Cronaca
«Il depuratore da anni minaccia la salute dei tranesi»
Telenorba svela alcuni contenuti dei documenti dell’inchiesta che ne ha portato al sequestro. Nel provvedimento si legge anche di responsabili del Comune che potranno essere chiamati a rispondere dei danni
Trani - domenica 1 settembre 2013
E' scritto nelle carte dell'inchiesta: «Da anni il depuratore di Trani viene impiegato nella assoluta illegalità attentando quotidianamente alla salute pubblica». Telenorba, in un servizio di Giovanni Di Benedetto, rivela alcuni passi salienti dei verbali dell'inchiesta portata avanti dal magistrato Antonio Savasta e che ha prodotto il sequestro dell'impianto.
Nei verbali si legge che il depuratore occupa illegittimamente parte del demanio marittimo in quanto il Comune, proprietario dell'impianto, non è titolare di alcun titolo che ne legittimi l'occupazione. E lo scarico dei reflui dunque avviene senza autorizzazione. Nell'ordinanza di sequestro firmata dal gip Francesco Zecchillo, si legge che le acque immesse in mare attraverso una condotta di metallo sono di colore marrone, promanano cattivo odore e causano sulla battigia grosse quantità di schiuma. Il depuratore di Trani, dicono i magistrati, necessita di improcrastinabili opere di adeguamento alle mutate esigenze cittadine e alla normativa europea. Le opere già appaltate, fanno sapere fonti di procura, non sono mai state portate a termine e quelle realizzate mai collaudate.
Qualcuno dovrà pagare. In tutto 8 gli indagati tra dirigenti e funzionari dell'Acquedotto pugliese e della società Pura Depurazione. Nel provvedimento – rivela Telenorba - si legge anche di responsabili del Comune che potranno essere chiamati in altra sede a rispondere dei danni provocati ai tranesi.
Nei verbali si legge che il depuratore occupa illegittimamente parte del demanio marittimo in quanto il Comune, proprietario dell'impianto, non è titolare di alcun titolo che ne legittimi l'occupazione. E lo scarico dei reflui dunque avviene senza autorizzazione. Nell'ordinanza di sequestro firmata dal gip Francesco Zecchillo, si legge che le acque immesse in mare attraverso una condotta di metallo sono di colore marrone, promanano cattivo odore e causano sulla battigia grosse quantità di schiuma. Il depuratore di Trani, dicono i magistrati, necessita di improcrastinabili opere di adeguamento alle mutate esigenze cittadine e alla normativa europea. Le opere già appaltate, fanno sapere fonti di procura, non sono mai state portate a termine e quelle realizzate mai collaudate.
Qualcuno dovrà pagare. In tutto 8 gli indagati tra dirigenti e funzionari dell'Acquedotto pugliese e della società Pura Depurazione. Nel provvedimento – rivela Telenorba - si legge anche di responsabili del Comune che potranno essere chiamati in altra sede a rispondere dei danni provocati ai tranesi.