
Eventi e cultura
Dialoghi di Trani: Ranucci e Fittipaldi raccontano il giornalismo d’inchiesta
Tenutosi sabato 27 settembre il dialogo: “Il giornalismo d’inchiesta e l’equazione libertà di stampa e democrazia”
Trani - domenica 28 settembre 2025
9.00
Un incontro riassumibile in due parole: "libertà" ed "informazione", vocaboli che nel racconto dei 2 ospiti divengono concetti inseparabili, essendo l'uno l'origine ed il fondamento dell'altro. Questo è stato lo spirito dell'appuntamento dei Dialoghi di Trani "Il giornalismo d'inchiesta e l'equazione libertà di stampa e democrazia", tenutosi sabato 27 settembre in Piazza Quercia e condotto dai relatori Sigfrido Ranucci, giornalista, autore e conduttore del programma televisivo "Report" ed Emiliano Fittipaldi, giornalista e direttore del quotidiano "Domani".
«Parliamo di informazione in un contesto ove l'umanità sembra impazzita. Dove spesso i governanti sono eccentrici e folli affaristi» dichiara Ranucci. I relatori sviscerano i "mali del giornalismo di oggi", ponendo l'accento su come la stampa sia limitata nel potersi esprimere in molti casi: «Spesso tutti quei tecnicismi legali e burocratici limitano il giornalista. Una notizia, se è di interesse pubblico, deve poter essere liberamente data. Tutte le inchieste di valore sociale meritano spazio», continua il conduttore di Report.
Non manca il pensiero rivolto ai "disastri mondiali" ed il pensiero ai colleghi di Gaza: «Il pensiero va a tutti quei giornalisti palestinesi morti a Gaza, che cercavano di fare il loro lavoro». Forte è anche la critica ad Israele che, continua Fittipaldi, «Impedisce ai giornalisti di avvicinarsi al territorio di guerra». «Tra le vittime principali, di Gaza e di tutte le altre guerre, c'è l'informazione» dice Ranucci.
Altrettanto sentito è il pensiero a tutti quei "giovani colleghi" che si approcciano al mondo del giornalismo e a quei "giornalisti locali", spesso malpagati e sfruttati: «Uno dei mali della stampa è anche il modo di trattare i giornalisti o gli aspiranti giornalisti della stampa locale», tuona Ranucci che poi, ai nostri microfoni ribadisce: «Abbiamo sempre bisogno di giornalisti motivati e preparati. Il consiglio che do ai giovani è di non devono confondere lo strumento con i contenuti. I contenuti devono essere procurati per strada, bisogna lottare in questo contesto velenoso – poi richiama l'attenzione sul Web e di come non sempre sia la giusta via d'informazione – Il 70% delle persone si informano sul Web, sono dati preoccupanti, il Web è un grande strumento ma può anche essere un bibliotecario ubriaco, non si ha certezza di veridicità su molte notizie».
Senz'altro l'obiettivo dell'incontro è stato centrato: far aprire ancora una volta gli occhi ad ascoltatori e lettori sull'importanza dell'informazione e sulla rilevanza dell'avere una pluralità di fonti sulle quali poter contare per crearsi un'idea critica del mondo. Il giornalismo di inchiesta è proprio questo, dare la libertà ai cittadini di sapere ciò che accade intorno a loro ma che vorrebbe essere tenuto "nelle tenebre".
L'intervista a Sigfrido Ranucci:
«Parliamo di informazione in un contesto ove l'umanità sembra impazzita. Dove spesso i governanti sono eccentrici e folli affaristi» dichiara Ranucci. I relatori sviscerano i "mali del giornalismo di oggi", ponendo l'accento su come la stampa sia limitata nel potersi esprimere in molti casi: «Spesso tutti quei tecnicismi legali e burocratici limitano il giornalista. Una notizia, se è di interesse pubblico, deve poter essere liberamente data. Tutte le inchieste di valore sociale meritano spazio», continua il conduttore di Report.
Non manca il pensiero rivolto ai "disastri mondiali" ed il pensiero ai colleghi di Gaza: «Il pensiero va a tutti quei giornalisti palestinesi morti a Gaza, che cercavano di fare il loro lavoro». Forte è anche la critica ad Israele che, continua Fittipaldi, «Impedisce ai giornalisti di avvicinarsi al territorio di guerra». «Tra le vittime principali, di Gaza e di tutte le altre guerre, c'è l'informazione» dice Ranucci.
Altrettanto sentito è il pensiero a tutti quei "giovani colleghi" che si approcciano al mondo del giornalismo e a quei "giornalisti locali", spesso malpagati e sfruttati: «Uno dei mali della stampa è anche il modo di trattare i giornalisti o gli aspiranti giornalisti della stampa locale», tuona Ranucci che poi, ai nostri microfoni ribadisce: «Abbiamo sempre bisogno di giornalisti motivati e preparati. Il consiglio che do ai giovani è di non devono confondere lo strumento con i contenuti. I contenuti devono essere procurati per strada, bisogna lottare in questo contesto velenoso – poi richiama l'attenzione sul Web e di come non sempre sia la giusta via d'informazione – Il 70% delle persone si informano sul Web, sono dati preoccupanti, il Web è un grande strumento ma può anche essere un bibliotecario ubriaco, non si ha certezza di veridicità su molte notizie».
Senz'altro l'obiettivo dell'incontro è stato centrato: far aprire ancora una volta gli occhi ad ascoltatori e lettori sull'importanza dell'informazione e sulla rilevanza dell'avere una pluralità di fonti sulle quali poter contare per crearsi un'idea critica del mondo. Il giornalismo di inchiesta è proprio questo, dare la libertà ai cittadini di sapere ciò che accade intorno a loro ma che vorrebbe essere tenuto "nelle tenebre".
L'intervista a Sigfrido Ranucci:

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