in tal senso, addivenendo ad una ipotesi progettuale. Tre erano i progetti che Amet propose al Comune di Trani: il primo prevedeva un impianto minimo da 300 lux con 44 fari puntati sul campo. Il secondo, decisamente più imponente, prevedeva 800 lux e 198 fari. La scelta ricadde su quello intermedio da 500 lux e 72 fari con un investimento richiesto di circa 400mila euro. Il Comune in quell'epoca rinunciò all'ipotesi di accollarsi le spese di realizzazione e gestione, strada pur sempre possibile, intendendo affidare alla sua ex municipalizzata la realizzazione e gestione dell'impianto, previo un canone da riconoscere ad Amet, proprio nel contratto di servizio a stipularsi. E' storia che i contratti di servizio poi stipulati dalle amministrazioni succedute, a far data dal 2003, non abbiano più fatto cenno a questa ipotesi di lavoro.
Alla luce di questa considerazioni, Caffarella ha inteso interrogare Lapi sulla vicenda, chiedendo di conoscere le eventuali iniziative adottate o da adottarsi, «auspicando – conclude Caffarella - la realizzazione in tempi rapidi di un'opera pubblica di cui la città avverte la urgente necessità, proponendo altresì di riprendere le ipotesi progettuali del 2002 aggiornandole nei prezzi e nelle componenti tecniche».
«Alla luce del recente dibattito consiliare con il quale si sono esaminati i bilanci di Amet e Comune di Trani – scrive Caffarella – e rilevando una serie di partite di credito pendenti, da ambo le parti, ritengo che questa occasione possa essere sfruttata dall'azionista unico, Comune di Trani, per inserire la richiesta di illuminare lo stadio comunale ampliando il contratto di servizio con Amet che andrà a stipularsi, prevedendo espressamente una nuova voce, l'illuminazione sportiva, che andrebbe ad aggiungersi all'illuminazione pubblica e semaforica, già da tempo inseriti nei vecchi contratti».
Caffarella ricorda come già nel maggio 2002, l'allora sindaco Carlo Avantario e l'amministratore delegato di Amet dell'epoca avevano raggiunto una intesa in tal senso, addivenendo ad una ipotesi progettuale. Tre erano i progetti che Amet propose al Comune di Trani: il primo prevedeva un impianto minimo da 300 lux con 44 fari puntati sul campo. Il secondo, decisamente più imponente, prevedeva 800 lux e 198 fari. La scelta ricadde su quello intermedio da 500 lux e 72 fari con un investimento richiesto di circa 400mila euro. Il Comune in quell'epoca rinunciò all'ipotesi di accollarsi le spese di realizzazione e gestione, strada pur sempre possibile, intendendo affidare alla sua ex municipalizzata la realizzazione e gestione dell'impianto, previo un canone da riconoscere ad Amet, proprio nel contratto di servizio a stipularsi. E' storia che i contratti di servizio poi stipulati dalle amministrazioni succedute, a far data dal 2003, non abbiano più fatto cenno a questa ipotesi di lavoro.
Alla luce di questa considerazioni, Caffarella ha inteso interrogare Lapi sulla vicenda, chiedendo di conoscere le eventuali iniziative adottate o da adottarsi, «auspicando – conclude Caffarella - la realizzazione in tempi rapidi di un'opera pubblica di cui la città avverte la urgente necessità, proponendo altresì di riprendere le ipotesi progettuali del 2002 aggiornandole nei prezzi e nelle componenti tecniche».