Politica

«Giorno della memoria, il Comune commemori Vincenzo Pappalettera»

Appello dei Comunisti Italiani. Il ricordo dello scrittore di Mario Schiralli

Lo scorso anno, in occasione del Giorno della memoria, Trani dimenticò, ricorrendo anche il decennale della morte, proprio uno dei suoi figli migliori, Vincenzo Pappalettera, partigiano, deportato nel campo di sterminio di Mauthausen, scrittore e storico italiano, autore della pubblicazione Tu passerai per il camino che, nel 1966, gli valse il Premio Bancarella, uno dei più prestigiosi premi letterari italiani, la cui prima edizione, nel 1953, fu vinta da Ernest Hemingway con Il vecchio e il mare. "Tu passerai per il camino" era la minaccia che per anni i Kapò e gli aguzzini nazisti ripetevano ai prigionieri del campo di Mauthausen. Un riferimento esplicito e crudele ai forni crematori, una frase che è rimasta sinonimo di morte.

Quest'anno, per la ricorrenza del Giorno della memoria, Pappalettera sarà ancora ignorato? A chiederlo al sindaco e all'assessore competente, sono i Comunisti Italiani attraverso un comunicato della segreteria locale. «Anche se era nato a Milano da genitori tranesi, da pochi mesi trasferitisi nel capoluogo lombardo, Vincenzo Pappalettera si sentiva tranese a pieno titolo», come ricorda il dott. Mario Schiralli, già direttore della biblioteca comunale, che ebbe modo di conoscerlo personalmente e di incontrarlo più volte. «Ricordo la sua emozione – aggiunge Schiralli – quando negli anni ottanta venne a Trani su invito del Lion Club, allora presieduto dal dott. Pinuccio Calò. Mi disse di aver passato giorni per lui indimenticabili nella sua Trani».

Citato nel volume di Domenico Di Palo, La cultura del ‘900 a Trani, Vincenzo Pappalettera, nato a Milano il 28 novembre 1919, era entrato giovanissimo nella Resistenza. Durante l'occupazione tedesca del nord Italia, poco più che ragazzo, esile e pallido, sposato con un figlio di pochi anni, venne arrestato nel 1943 per reati politici e deportato nel campo di concentramento e sterminio di Mauthausen dove rimase fino all'arrivo degli americani.

Da questa tragica esperienza, vent'anni dopo la liberazione, nascerà il suo primo libro (Tu passerai per il camino), che raccolse subito commenti positivi sia dalla critica che dal pubblico italiano, meritandosi l'anno successivo il conferimento del premio Bancarella. «Ogni pagina di questo libro – sottolinea Mario Schiralli – è una pietra del monumento della Memoria per mantenere vivo il ricordo delle persecuzioni naziste e dell'Olocausto».

Schiralli prosegue nel ricordo: «Una volta ritornato in Brianza, a Cesano Maderno dove visse per quarant'anni, fino all'1 dicembre 1998, data della sua morte (l'amministrazione comunale di quella città gli ha intitolato la biblioteca Comunale mentre Trani continua ad ignorarlo), faticò non poco a reinserirsi nella vita normale dopo le torture subite nel campo di concentramento e di sterminio e l'incubo incessante, come diceva lui stesso, di essere ucciso dai nazisti in qualsiasi momento. Però seppe reagire e riscavando nelle ceneri ancora calde dei ricordi, come scrive in premessa al suo volume Piero Caleffi, anche lui deportato a Mauthausen, capì che era importante ricordare per gli altri, per i molti che non sanno, per i troppi che non vogliono sapere, per gli increduli in buona o mala fede. La sua narrazione si prefigura come descrizione e riflessione psicologica sul fenomeno Lager».

A "Tu passerai per il camino" fecero seguito, in ordine cronologico, "Ritorno alla vita", "Nei lager c'ero anch'io" e "La parola agli aguzzini", drammatica relazione e dossier sul processo di Norimberga, scritto in collaborazione con suo figlio Luigi, dottore in scienze politiche. «Nel 1991, sempre sull'onda dei ricordi, questa volta da persona libera, - aggiunge Mario Schiralli - scrisse il bellissimo romanzo "Il Trani di Via Lambro", riannodando con il filo della memoria alcuni momenti della vita dei compaesani pugliesi che ruotavano intorno al Trani, uno di quei localetti a Milano dove si vendeva il buon vino rosso proveniente da Trani e che ispirò anche una celebre canzone di Giorgio Gaber. E' un vero peccato che Trani abbia dimenticato per due volte e nel giro di poco più di un mese, nel decennale della morte e in occasione del giorno della memoria, Vincenzo Pappalettera. Segno evidente dello scadimento dei valori della cultura in una città retta da persone che sembrano prediligere di più i ristoranti e le feste di piazza».

Il comunicato del Pdci di Trani si chiude con «la speranza che in occasione del 27 gennaio, giorno della memoria, Trani si ricordi finalmente di Vincenzo Pappalettera commemorandolo magari nella biblioteca comunale Bovio, istituto che lo stesso Pappalettera aveva avuto modo di visitare durante la sua visita a Trani rimanendone favorevolmente impressionato per aver toccato con mano molte delle preziosità bibliografiche e manoscritte. Lo stesso Vincenzo Pappalettera, anni dopo, non mancherà di esternare ancora e pubblicamente il suo apprezzamento nei confronti della Biblioteca quando, nella sua Milano, l'amministrazione comunale di Trani, rappresentata dall'assessore alla cultura, da Schiralli e da Padre Cioffari, presentò nella sede dell'associazione dei tranesi residenti nel capoluogo meneghino il Libro Rosso».

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