Trani perde un’altra memoria storica della città
Si è spento all’età di 75 anni Vittorio Lentini. Sindacalista e scrittore, a lui si devono tante pubblicazioni sulla nostra storia
Per ricordarlo abbiamo voluto rispolverare dal nostro archivio un suo intervento del novembre del 2010, una lettera aperta ai cittadini tranesi per richiamarli ad una attenzione maggiore verso il futuro. Ci sembra questo il modo più giusto per dirgli addio.
Con l'esperienza maturata in quasi quaranta anni di attività sindacale a diversi livelli, anche nazionali, prima nella Cgil e poi nella Uil, arricchitasi anche attraverso l'osservazione delle tradizioni locali e della storia di questa nostra bellissima e amata città che si chiama Trani, vorrei rivolgere un rimprovero provocazione ai miei concittadini. Gli intellettuali singoli e associati della nostra città, da troppo tempo sono afflitti da una strana malattia chiamata artrite dietrologica, che ha contagiato tutti gli attori della vita culturale, sociale e amministrativa. Tutte le attività culturali e i confronti tra le forze politiche sono rivolte ad esaltare il ruolo passato e gli uomini che hanno fatto grande questa città, ma mai uno che si sia cimentato sulle prospettive future e sull'eredità sociale da lasciare ai giovani e alle future generazioni. E quando qualcuno rivendica qualcosa per il futuro, la sua visione delle cose non va oltre i confini del proprio quartiere. Anche gli amministratori della stessa malattia, non sanno andare oltre la realizzazione di progetti che non superano il proprio mandato, tranne quando parlano di urbanistica e di edilizia privata per le quali sono obbligati a fare i conti con leggi di programmazione. Ma una comunità non può vivere solo di edilizia privata, settore che, tra l'altro, con le difficoltà economiche che si attraversano e con il fabbisogno di case molto ridotto rispetto al passato, non è più in condizione di sostenere il ruolo trainante dell'economia locale. Trani continua a perdere pezzi importanti dell'economia, come la San Marco Sud e la Filatura, e addirittura interi settori (del marmo e delle calzature) si sono ridimensionati sotto i colpi della crisi, o spariti del tutto come la fiorente attività dei maglifici e delle attività vinicole di cui Trani era famosa a livello nazionale. L'aspetto più evidente della fase del declino della città è rappresentato dal basso indice di crescita che, negli ultimi settanta anni è aumentato di ventimila abitanti, rispetto ai sessantamila delle previsioni di crescita dello strumento urbanistico del 1968. Eppure non mancano le energie intellettuali capaci di proiettarsi nel futuro, pare che a Trani ci siano quasi cento associazioni culturali, circoli e forze intelligenti che sembrano viaggiare su un grande Titanic sociale con luminarie, canti e balli, verso la decomposizione sociale. Cari concittadini, è arrivata l'ora di uscire dal lungo letargo della cultura omologata e del passato, e di contribuire, con le idee e con la faccia, a invertire la rotta dell'economia di questa nostra amata città.
Vittorio Lentini