
Cronaca
C’è crisi, dopo 27 anni rischia di saltare la stagione teatrale
La giunta congela il provvedimento, liberate le compagnie opzionate. Il primo cartellone fu realizzato nel 1987
Trani - giovedì 27 dicembre 2012
20.00
Dopo 27 anni Trani potrebbe non ospitare alcuna data della stagione di prosa organizzata dal Teatro pubblico pugliese. Nonostante l'ufficio e l'assessorato avessero predisposto un cartellone per lo meno dignitoso (4 date, da gennaio ad aprile), la giunta, dopo una sofferta discussione, ha deciso di congelare la delibera.
C'è crisi, gira poca moneta, e si taglia sulla cultura, un paradosso per un'amministrazione che alcuni mesi fa aveva trionfalmente annunciato di voler investire ingenti risorse per acquisire, nel suo patrimonio, l'immobile del Supercinema per realizzare un teatro comunale con annesso centro congressi.
A fronte della frenata dell'esecutivo, l'ufficio cultura ha informato il Teatro pubblico pugliese di liberare le compagnie del circuito preliminarmente opzionate. Trattandosi di un provvedimento congelato c'è ancora un minimo margine di speranza di un ripensamento. Dopo alcune stagioni disastrose, lo scorso anno si era registrato qualche segnale positivo con la vendita di molti più abbonamenti. Certo, rispetto ad un decennio fa, è poca cosa, ma l'idea di dover rinunciare ad una rassegna che si faceva in città dal 1987 lascia davvero l'amaro in bocca.
C'è crisi, gira poca moneta, e si taglia sulla cultura, un paradosso per un'amministrazione che alcuni mesi fa aveva trionfalmente annunciato di voler investire ingenti risorse per acquisire, nel suo patrimonio, l'immobile del Supercinema per realizzare un teatro comunale con annesso centro congressi.
A fronte della frenata dell'esecutivo, l'ufficio cultura ha informato il Teatro pubblico pugliese di liberare le compagnie del circuito preliminarmente opzionate. Trattandosi di un provvedimento congelato c'è ancora un minimo margine di speranza di un ripensamento. Dopo alcune stagioni disastrose, lo scorso anno si era registrato qualche segnale positivo con la vendita di molti più abbonamenti. Certo, rispetto ad un decennio fa, è poca cosa, ma l'idea di dover rinunciare ad una rassegna che si faceva in città dal 1987 lascia davvero l'amaro in bocca.
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