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Politica
Azione (Trani): "Votare al Referendum per rafforzare il sistema lavorativo italiano"
L'appello di Merra per una partecipazione civica consapevole, con 4 NO e un SÌ sui quesiti sul lavoro e l'integrazione.
Trani - giovedì 22 maggio 2025
07.30 Comunicato Stampa
Merra (Azione): "Nonostante le 'contraddizioni' dei politici, si vada a votare (con 4 no ed un sì) al Referendum per rafforzare il sistema lavorativo italiano". La nota - appello della Segretaria di Azione (Trani). "Stavolta non vinca l'indifferenza che scatta come forma di protesta silente da parte dei cittadini contro una Politica ricca di scompensi e contraddizioni. Stavolta vinca l'impegno civico, che serve per sentirsi veri cittadini attivi e presenti nella realtà, non corpi estranei."
Di qui l'appello di Azione a votare per i Referendum, nonostante tutto, nonostante lo scontento verso la Politica, perché stavolta, una partecipazione massiccia e convinta serve non per fare un piacere ai politici, ma per rafforzare il sistema lavorativo italiano di cui questo Referendum si occupa.
Per farlo noi di Azione invitiamo, nello specifico a votare 4 no per i primi quattro quesiti ed un sì per l'ultimo anche per favorire le agevolazioni nei confronti dei lavoratori lavoratori stranieri in quanto utili, in molti casi, per la manodopera dell'economia italiana, un elemento fondamentale, la stessa manodopera (i paesi con le economie più ricche insegnano) per il funzionamento e l' organicitá dei sistemi di lavoro e per l'integrazione più veloce di forze fresche.
Ma andiamo per ordine. Tornando ai primi 4 quesiti- premesso che siamo contrari alla natura dei Referendum abrogativi, per giunta supportati dalla raccolta delle firme per vie "digitali"- , per il primo quesito invitiamo a votare No, sostanzialmente, per non ritornare, di fatto, alla Legge Fornero (non vedremmo alternative in caso di abrogazione delle condizioni del Jobs Act) e per evitare un allontanamento da quell'equilibrio creato in questi anni dalle norme dell'UE.
Per il secondo quesito (eliminazione del tetto massimo di stipendio- di sei mesi- per i lavoratori licenziati per giusta causa) invitiamo a votare No perché già valutato come "incostituzionale" per precedenti vagliati dalla Corte costituzionale : il tetto dello stipendio dovrebbe essere stabilito nuovamente da un giudice secondo precisi parametri come ad esempio il fatturato dell'azienda interessata.
Per il terzo quesito invitiamo a votare No all'abrogazione delle norme che facilitano l'uso dei contratti a tempo determinato: approvando questo quesito sarà possibile fare contratti a termine solo qualora siano previsti dai contratti collettivi o per sostituzione di lavoratori, restringendo quindi il ventaglio di opportunità per assumere da parte di un'azienda.
Anche per il quarto quesito invitiamo al No perché non vogliamo che sia abrogata la responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del sub - appaltatore per gli infortuni sul lavoro perché con l'approvazione di questo quesito si eliminerebbe l'unica eccezione ad oggi in vigore sulla corresponsabilità solidale tra committente ed appaltatore in caso d'infortuni sul lavoro. Una condizione che irrigidirebbe il mercato ed il sistema delle assunzioni.
Per il quinto quesito abbiamo già detto: invitiamo a votare Sí perché l'accelerazione (5 anni invece di 10 per avere la cittadinanza italiana da parte dei cittadini stranieri) dell'iter per un'integrazione volta all'inserimento nel mondo del lavoro può sicuramente portare benefici all'economia italiana.
Di qui l'appello di Azione a votare per i Referendum, nonostante tutto, nonostante lo scontento verso la Politica, perché stavolta, una partecipazione massiccia e convinta serve non per fare un piacere ai politici, ma per rafforzare il sistema lavorativo italiano di cui questo Referendum si occupa.
Per farlo noi di Azione invitiamo, nello specifico a votare 4 no per i primi quattro quesiti ed un sì per l'ultimo anche per favorire le agevolazioni nei confronti dei lavoratori lavoratori stranieri in quanto utili, in molti casi, per la manodopera dell'economia italiana, un elemento fondamentale, la stessa manodopera (i paesi con le economie più ricche insegnano) per il funzionamento e l' organicitá dei sistemi di lavoro e per l'integrazione più veloce di forze fresche.
Ma andiamo per ordine. Tornando ai primi 4 quesiti- premesso che siamo contrari alla natura dei Referendum abrogativi, per giunta supportati dalla raccolta delle firme per vie "digitali"- , per il primo quesito invitiamo a votare No, sostanzialmente, per non ritornare, di fatto, alla Legge Fornero (non vedremmo alternative in caso di abrogazione delle condizioni del Jobs Act) e per evitare un allontanamento da quell'equilibrio creato in questi anni dalle norme dell'UE.
Per il secondo quesito (eliminazione del tetto massimo di stipendio- di sei mesi- per i lavoratori licenziati per giusta causa) invitiamo a votare No perché già valutato come "incostituzionale" per precedenti vagliati dalla Corte costituzionale : il tetto dello stipendio dovrebbe essere stabilito nuovamente da un giudice secondo precisi parametri come ad esempio il fatturato dell'azienda interessata.
Per il terzo quesito invitiamo a votare No all'abrogazione delle norme che facilitano l'uso dei contratti a tempo determinato: approvando questo quesito sarà possibile fare contratti a termine solo qualora siano previsti dai contratti collettivi o per sostituzione di lavoratori, restringendo quindi il ventaglio di opportunità per assumere da parte di un'azienda.
Anche per il quarto quesito invitiamo al No perché non vogliamo che sia abrogata la responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del sub - appaltatore per gli infortuni sul lavoro perché con l'approvazione di questo quesito si eliminerebbe l'unica eccezione ad oggi in vigore sulla corresponsabilità solidale tra committente ed appaltatore in caso d'infortuni sul lavoro. Una condizione che irrigidirebbe il mercato ed il sistema delle assunzioni.
Per il quinto quesito abbiamo già detto: invitiamo a votare Sí perché l'accelerazione (5 anni invece di 10 per avere la cittadinanza italiana da parte dei cittadini stranieri) dell'iter per un'integrazione volta all'inserimento nel mondo del lavoro può sicuramente portare benefici all'economia italiana.
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