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Ospedale, Alfarano e Marinaro jr: Servono azioni forti

Il Pd si riunisce e vuole incontrare Giovanni Gorgoni. Ridiscutere il piano di riordino con il direttore generale Asl Bat

«Si salvi l'ospedale di Trani. La sesta Provincia è stata già largamente penalizzata». Così il consigliere regionale del Pdl, Giovanni Alfarano, in merito alla paventata chiusura del nosocomio tranese prevista dal piano di rientro sanitario. Intanto è notizia delle ultime ore che dalla maggioranza di centrosinistra al governo della Regione Puglia si stiano ricredendo sullo smantellamento del San Nicola Pellegrino. Densità ed indice di utilizzazione dell'ospedale da parte dei residenti pare siano i due criteri che dovrebbero determinarne la prosecuzione delle attività.

«E' evidente – prosegue Alfarano – che in caso contrario, si tratterebbe dell'ennesima scelta scellerata, miope e meramente ragionieristica a danno del nostro territorio già fortemente penalizzato dagli ultimi tagli operati dal presidente Vendola e dall'ex assessore alla salute, Fiore che hanno sancito la chiusura definitiva dei nosocomi di Minervino Murge e Spinazzola. Nel mese di marzo, il sottoscritto presentava una interrogazione consiliare con la quale si chiedevano lumi a Vendola ed al neo-assessore al ramo, Attolini sul futuro dell'ospedale di Trani e su quello di Canosa di Puglia, per il quale si era propensi ad un forte ridimensionamento. Inoltre, si chiedevano le motivazioni di una così ampia penalizzazione a scapito della sesta provincia e sulle cause dell'accertata disparità di trattamento in fatto di numeri di posti letto tra la Bat e tutte le altre province pugliesi. Nella Provincia di Barletta Andria Trani, difatti, si contano appena 750 posti letto. Un numero notevolmente dimezzato e che non ottempera al parametro sancito dei 3,9 posti letto previsti per ogni 1000 abitanti. A malincuore devo ammettere che a quella interrogazione non è mai giunta risposta. Un modus operandi ben collaudato dalla sinistra che governa la Regione e da chi dipinge in giro per l'Italia quella Puglia migliore che non c'è. Tagli di questa portata sommati al caso dei medici ancora destabilizzati, stanno manifestando una vera e propria interruzione di pubblico servizio del nostro sistema sanitario». «E' normale - conclude Alfarano - che qualora il centro-sinistra optasse per l'ennesima beffa a danno del nostro territorio (nella fattispecie di Trani), passeremo di concerto con le altre cariche istituzionali locali ad azioni forti».

E di azioni forti parla anche Giacomo Marinaro, candidato al Consiglio comunale più suffragato di Futuro e Libertà. «Dopo aver parlato, discusso, creato comitati, creato associazioni, indetto un Consiglio comunale monotematico – scrive Marinaro - possiamo dire che la città di Trani e i suoi rappresentanti politici abbiano fatto il possibile? Visto il risultato direi di no. Ebbene Trani è al centro del riordino ospedaliero da ormai 7 anni, da quando l'allora governatore Fitto prospettò un riordino per rientrare nelle spesa pubblica e far quadrare i conti nella sanità pugliese. Ad ogni campagna elettorale prima Fitto, poi soprattutto l'attuale governatore Vendola ne hanno fatto cavallo di battaglia, ci hanno gettato fumo negli occhi per privarci pian piano di reparti, prestigio, personale e posti letto. La battaglia iniziò con la chiusura di ostetricia, da allora solo parole, fatti zero. Da allora solo chiusure, ripristini zero. Lo dico da libero cittadino in primis e da militante di Futuro e Libertà poi: la politica ci ha portato via l'ospedale da Trani».

«Sono due anni – prosegue Marinaro - che il rappresentante di Futuro e Libertà in Consiglio comunale si batte affinché Trani sia parte integrante del riordino ospedaliero. Ha formulato un progetto che l'intero consiglio comunale ha fatto proprio. Ebbene, questo progetto che fine ha fatto?Perché chi era preposto lo ha chiuso in un cassetto? Eppoi perché i politici che più si son dilettati a parlare dai palchi o sul web in campagna elettorale (Fucci, Silvestris, Amoruso, Ventola, Mastromauro, Vendola) ora si son dileguati? Forse perché ognuno deve difendere la propria città e si ricordano di Trani solo in procinto delle elezioni? Sia politici di destra che di sinistra ci hanno abbandonato. Siamo orfani».

Per Marinaro è arrivato il momento di dire basta. «Bisogna tirar fuori l'orgoglio dei tranesi. Leggo che il primo cittadino chiederà un incontro in Regione. Sbaglia. Non deve chiedere un incontro, deve recarsi in Regione fino a quando il governatore non lo riceve. Il suo predecessore se non sbaglio non ha mai avuto risposta, vogliamo correre lo stesso rischio? Andiamo tutti insieme in Regione, facciamo sentire la nostra voce, le nostre ragioni. Fli farà opposizione ferma e dura ma sarà propositiva, per salvare l'ospedale dobbiamo superare le barriere partitiche e politiche. Deve essere una battaglia di tutti perché interessa tutti. Trani non deve aspettare più nessuno. Trani deve reagire ed agire. Scendiamo tutti in piazza, si impugnino tutti gli atti che stanno privando la nostra città del nosocomio. Noi tranesi siamo stufi di esser considerati numeri solo per le votazioni. Tuteliamo i nostri diritti, lottiamo affinchè ancora una volta Trani e i tranesi non siano messi in secondo piano a vantaggio di altre realtà».

Intanto, venerdì si è tenuta una affollatissima assemblea cittadina del Partito Democratico promossa dai consiglieri regionali Filippo Caracciolo e Ruggiero Mennea unitamente all'onorevole Margherita Mastromauro, Ugo Operamolla, Carlo Avantario e Domenico De Laurentis, Lorenzo Marchio ed Andrea Patruno, dedicata naturalmente alle vicissitudini del San Nicola Pellegrino. «Il gioco di prestigio sui posti letto - si legge in una nota del partito - genera un risparmio risibile e solleva legittime obiezioni da parte degli operatori sanitari e degli utenti, ci toccherebbe il taglio di 19 posti e questo potrebbe essere fatto senza compromettere la struttura ospedaliera di Trani. Il gruppo regionale del Pd, unitamente a Caracciolo e Mennea, ha chiesto di ridiscutere il piano di riordino, mettendo in campo proposte condivise pur nell'ambito dell'invarianza dei saldi. Il territorio provinciale da tempo attende di costruire il secondo ospedale, da tempo abbiamo proposto che l'ospedale di Andria sia realizzato in quella città ma orientato a soddisfare i bisogni del triangolo Andria, Trani, Bisceglie, denso di oltre 200.000 abitanti. Questa discussione non ha trovato unanime orientamento nella conferenza dei sindaci che continua ad attardarsi senza assumere decisioni. La costruzione del nuovo ospedale è una necessità. Occorre promuovere un bando pubblico per avere evidenza dei suoli candidati ed orientare la scelta in modo da corrispondere alle esigenze di tutta il territorio. In questo senso si è pure pronunciato il Consiglio comunale di Trani che ha proposto al Presidente Vendola l'ipotesi di un ospedale comprensoriale baricentrico rispetto alle città di Trani Bisceglie Andria per soddisfare le aspettative delle tre comunità oltre a polo di attrazioni per le comunità di Corato e Ruvo di Puglia. Pensiamo sia utile immaginare un piano di riordino certo, fondato su un nuovo ospedale e su un riordino dei servizi sanitari di base offerti, piuttosto che su una mera difesa di campanile. La consapevolezza della necessità di un diverso modo di intendere la sanità futura è ormai patrimonio comune della maggior parte della classe dirigente oltre che degli stessi cittadini di Trani che però hanno bisogno di non sentirsi presi in giro circa le prospettive ed il progetto di sanità che li vede protagonisti oggi inconsapevoli. Quello che si chiede ai responsabili regionali e alla direzione generale della Asl Bat è un piano concordato ed equilibrato che punta alla trasformazione e non alla cancellazione delle strutture ospedaliere di Trani, Bisceglie e Canosa in uno con la costruzione del nuovo polo ospedaliero. Il circolo del Pd di Trani sarà fiero oppositore della politica dei due tempi e chiede alle sue strutture politiche di incontrare immediatamente Giovanni Gorgoni per attivare quelle necessarie correzioni al piano e mettere in campo ogni strategia alternativa tesa a scongiurare la mera chiusura dell'ospedale di Trani».
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