Sinagoga Scolanova - Trani
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Religioni

Giornata della memoria, Scolanova resta chiusa

Poche iniziative, molte le riflessioni. Sarà invece visitabile la sinagoga di Sant'Anna, adibita a museo

Sessantasette anni fa i cancelli del campo di Auschwitz furono aperti dalle truppe dell'Armata Rossa. L'anniversario di quella data, da 12 anni in Italia è diventato il giorno dedicato alla memoria di quella immane tragedia che fu la Shoah. A Trani sono poche le iniziative organizzate per ricordare ed in questo si avverte decisamente l'assenza di una sensibilità istituzionale quale quella dell'ex assessore alla cultura Andrea Lovato.

Partiamo col dire che Scolanova, la Sinagoga simbolo della città, resterà chiusa. Francesco Lotoro, responsabile culturale della comunità ebraica, spiega: «Il 27 gennaio non è il nostro giorno memoriale, è il giorno nel quale le Istituzioni governative, accademiche, scolastiche commemorano e riflettono. Le comunità ebraiche sono naturalmente ben disposte a collaborare e interagire con esse. Il giorno della memoria del popolo ebraico (in Israele come nella Diaspora) cade il 27 Nissàn (marzo–aprile) allorchè viene celebrato lo Yom haShoah u'mered haGetaot (in breve Yom haShoah), il giorno della catastrofe. Il 27 Nissàn del 1943 (allora corrispondente al 19 aprile) le Waffen–SS (unità d'elìte delle SS tedesche) piegarono la resistenza ebraica nel ghetto di Varsavia dopo 3 mesi durante i quali gli ebrei riuscirono a tener loro testa con un coraggio che impressionò gli stessi soldati del Reich. Quest'anno comunque avremmo voluto far coincidere la data della giornata della memoria con un incontro col sindaco della città per ringraziarlo per l'attenzione mostrata nei nostri confronti negli 8 anni di sua sindacatura. L'ufficio di gabinetto del Comune ci ha comunicato l'indisponibilità del primo cittadino, fuori sede. Organizzeremo un appuntamento fra qualche settimana, per fargli dono di alcune nostre pubblicazioni».

Chiusa Scolanova, sarà invece visitabile la sinagoga di Sant'Anna, adibita a museo. La società Eta Puglia, fino al 29 gennaio, offre un servizio di visite guidate nel quartiere ebraico che comprende la visita alla piccola sinagoga adibita a museo, significativa testimonianza medievale del culto ebraico, nonché importante contenitore dei numerosi documenti riguardanti la storia della comunità ebraica di Trani dal medioevo al XVI secolo. La visita guidata è gratuita. Si richiede solo un contributo di 1 euro a partecipante per l'ingresso alla sinagoga di Sant'Anna teso alla tutela dello stesso monumento (i recapiti per le visite sono in agenda).

Come spesso accade, l'esempio arriva dai più piccoli, in questo caso gli studenti della scuola media Baldassarre, protagonisti in mattinata nel museo diocesano di una rappresentazione teatrale dal titolo "Io sono memoria" (inizio ore 18). Il recital risponde all'attenzione che impegna la scuola, da anni, a far comprendere e vivere in modo autentico il nostro passato e il suo ricordo ai ragazzi, una ricerca didattica e pedagogica continua, progettata sempre in forma interdisciplinare per adattarsi ai nuovi stili di apprendimento dei giovani. I testi sono tratti da autentiche testimonianze e selezionati con cura per ricostruire il periodo storico dal punto di vista dei giovani. Altrettanto impegno è stato dedicato alla selezione dei brani musicali e degli elementi scenici.

In occasione del nostro 27 gennaio, Francesco Lotoro affida comunque al nostro portale una riflessione: «Da sempre il popolo ebraico ha cercato pacificamente di vivere la propria diversità culturale e religiosa, gli ebrei sono talmente innamorati della vita che chiamano persino i loro cimiteri beth ha-chaim (case della vita) e, soprattutto, oggi possono liberamente pregare anche in Puglia nella più antica Sinagoga d'Europa (la Scolanova) senza timore di essere disturbati, infastiditi, additati. Non sappiamo tuttavia quanto ciò durerà; migliaia di ebrei francesi, britannici, svedesi, norvegesi, olandesi stanno andando via per emigrare in Israele. Sino a 20 anni fa erano gli ebrei poveri a emigrare verso lo Stato ebraico; etiopi, azeri, yemeniti, kazachi, turkmeni che fuggivano da reali situazioni di disagio sociale o da un Islam inspiegabilmente resosi intollerante nei loro riguardi, caricati su aerei che sembravano bare volanti o su voli predisposti in semiclandestinità dall'aviazione israeliana. Oggi, ebrei in giacca e cravatta fuggono dall'Europa su voli di linea; perché, come ha amaramente scritto pochi anni fa il nostro rabbino Shalom Bahbout, la Shoah non ha assolutamente insegnato nulla al genere umano e sinora non si è visto né sentito nulla che possa smentire il nostro rabbino. C'è un futuro per noi ebrei del vecchio continente? Saranno i giorni, i mesi a venire a dimostrare quanto l'Europa abbia capito la lezione di Storia scritta sulle pagine della Shoah. Perchè l'ebreo non deve più essere costretto a fuggire o trasferirsi in Israele o (come in un paese dell'Unione Europea che non nominerò), pregare a bassa voce a casa propria con la Sinagoga distante a quattro passi; o, peggio ancora, ad assimilarsi. Nel 1980 Rav Tolentino, l'ottantenne rabbino di Dubrovnik (la città croata gemellata con Trani) desiderò tanto pregare a Trani; spirò senza realizzare il suo desiderio ma oggi gli ebrei sono tornati nella città del Mabit (il grande Dottore della Legge tranese), la Stella di David non è più cucita sul petto di una casacca da deportato ma svetta sull'ex campanile della sinagoga Scolanova che divenne chiesa e poi nuovamente sinagoga. È questa la nostra risposta alla Shoah, è la nostra vittoria su chi ha voluto la nostra distruzione fisica e intellettuale. Aiutateci a stare insieme a voi; dopo la Shoah, solo così potremo proteggerci da ogni catastrofe, ebrei e non».

In redazione è giunta anche una testimonianza de La Fabbrica di Nichi. Attraverso il suo portavoce, Alessandro Cerminara, l'associazione ha sottolineato la necessità di ricordare ciò che è accaduto: «Il dovere di ricordare – scrive Cerminara - ci riguarda tutti. E' accaduto. Quindi può accadere di nuovo. E chi dimentica i propri errori, è condannato a ripeterli. Per questo abbiamo il dovere della memoria, memoria di cosa è accaduto non molti decenni fa per mano di esseri umani, che sono stati capaci di sterminarne a milioni in pochi anni, di cosa hanno causato il nazifascismo e tutte le idee di cui era correlato, in un'epoca in cui neofascismo, razzismo ed intolleranza religiosa sembrano ancora duri a morire. Memoria di come popolazioni civilissime siano potute cadere in questa barbarie. Ricordiamo, perché simili avvenimenti non accadano mai più».
  • Comunità ebraica
  • Giorno della Memoria
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