Politica
Dialoghi di Trani, la passione di Nichi Vendola
Il presidente e Elton John: «Spettacolo meraviglioso. Si, l’ho incontrato»
Trani - venerdì 24 settembre 2010
Quando c'è di mezzo il tema della passione non può che esserci Nichi Vendola. Il governatore pugliese ha partecipato alla nona edizione de I Dialoghi di Trani. Pubblico delle grandi occasioni nel cortile del castello. Per lui si sono scomodate le Fabbriche che portano il suo nome. Frotte di giovani in bicicletta, tutti in silenzio ad ascoltare uno dei pochi politici che ha ancora l'indubbio di merito di sapersi fare ascoltare.

Prima di iniziare la conversazione, Vendola ha concesso qualche battuta a Traniweb: «A Trani mi vedete spesso, mica so fesso. In questi giorni mi è capitato di venir qui con maggiore frequenza, per appuntamenti speciali. Il concerto di Elton John? Semplicemente fantastico». Vendola scappa via verso il tavolo della conversazione ma ha il tempo per confermare di aver incontrato, prima del concerto, il cantante inglese nel suo camerino: «Si, sono stato da lui per qualche minuto. Cosa ci siamo detti? Non ve lo dico».

Un sorriso e via, nel cortile che pende dalle sue labbra. Oltre quaranta minuti di intervento, citando Gramsci, Pasolini, Eco, Ibsen, San Paolo e Wilde. «Viviamo in una realtà artificiale – dice al microfono – vittima dell'impudicizia del potere che rasenta la pornografia. Siamo assediati dai dossier, la politica tracima fango, viviamo l'anomalia della sterilizzazione dell'esercizio del senso civico, della narcotizzazione dei punti di vista. La politica è diventata privatizzata e gli italiani ormai ricoprono il ruolo dei tifosi davanti alla tv. La colpa è di tutti, non solo di Berlusconi e del berlusconismo. La sinistra di oggi non ha parole per parlare, non sa capire il popolo. Anziché nutrirsi di pensieri raffinati ha scelto la strada della scorciatoia comunicativa puntando su risse e parolacce».

Vendola non si sottrae a domande più spinose. L'omosessualità, il rapporto con la Chiesa. «Si può essere cattolici e professare la propria fede senza dover per forza aderire al militantismo di Ratzinger. Dico basta al mondo delle catalogazioni e dei pregiudizi, nessuno merita di essere impiccato all'albero delle etichette. La vita va esattamente nell'altra direzione. Con la Chiesa romana mi piacerebbe potermi confrontare su temi delicati come quelli della vita, della famiglia, dei costumi sessuali e sarebbe bello farlo senza incappare in stupidi fondamentalismi, anche quelli anti-clericali».

Prima di iniziare la conversazione, Vendola ha concesso qualche battuta a Traniweb: «A Trani mi vedete spesso, mica so fesso. In questi giorni mi è capitato di venir qui con maggiore frequenza, per appuntamenti speciali. Il concerto di Elton John? Semplicemente fantastico». Vendola scappa via verso il tavolo della conversazione ma ha il tempo per confermare di aver incontrato, prima del concerto, il cantante inglese nel suo camerino: «Si, sono stato da lui per qualche minuto. Cosa ci siamo detti? Non ve lo dico».

Un sorriso e via, nel cortile che pende dalle sue labbra. Oltre quaranta minuti di intervento, citando Gramsci, Pasolini, Eco, Ibsen, San Paolo e Wilde. «Viviamo in una realtà artificiale – dice al microfono – vittima dell'impudicizia del potere che rasenta la pornografia. Siamo assediati dai dossier, la politica tracima fango, viviamo l'anomalia della sterilizzazione dell'esercizio del senso civico, della narcotizzazione dei punti di vista. La politica è diventata privatizzata e gli italiani ormai ricoprono il ruolo dei tifosi davanti alla tv. La colpa è di tutti, non solo di Berlusconi e del berlusconismo. La sinistra di oggi non ha parole per parlare, non sa capire il popolo. Anziché nutrirsi di pensieri raffinati ha scelto la strada della scorciatoia comunicativa puntando su risse e parolacce».

Vendola non si sottrae a domande più spinose. L'omosessualità, il rapporto con la Chiesa. «Si può essere cattolici e professare la propria fede senza dover per forza aderire al militantismo di Ratzinger. Dico basta al mondo delle catalogazioni e dei pregiudizi, nessuno merita di essere impiccato all'albero delle etichette. La vita va esattamente nell'altra direzione. Con la Chiesa romana mi piacerebbe potermi confrontare su temi delicati come quelli della vita, della famiglia, dei costumi sessuali e sarebbe bello farlo senza incappare in stupidi fondamentalismi, anche quelli anti-clericali».
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