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Ambiente
Gli alberi urbani: a Trani si può parlare di albericidio?
Dalla lotta all'inquinamento alla salute dei cittadini, le funzioni vitali dei polmoni verdi in città. Il taglio? L'ultima risorsa da evitare
Trani - mercoledì 13 agosto 2025
14.18
Stridono le notizie di questi giorni legate all'ambiente: dalle battaglie delle associazioni contro il taglio indiscriminato degli alberi al Regolamento del Verde Pubblico e Privato approvato in Consiglio Comunale lo scorso 25 luglio, dalla riapertura di Villa Telesio, polmone verde recuperato alla zona sud di Trani, al taglio di platani di Piazza Plebiscito. Il tema è caldo e l'Amministrazione tira dritto avvalendosi e trincerandosi dietro le relazioni degli "esperti", forte ora della presenza di un agronomo in pianta organica del Comune di Trani.
L'ultimo dei casi che ci vengono segnalati dai cittadini , lo vedete dalla foto copertina, è quello legato al taglio di un pino sul Lungomare Cristoforo Colombo, all'altezza dell' ex Sciala De Simone (ora Largo Berlinguer): dalla sera alla mattina è sparito, rasato a filo strada e residuo del tronco coperto da brecciolino fine: tutto pulito come in una scena di un "albericidio perfetto"? Ma è solo un tentativo perchè le tracce del "crimine ecologico" ci sono e sono evidenti, sono fisiche e non ci vogliono certamente i RIS dei Carabinieri per confermare che lì, in quel preciso punto, sul Lungomare C. Colombo, c'era un maestoso pino come testimoniato dal frame pubblicato tratto da Google Maps pubblicato.
Stare qui a ricordare le funzioni degli alberi in città potrebbe risultare una mancanza di rispetto, e di questo chiediamo venia, proprio verso chi amministra il verde pubblico ed i detti "esperti", loro le funzioni le conoscono bene, ma per "noi ignoranti" qualcosa la vogliamo ricordare, come ad esempio, la funzione più nota e cruciale della mitigazione dell'inquinamento atmosferico o della regolazione del microclima e l'impatto significativo che gli alberi hanno sul benessere psicofisico visto che riducono lo stress, migliorano l'umore e favoriscono la socializzazione.
Nessuna nega la necessità di operare un eventuale taglio radicale di un albero , ma non sarebbe meglio tentare prima con una robusta potatura?? ? C'era un pericolo per incolumità pubblica o c'era un evidente ammaloramento della pianta? Non è dato sapere a riguardo degli ultimi due episodi , tuttavia la sensazione comune è che "il taglio" non sia frutto di una decisione ponderata, non sia una decisione dettata come ultima ratio, ma sia stata la scelta più semplice, una eutanasia vegetale non richiesta.
Il taglio è un'azione drastica che può essere giustificata solo in casi di estrema necessità, come quando l'albero è secco, malato e rappresenta un pericolo concreto e imminente per l'incolumità pubblica, e non quando, come nel caso del pino del Lungomare C. Colombo, risultava evidente, dalle fronde belle vive, che la condizione di ammaloramento non c'era: questo sarebbe stato uno di quei casi in cui poteva essere importante che l'intervento fosse stato preceduto da una valutazione tecnica accurata e trasparente, completa di una previsione di una tempestiva ripiantumazione per compensare la perdita.
Preservare e curare il patrimonio arboreo delle nostre città non è solo una scelta ecologica, ma un investimento nel futuro della comunità, bene che il "Regolamento sul Verde Pubblico e Privato" ne abbia fatto un obiettivo, quello che stride con la realtà di questi giorni che la situazione legata ai due ultimi casi legati ai platani di Piazza Plebiscito ed al pino del Lungomare Colombo, avrebbero visto applicato l'art.34 (comma 5) proprio del tanto decantato regolamento di cui sopra. Leggiamolo insieme:
Il significato giace nello scritto: informazione, condivisione, confronto preventivo, non c'è altro da aggiungere se non il fatto che davvero dobbiamo tutti imparare a considerare gli alberi come un bene prezioso, un'infrastruttura verde che, al pari di strade e edifici, un bene che richiede cura, attenzione e protezione da parte dei proprietari degli stessi... Pubblica Amministrazione compresa.
L'ultimo dei casi che ci vengono segnalati dai cittadini , lo vedete dalla foto copertina, è quello legato al taglio di un pino sul Lungomare Cristoforo Colombo, all'altezza dell' ex Sciala De Simone (ora Largo Berlinguer): dalla sera alla mattina è sparito, rasato a filo strada e residuo del tronco coperto da brecciolino fine: tutto pulito come in una scena di un "albericidio perfetto"? Ma è solo un tentativo perchè le tracce del "crimine ecologico" ci sono e sono evidenti, sono fisiche e non ci vogliono certamente i RIS dei Carabinieri per confermare che lì, in quel preciso punto, sul Lungomare C. Colombo, c'era un maestoso pino come testimoniato dal frame pubblicato tratto da Google Maps pubblicato.
Stare qui a ricordare le funzioni degli alberi in città potrebbe risultare una mancanza di rispetto, e di questo chiediamo venia, proprio verso chi amministra il verde pubblico ed i detti "esperti", loro le funzioni le conoscono bene, ma per "noi ignoranti" qualcosa la vogliamo ricordare, come ad esempio, la funzione più nota e cruciale della mitigazione dell'inquinamento atmosferico o della regolazione del microclima e l'impatto significativo che gli alberi hanno sul benessere psicofisico visto che riducono lo stress, migliorano l'umore e favoriscono la socializzazione.
Nessuna nega la necessità di operare un eventuale taglio radicale di un albero , ma non sarebbe meglio tentare prima con una robusta potatura?? ? C'era un pericolo per incolumità pubblica o c'era un evidente ammaloramento della pianta? Non è dato sapere a riguardo degli ultimi due episodi , tuttavia la sensazione comune è che "il taglio" non sia frutto di una decisione ponderata, non sia una decisione dettata come ultima ratio, ma sia stata la scelta più semplice, una eutanasia vegetale non richiesta.
Il taglio è un'azione drastica che può essere giustificata solo in casi di estrema necessità, come quando l'albero è secco, malato e rappresenta un pericolo concreto e imminente per l'incolumità pubblica, e non quando, come nel caso del pino del Lungomare C. Colombo, risultava evidente, dalle fronde belle vive, che la condizione di ammaloramento non c'era: questo sarebbe stato uno di quei casi in cui poteva essere importante che l'intervento fosse stato preceduto da una valutazione tecnica accurata e trasparente, completa di una previsione di una tempestiva ripiantumazione per compensare la perdita.
Preservare e curare il patrimonio arboreo delle nostre città non è solo una scelta ecologica, ma un investimento nel futuro della comunità, bene che il "Regolamento sul Verde Pubblico e Privato" ne abbia fatto un obiettivo, quello che stride con la realtà di questi giorni che la situazione legata ai due ultimi casi legati ai platani di Piazza Plebiscito ed al pino del Lungomare Colombo, avrebbero visto applicato l'art.34 (comma 5) proprio del tanto decantato regolamento di cui sopra. Leggiamolo insieme:
- REGOLAMENTO DEL VERDE PUBBLICO E PRIVATO E DEL PAESAGGIO URBANO DELLA CITTÀ DI TRANI - Articolo 34 - Interventi e rinnovi sulle alberate
Il significato giace nello scritto: informazione, condivisione, confronto preventivo, non c'è altro da aggiungere se non il fatto che davvero dobbiamo tutti imparare a considerare gli alberi come un bene prezioso, un'infrastruttura verde che, al pari di strade e edifici, un bene che richiede cura, attenzione e protezione da parte dei proprietari degli stessi... Pubblica Amministrazione compresa.

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