Politica
«Amet, si caccino i manager. Stop all'operazione Elgasud»
Lo chiedono i Verdi: «Tre anni di amministrazione insoddisfacente»
Trani - sabato 12 giugno 2010
«Sono passati oramai molti mesi da quando, d'accordo con gli altri consiglieri di opposizione, abbiamo provveduto a protocollare una richiesta, con relativa proposta di delibera, di convocazione di una seduta di Consiglio comunale dedicato alle vicende di Amet, Amiu e Stp. Ciò serviva a rendere finalmente pubbliche le notizie relative alla gestione delle tre società partecipate o di proprietà del Comune di Trani. Ciò sino ad ora non è accaduto e continuano a giungere segnali preoccupanti circa lo stato gestionale delle tre società. In particolare ciò appare per l'Amet che appare come il caveau (forse vuoto) di una banca, per la sua inaccessibilità.
Ad oggi la strategia aziendale posta in essere dai cosiddetti manager qui sistemati dall'amministrazione di centrodestra, appaiono concentrati sul conferimento del ramo di azienda riguardante le utenze elettriche ad un'altra società, la Elgasud, presieduta da un ex presidente di Amet, argomento che sarà all'ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale; nonché una serie di operazioni immobiliari tra le quali l'acquisto di un immobile per alcuni milioni di euro per la costruzione di una nuova sede. Non è mai esistito lo straccio di un piano industriale che puntasse ad esempio a far diventare l'Amet società leader in tutta la Puglia o nel Sud Italia nel campo delle energie rinnovabili (solare, eolico, fotovoltaico).
Al contrario la società dopo i fallimenti degli anni passati in settori che nulla avevano a che fare con la tradizione aziendale (vedi sponsorizzazioni dell'estate tranese, i collegamenti navali con la Croazia, la gestione della Darsena, l'acquisto dell'edificio di via Montegrappa) o le scelte scellerate quale quella dell'inceneritore o ancora le operazioni finanziarie con la partecipazione a consorzi di dubbia utilità (vedi Pugliatech) o la costituzione o partecipazione ad Ati o società di nessuna utilità (Noyvallesina, Amet energia, Amet gas, E.Ver Canosa, Elgasud, Aigs) continua a navigare senza alcuna strategia aziendale e soprattutto facendo ricorso al credito bancario non per gli investimenti ma per le spese correnti. Avremmo preferito il nulla assoluto piuttosto che la discesa ineluttabile nel baratro.
In quasi due anni non si è stati capaci nemmeno di fare un bando per i parcometri e, anzi, notizia di questi giorni, quello che è stato fatto è stato sottoposto al vaglio della procura della Repubblica da una delle aziende partecipanti. Da quasi due anni la nostra città non incassa un centesimo per i parcheggi! Di chi è la responsabilità? Dopo tre anni di amministrazione superficiale e insoddisfacente, è arrivato il tempo di cambiare rotta prima che sia troppo tardi: l'amministrazione comunale abbia il coraggio di rimediare agli errori fatti sino ad ora e mandi a casa gli attuali amministratori e soprattutto blocchi la vendita del ramo di azienda e ancora di più revochi l'acquisto della nuova sede. I soldi, se ce nono rimasti ancora, siano impiegati per gli investimenti aziendali da amministratori capaci, magari senza riconoscimenti di bonus».
Michele di Gregorio e Francesco Laurora
Verdi Trani
Ad oggi la strategia aziendale posta in essere dai cosiddetti manager qui sistemati dall'amministrazione di centrodestra, appaiono concentrati sul conferimento del ramo di azienda riguardante le utenze elettriche ad un'altra società, la Elgasud, presieduta da un ex presidente di Amet, argomento che sarà all'ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale; nonché una serie di operazioni immobiliari tra le quali l'acquisto di un immobile per alcuni milioni di euro per la costruzione di una nuova sede. Non è mai esistito lo straccio di un piano industriale che puntasse ad esempio a far diventare l'Amet società leader in tutta la Puglia o nel Sud Italia nel campo delle energie rinnovabili (solare, eolico, fotovoltaico).
Al contrario la società dopo i fallimenti degli anni passati in settori che nulla avevano a che fare con la tradizione aziendale (vedi sponsorizzazioni dell'estate tranese, i collegamenti navali con la Croazia, la gestione della Darsena, l'acquisto dell'edificio di via Montegrappa) o le scelte scellerate quale quella dell'inceneritore o ancora le operazioni finanziarie con la partecipazione a consorzi di dubbia utilità (vedi Pugliatech) o la costituzione o partecipazione ad Ati o società di nessuna utilità (Noyvallesina, Amet energia, Amet gas, E.Ver Canosa, Elgasud, Aigs) continua a navigare senza alcuna strategia aziendale e soprattutto facendo ricorso al credito bancario non per gli investimenti ma per le spese correnti. Avremmo preferito il nulla assoluto piuttosto che la discesa ineluttabile nel baratro.
In quasi due anni non si è stati capaci nemmeno di fare un bando per i parcometri e, anzi, notizia di questi giorni, quello che è stato fatto è stato sottoposto al vaglio della procura della Repubblica da una delle aziende partecipanti. Da quasi due anni la nostra città non incassa un centesimo per i parcheggi! Di chi è la responsabilità? Dopo tre anni di amministrazione superficiale e insoddisfacente, è arrivato il tempo di cambiare rotta prima che sia troppo tardi: l'amministrazione comunale abbia il coraggio di rimediare agli errori fatti sino ad ora e mandi a casa gli attuali amministratori e soprattutto blocchi la vendita del ramo di azienda e ancora di più revochi l'acquisto della nuova sede. I soldi, se ce nono rimasti ancora, siano impiegati per gli investimenti aziendali da amministratori capaci, magari senza riconoscimenti di bonus».
Michele di Gregorio e Francesco Laurora
Verdi Trani
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