Mimì Cosmano
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Calcio

«Mimì Cosmano non merita l’intitolazione dello stadio»

Luciano Zitoli fornisce un audio del 1978: disprezzò Trani, la B ed i tifosi. Ascoltate

Ha fatto discutere la notizia pubblicata sul nostro portale della mancata intitolazione dello stadio comunale di Trani a Mimì Cosmano, attaccante più prolifico della storia del calcio locale (101 reti). All'indomani della sua morte, nel 2004, il consigliere comunale Franco Caffarella aveva suggerito di dedicare al bomber barese l'impianto di via Superga. Di recente, la commissione per la toponomastica ha detto di no applicando quando prevede la normativa (la decorrenza dei dieci anni dalla morte).

L'intitolazione dello stadio a Cosmano potrebbe avvenire, dunque, non prima del 2014 ma c'è chi è contrario a questa ipotesi. E' il caso di Luciano Zitoli, affermato fotografo e memoria storica del Trani degli ultimi 40 anni. «Nutro grande stima nei confronti di Franco Caffarella, grande giornalista sportivo ed amico. La sua proposta di dedicare lo stadio di Trani a Cosmano, però, non mi trova affatto favorevole. Nessuno sta qui a confutare i meriti sportivi del giocatore, ma alle gesta sul campo dovrebbero essere accompagnati anche meriti comportamentali. E Cosmano ha dimostrato di non essere degno dell'intitolazione dello stadio di Trani».

Zitoli spiega il perché: «Conservo gelosamente una raccolta di registrazioni audio di trasmissioni sportive radiofoniche degli anni '70 ed in particolare quelle di Radio Trani 1 condotte da Gianni Bezzato e con in studio il mitico Rax. Riascoltandole, ho trovato un'intervista rilasciata da Cosmano dopo un Trani-Lucera del 19 febbraio del 1978. Cosmano, all'epoca aveva appeso le scarpe al chiodo ed era allenatore del Lucera con cui la Polisportiva ingaggiò il duello promozione per la serie D (vinto poi dai biancazzurri). Dopo la sconfitta nello scontro diretto (il Trani si impose per 2-0 con doppietta del mitico Matteo Di Gennaro) Cosmano, ai microfoni della radio, si lasciò andare a dichiarazioni non certo carine nei confronti del Trani e dei tifosi, disprezzando anche la nostra storica promozione in serie B a cui lui stesso contribuì».

In allegato all'articolo potete ascoltare l'audio a cui fa riferimento Luciano Zitoli. Il fotografo tranese annuncia di voler trasferire la registrazione per conoscenza alla commissione toponomastica ed indica altri papabili per l'intitolazione del Comunale. «A mio avviso – dice – ci sono personaggi molto più accreditati, che a Trani hanno dato tantissimo. Parlo sia di giocatori che di allenatori. Se dovessi fare un esempio candiderei Angelo Paticchio, protagonista tra i pali della promozione del Trani in serie C del 1971 e da allenatore della mitica salvezza in Interregionale nella stagione 1984-85 con l'aiuto del grande Carmine Verrigni. Quell'anno il Trani difese la categoria senza società e senza soldi. I giocatori non percepivano stipendi da otto mesi e si andava avanti con le collette dei tifosi».
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Campionato di Promozione pugliese, girone A
Domenica 19 febbraio 1978
Polisportiva Trani-Lucera 2-0

Polisportiva Trani: Lamia Caputo, Cilli, Turi, Schipa, F. Narciso, M. Lorusso, N. Dellino, De Marinis, Di Gennaro (29'st Conversa), Gernone, Gi. Francavilla. All. Lamia Caputo.
Lucera: Petito, Selvaggio, Pallotta, Viscio, De Santis, Battaglioli, Sborea, Padalino, Leone, Lanave, Risuglia. All. Cosmano.

Arbitro: Florenza di Siena.
Reti: 1'st De Gennaro, 20'st De Gennaro.

Dopo aver perso il duello in Coppa Italia, il Trani si vendica e conquista il successo in campionato contro il Lucera, diretta concorrente per la promozione in serie D. Con la vittoria nello scontro diretto la Polisportiva vola in testa alla classifica. Allo stadio Comunale assistono alla gara 3500 spettatori paganti (incasso di 7 milioni di lire, oltre gli abbonati). Il successo matura nella ripresa. Al 1' De Gennaro trafigge il portiere con una conclusione al volo su angolo di De Marinis, al 20' il giocatore si ripete ribadendo in rete una corta respinta di Petito dopo un'azione personale insistita ed avviata da un lancio di Giovanni Francavilla.
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