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Al Comune di Trani spese a gogò

Vito Cialdella: «Lavorano solo alcune ditte». Il dono degli ulivi? Ci costa 10mila euro

Spese a gogò al Comune di Trani. Il Corriere del Mezzogiorno ha raccontato di un altro investimento da 20mila euro per gli arredi e le apparecchiature informatiche per gli uffici del secondo piano del palazzo comunale. Ma non solo. E la segreteria del partito Repubblicano, in una nota a firma di Vito Cialdella, punta l'indice sulla scelta dei fornitori: «A beneficiare dell'affidamento dei lavori e dei relativi guadagni - scrive Cialdella - sono quasi sempre le stesse ditte di fiducia dell'amministrazione che incassano svariate migliaia di euro. Ci sono anche ditte magnanime che per ringraziare donano concerti per inaugurare una piazza, anche se poi il Comune spende ugualmente 18mila euro per il buon esito dell'evento».

Cosa c'è di male? Cialdella spiega: «Siamo in un periodo di vacche magre ed i bilanci comunali non permettono di scialare denaro pubblico. Per pagare tutti i fornitori di fiducia per prestazioni e forniture non sempre indispensabili, non solo non si riparano strade colabrodo, che comportano incidenti e relativi risarcimenti con i nostri soldi, non vengono diminuite le tasse comunali, che sommate agli aumenti delle tasse regionali e nazionali creano grosse difficoltà alle famiglie che non sono fornitori di fiducia».

Tra le determine di recente pubblicazione è saltata fuori finalmente quella degli ulivi su via Falcone. Come dal nostro portale già raccontato in passato, il regalo del privato che ha donato gli alberi ci è costato parecchie migliaia di euro. «Per gli ulivi messi a dimora in via Falcone e via Borsellino - scrive Cialdella - il Comune di Trani si è sobbarcato il 50% delle spese pari a 10mila euro. Il regalo della ditta non è poi così spontaneo poiché la legge prevede l'obbligo di non distruggere il patrimonio storico ed ambientale per far posto ad un impianto fotovoltaico industriale. Adesso vorremmo capire quanto costerà la manutenzione di questo dono. Non sarebbe stato meglio vincolare l'autorizzazione per l'impianto, dal quale la società trarrà grandi benefici economici, al pagamento di tutte le spesse sia di messa a dimora che per la manutenzione futura? Questo modo di disamministrare ormai volge a termine, ci auguriamo che passino in fretta questi mesi e che non si aggravi moltissimo la situazione economica comunale».
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