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Progetto "Campus Mentis": ecco come avvicinare i giovani europei a Trani

La nuova proposta di Mauro Spallucci (Omi)

Molti di voi conosceranno il progetto "Campus Mentis", vero? Avvicina i giovani migliori europei, li fa incontrare, li fa crescere, promuovendoli ed integrandoli ai livelli di eccellenza nelle università e nel mondo delle imprese europee, favorendo la costruzione di reti che li aiutano per dare risposte concrete alle nuove generazioni. Giovani under 29, collaborazione con Università, Presidenza del Consiglio Italiano e Parlamento europeo, rappresentanza in Italia. Sede Fiesole, Firenze. Sono riusciti a generare un'esperienza che genera idee, speranza e futuro entusiasmante da condividere. Un'idea di Moro, portata avanti dalla Democrazia cristiana, negli anni 60. Tuttora ancora un riferimento europeo per le classi dirigenti. Pensate che soltanto dal 2009 al 2025 ha coinvolto circa 20.000 giovani, un popolo in cammino, di cui almeno il 75% dei partecipanti ha ricevuto almeno una proposta di lavoro entro i 6 mesi dalla partecipazione al cc campus residenziale.

Il dialogo e la collaborazione tra diversi enti che coinvolgendo soggetti differenti per cultura, valori e missioni riesce a produrre lavoro, futuro, speranza. Se Trani volesse potrebbe generare un'esperienza simile per tutta l'area del Mediterraneo. Molti sarebbero gli strumenti e le aree di incontro, la maggior parte dei quali impensabili fino a qualche anno fa. Stage, placement, consulte e costruzione di specifici curricula. Tutto in collaborazione con imprese, università, istituzioni. Perché questi soggetti non possono più ignorarsi ma ora più che mai sono costrette a incontrarsi e a cooperare. I motivi ed i vantaggi sono per tutti, ad iniziare dalla città che, soprattutto di estate (ma sarebbe auspicabile tutto l'anno) sarebbe abitata da giovani, da persone provenienti da tutto il Mediterraneo, ad iniziare dai paesi balcanici, per generare ponti di dialogo, di pace, di un mondo migliore.

Dobbiamo imparare a cogliere la bellezza degli sguardi dei giovani che sono curiosi ed aperti al mondo totalmente nuovo per loro, felici di incontrare coetanei provenienti da più parti. Hanno voglia di ridere, di vivere sempre in un contesto di reciproco rispetto capace di produrre relazioni, amicizie, voglia di stare insieme e di camminare sul sentiero della vita dandosi la mano. Chi si preoccupa di tutto questo? Chi può rendere possibile tutto ciò? Avverto che si parla troppo poco di tutto ciò. Non si tratta di voler avanzare richieste ma di suggerire ai politici locali, di cui ho il massimo rispetto, di ascoltare e di fare la loro parte. Prima dei sostegni economici e dei finanziamenti serve il rispetto verso la costruzione di unpezzetto di mondo migliore e il voler fare qualcosa in questa direzione.

Di cosa c 'è bisogno? Di poche e chiare regole che non creino percorsi ad ostacoli ma al contrario li favoriscano. Sarebbe importante che tutti insieme l'attuale classe dirigente sapesse individuare le modalità per riconoscere chi sa proporre attività culturali e formative valorizzando le enormi potenzialità. Per generare contatti liberi e fecondi tra persone libere e attenti agli altri. Perché la cultura può svolgere un duplice compito: salvaguardare le diversità e contribuire allo stesso tempo ad integrarle in una più vasta appartenenza comune. Ancorando alle tradizioni popolari, alle lingue ed alla storia di ciascuno e rifiutando nel contempo ogni forma di isolamento. Perché la nostra cultura è destinata a diventare parte integrante anche della politica verso tutti i paesi dell'area mediterranea. Questi campus Trani permetterebbero espansione economica e sociale per far respirare a tutti quei valori di cui quasi tutti i tranesi sono portatori. Accoglienza, integrazione, buon vivere, capacità di guardare al futuro in uno scenario in crescente complessità ed in rapido cambiamento.

Allargando nuovi orizzonti, senza lasciarsi abbattere dalla precarietà, dalle sfide e dai condizionamenti sempre più pressanti. Non lasciandosi paralizzare da un pessimismo sterile. Né rassegnati nella tristezza. Soprattutto per noi cristiani, rivoluzionari da sempre, che grazie alla conversione del cuore siamo capaci, non confidando nelle nostre forze, a trasformare il timore in fiducia. Con la concretezza semplice delle opere buone. Come la nascita, nella nostra città, di associazioni, di fondazioni, di imprese culturali, di centri di formazione e di università. Perché formare le nuove generazioni è una missione e risponde al bisogno diffuso di salvaguardare e promuovere il rispetto reciproco ed i valori fondamentali per il consolidamento del bene comune.

Mauro Spallucci,
fondatore Omi Trani
  • Cultura
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