
Vita di città
Chiusi i due asili nido comunali, difficile che riaprano
Nessun progetto presentato in Regione, non sono stati richiesti fondi
Trani - venerdì 3 luglio 2015
7.43
Era considerato uno dei fiori all'occhiello del Comune di Trani, uno dei servizi che, seppur non "essenziali", funzionava alla grande, merito sì dell'ente pubblico ma anche dei professionisti che lo gestivano. Stiamo parlando degli asili nido comunali, due strutture che negli ultimi tre anni hanno permesso di crear posti di lavoro, supporto alle famiglie che ne usufruivano e istruzione per i bambini.
Siamo costretti a parlare al passato, però, perché questo servizio è destinato a "morire", almeno per il momento, almeno finché non arriverà qualcuno che rimetterà in piedi il progetto e troverà i soldi per finanziarlo, esattamente come aveva fatto tre anni fa la ex dirigente comunale, la dottoressa Maria Dettori.
Un progetto da quasi 800mila euro, finanziato in gran parte con fondi regionali (oltre 550mila euro) e con un'altra parte messa a disposizione dal Comune di Trani, che aveva come durata 25 mesi educativi e 77 bambini all'interno delle due strutture nella Scuola Cezza e nella Orazio Palumbo. Ormai però è scaduto e dal 30 giugno Trani dovrà fare a meno di queste strutture che potrebbero anche non riaprire mai più.
Ristrutturate e rimesse a nuovo con finanziamenti pubblici, allestite e organizzate al meglio, resteranno chiuse. Di chi siano le responsabilità è difficile dirlo. Il Comune, non potrebbe mai farsi carico interamente di una spesa così importante, i fondi alla Regione non sono stati chiesti (eppure il Governo Renzi ha stanziato tanti fondi per le regioni da destinare agli asili nido), probabilmente non è stato ritenuto necessario dall'ultima dirigente, la dottoressa Roberta Lorusso, che ha da poco lasciato il suo posto a Trani.
Dunque è difficilmente immaginabile che possano riaprire a settembre, con l'inizio del nuovo anno scolastico. Per questo motivo a Palazzo di Città non stanno accettando neanche una delle tantissime richieste d'iscrizione giunte. Il problema è già stato presentato al nuovo sindaco Amedeo Bottaro, intanto la protesta dei genitori è iniziata. Scopriremo se la nuova Amministrazione sarà in grado di trovare una soluzione anche a questo problema.
Siamo costretti a parlare al passato, però, perché questo servizio è destinato a "morire", almeno per il momento, almeno finché non arriverà qualcuno che rimetterà in piedi il progetto e troverà i soldi per finanziarlo, esattamente come aveva fatto tre anni fa la ex dirigente comunale, la dottoressa Maria Dettori.
Un progetto da quasi 800mila euro, finanziato in gran parte con fondi regionali (oltre 550mila euro) e con un'altra parte messa a disposizione dal Comune di Trani, che aveva come durata 25 mesi educativi e 77 bambini all'interno delle due strutture nella Scuola Cezza e nella Orazio Palumbo. Ormai però è scaduto e dal 30 giugno Trani dovrà fare a meno di queste strutture che potrebbero anche non riaprire mai più.
Ristrutturate e rimesse a nuovo con finanziamenti pubblici, allestite e organizzate al meglio, resteranno chiuse. Di chi siano le responsabilità è difficile dirlo. Il Comune, non potrebbe mai farsi carico interamente di una spesa così importante, i fondi alla Regione non sono stati chiesti (eppure il Governo Renzi ha stanziato tanti fondi per le regioni da destinare agli asili nido), probabilmente non è stato ritenuto necessario dall'ultima dirigente, la dottoressa Roberta Lorusso, che ha da poco lasciato il suo posto a Trani.
Dunque è difficilmente immaginabile che possano riaprire a settembre, con l'inizio del nuovo anno scolastico. Per questo motivo a Palazzo di Città non stanno accettando neanche una delle tantissime richieste d'iscrizione giunte. Il problema è già stato presentato al nuovo sindaco Amedeo Bottaro, intanto la protesta dei genitori è iniziata. Scopriremo se la nuova Amministrazione sarà in grado di trovare una soluzione anche a questo problema.

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