
Politica
«Per il dopo Tarantini non serve uno della vecchia guardia»
Intervista a Giancarlo Tamborrino. L'ex sindaco tasta il polso all'amministrazione di Trani
Trani - sabato 26 febbraio 2011
01.00
«Per il dopo Tarantini ci vuole un sindaco che sappia riunire le doti di buon amministratore e la capacità di parlare con i cittadini. Mi auguro che il successore dell'attuale primo cittadino non sia legato a logiche desuete e che non faccia parte della cosiddetta vecchia guardia della politica. La gente deve potersi riconoscere in lui». A parlare è il generale Giancarlo Tamborrino, già sindaco di Trani dal maggio del 1995 a giugno del 1999.
Primo ad essere eletto con il sistema maggioritario, figura di notevole spessore professionale e culturale, Tamborrino si schiera con la linea del rinnovamento. «Il mio ragionamento vale per l'una e per l'altra coalizione. Quando fui eletto a sindaco, si parlò di una sorta di primavera di Praga della politica, con l'uscita di scena della vecchia guardia della politica. Oggi mi duole constatare come quella componente stia riaffiorando. Non va bene».
Tamborrino, per due anni anche presidente del circolo territoriale di Trani di Alleanza nazionale, adesso è spettatore interessato della politica, nazionale e locale, oltre che zelante appassionato di toponomastica cittadina. «Il PdL non è un progetto che mi affascina, credevo e credo ancora in Alleanza nazionale, nei principi che ispirarono la nascita di quel partito». Nella sua abitazione trovano spazio molti ricordi di quegli anni: «Conservo tante cose belle. Fare il sindaco è stata un'esperienza unica che però non rifarei. All'epoca si faceva politica per strada, con più passione, con grande emotività. Oggi i politici sembrano più dei tecnici, hanno perso il contatto diretto con la gente. Ricordo la nostra campagna elettorale, un appassionato porta a porta. La gente ci fermava e interagiva con noi, si confrontava. Adesso non credo sia così».
Nel suo studio è appesa un foto storica, che risale alla nascita di Alleanza nazionale. In posa, davanti all'obiettivo del fotografo, Tamborrino ed un giovanissimo Tarantini: «Reputo l'attuale sindaco un incantatore di serpenti, allo stesso livello di Nichi Vendola e Silvio Berlusconi. Ha sempre avuto una dote straordinaria, quella di saper conquistare la gente con le sue parole. Nell'ultimo periodo credo l'abbia fatto meno. Nei primi anni da sindaco aveva instaurato un rapporto incredibile con la gente. Durante le manifestazioni i cittadini facevano a gara per salutarlo, per stringergli la mano. Mi ricordava davvero La Pira. Nel secondo mandato credo abbia perso un po' quel rapporto così diretto ed emotivo con i tranesi. E' comunque un ottimo sindaco, in grado di reggere l'urto di un quadro politico e sociale non semplice».
Tamborrino commenta l'azione dell'amministrazione comunale: «La politica delle grandi opere messa in campo in questi anni è un bene per la città, una grande eredità per le future generazioni. I cittadini però si sarebbero accontati di meno: strade aggiustate, illuminazione e sicurezza, problemi più attuali e, per questo, avvertiti con maggiore sensibilità. Il giudizio è comunque più che positivo».
Primo ad essere eletto con il sistema maggioritario, figura di notevole spessore professionale e culturale, Tamborrino si schiera con la linea del rinnovamento. «Il mio ragionamento vale per l'una e per l'altra coalizione. Quando fui eletto a sindaco, si parlò di una sorta di primavera di Praga della politica, con l'uscita di scena della vecchia guardia della politica. Oggi mi duole constatare come quella componente stia riaffiorando. Non va bene».
Tamborrino, per due anni anche presidente del circolo territoriale di Trani di Alleanza nazionale, adesso è spettatore interessato della politica, nazionale e locale, oltre che zelante appassionato di toponomastica cittadina. «Il PdL non è un progetto che mi affascina, credevo e credo ancora in Alleanza nazionale, nei principi che ispirarono la nascita di quel partito». Nella sua abitazione trovano spazio molti ricordi di quegli anni: «Conservo tante cose belle. Fare il sindaco è stata un'esperienza unica che però non rifarei. All'epoca si faceva politica per strada, con più passione, con grande emotività. Oggi i politici sembrano più dei tecnici, hanno perso il contatto diretto con la gente. Ricordo la nostra campagna elettorale, un appassionato porta a porta. La gente ci fermava e interagiva con noi, si confrontava. Adesso non credo sia così».
Nel suo studio è appesa un foto storica, che risale alla nascita di Alleanza nazionale. In posa, davanti all'obiettivo del fotografo, Tamborrino ed un giovanissimo Tarantini: «Reputo l'attuale sindaco un incantatore di serpenti, allo stesso livello di Nichi Vendola e Silvio Berlusconi. Ha sempre avuto una dote straordinaria, quella di saper conquistare la gente con le sue parole. Nell'ultimo periodo credo l'abbia fatto meno. Nei primi anni da sindaco aveva instaurato un rapporto incredibile con la gente. Durante le manifestazioni i cittadini facevano a gara per salutarlo, per stringergli la mano. Mi ricordava davvero La Pira. Nel secondo mandato credo abbia perso un po' quel rapporto così diretto ed emotivo con i tranesi. E' comunque un ottimo sindaco, in grado di reggere l'urto di un quadro politico e sociale non semplice».
Tamborrino commenta l'azione dell'amministrazione comunale: «La politica delle grandi opere messa in campo in questi anni è un bene per la città, una grande eredità per le future generazioni. I cittadini però si sarebbero accontati di meno: strade aggiustate, illuminazione e sicurezza, problemi più attuali e, per questo, avvertiti con maggiore sensibilità. Il giudizio è comunque più che positivo».







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